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Parte Seconda — Atta Italia
mostrano ancora ruderi di costruzione romana, giudicati avanzi di terme e di un anfiteatro, nonché rovine di antiche torri, ritenute pur queste del periodo romano. Sopra il colle vicino esistono gli avanzi del castello che nel medioevo Cividate opponeva alla rivale Breno. In questo luogo si rinvennero numerosi avanzi di costruzioni, frammenti di lapidi, musaici, vasi, oggetti, monete del periodo romano. La maggior parte di questi cimelii andò perduta, non avendo nessuno del luogo pensato di farne raccolta. Cividate possiede buone scuole ed istituti di beneficenza, fra cui un Brefotrofio, fondato fin dal XIII secolo ed avente sede nel vicino Comune di Malegno, sull'opposta sponda dell'Oglio.
Il territorio di Cividate Cannino è assai fertile. Belle e verdeggianti praterie nel fondo spazioso della valle circondano il paese; viti, cereali, gelsi, frutta ed ortaggi sono i prodotti principali del luogo. L'industria agricola è quivi sussidiata da un notevole allevamento di bestiame da stalla e da cortile. L'industria è rappresentata, da ima distilleria di spirito, da una latteria sociale e dalla fabbricazione di panieri di vimini.
Ceunn storico. — (ili eruditi attribuiscono a Cividate Cannino la più alta antichità, fino a sostenere che fosse, l'antica fannia ricordata da Tolomeo. Più probabilmente fu la Civitas lilasiue, menzionata più tardi. I monumenti romani quivi esistenti, o rinvenuti nel passato, fanno fede della sua importanza in quel periodo, nel quale fu centro dell'amministrazione della valle. Nel medioevo lottò a lungo, ma fu vinta dall'influenza soverchiarne del feudalissimo Breno. Xel 774 si combattè nei dintorni di Cividate una battaglia fra Longobardi e Franchi, e fu uno degli ultimi e sfortunati tentativi di resistenza che Adelchi ed i più devoti partigiani di Ini e di Desiderio opponessero all'inevitabile sfacelo del regno longobardo. Cividate, tenuta in molta considerazione dai Longobardi e sede del duca ili Brescia, allorché recavasi ad amministrare giustizia in vai Camonica, decadde rapidamente per l'innalzamento di Breno a sede del potere feudale nella valle, fatto da Carlo Magno.
Coli, elett. Breno — Dioc. Brescia — P1 e T. a Breno, Scalo lac. a Lovere.
Erbanno (919 ali.). — Questo Comune si trova sulla destra dell'Oglio, all'imbocco della vai Camonica propriamente detta. Tra il paese ed il fiume trovasi il Monticolo, collinetta di arenaria scura alta 391- metri sul mare, sopra uno sperone della quale si vedono gli avanzi della rocca dei Federici di Frbauno. Anticamente l'Oglio passava a ponente del Monticolo, dividendolo da Erbanno; ma, nel 1151, il fiume fu deviato da Àbramo de' Federici, e da allora esso scorre ad est del Monticolo, lasciando sul luogo dell'antico letto mia distesa di prati acquitrinosi, il displuvio dei quali sotto Angone forma il cosidotto Ogliolo, sboccante nel fiume presso il Casino di Boario. — Erbanno, capoluogo del Comuuc (200 in.), è oggi un bel paese di circa 700 abitanti, con edifizi moderni, una discreta chiesa parrocchiale e qualche villa signorile nei dintorni. È dominato a sera dalle ultime propaggini dei monti dividenti la vai Camonica dalla vai di Scalve, detti appunto Monti dì Erbanno, ricchi di pascoli e di folte boscaglie.
11 territorio di Frbauno è assai fertile: dà riti prosperose, dalle quali vengono vini giudicati fra i migliori della provincia bresciana; cereali, gelsi, frutta e foraggi; nella parto alta dà castagni e pascoli. Industrie agrarie attivissime in luogo sono: l'allevamento del bestiame.il caseificio, la produzione dei bozzoli; ad essi si applica esclusivamente l'attività di queste popolazioni.
Cenno storico. — Si danno ad Erbanno origini antichissime, tanto ila attribuirne la fondazione ad una colonia di Etnischi-Umbri quivi stabilita, essendo Erbanno voce o nome dell'antica lingua umbra. Nel medioevo dominarono quivi con molta prepotenza dei piccoli feudatari, i Federici, ch'ebbero parte importante nelle vicende sanguinose della vallata durante le lotte delle fazioni guelfe e ghibelline. Il dominio di Venezia troncò quelle lotte, con benefizio non lieve delle laboriose popolazioni.
Coli, elett. Breno — Dioc. Dresda — P3 e T. a Darlo, Scalo lac. a Lovere.