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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bergamo e Brescia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 540

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   8-2
   l'arte Seconda — Aita Italia
   dal Comune. In Sarnico, per antica consuetudine, si tengono settimanalmente dei mercati che sono frequentatissimi e fra i più importanti della provincia bergamasca.
   Cenno storico. — Intorno all'antichità cospicua di Sarnico si hanno documenti fin dal secolo IX; fra questi va notato un diploma dell'imperatore Ludovico il Grosso, concedente alle monache di Santa Giulia in Brescia i diritti di pesca nelle peschiere di Sarnico (pese-ariani Sarnega). Scoppiata, verso la metà del secolo XI, la contesa fra i vassalli minori o valvassori, bresciani e bergamaschi, contro i vescovi ed i grandi feudatari che li opprimevano e taglieggiavano, Sarnico, ch'era munito d'un forte castello e di molte torri, fu uno dei centri maggiori della rivolta, ch'ebbe carattere essenzialmente sociale. Quivi ebbe sede Nuvolo di Martinengo, che fu uno dei capi e promotori della Lega. Nel 1221 la terra ed il castello di Sarnico, insieme ad altre località circostanti, passarono per spontanea dedizione in dominio del Comune di Bergamo, del quale, d'allora in poi, seguirono politicamente le sorti.
   I fotti di Sarnico. —Nel maggio del 18G2 il nome di Sarnico prese improvvisa e dolorosa rinomanza in tutta Italia, da poco risorta a libertà e dignità di nazione. Garibaldi, indefesso nel promuovere l'azione del patrio riscatto, s'era recato nel vicino Trescore, coll'apparente scopo di curare a quelle acque la scossa salute; ma in realtà per affiatarsi coi migliori fra i suoi seguaci, meditando una invasione nel Trentino, sempre occupato dall'Austria. A Trescore erano convenuti i più ardimentosi capi garibaldini: Bertoni, Mario, Mosto, Nullo, Missori ed altri. Il piano era di raccogliere gente ed armi nel maggior numero possibile e la gioventù volonterosa ed entusiasta accorreva da ogni parte, da Bergamo e da Brescia sopratutto. Le bande o compagnie erano già formate e non s'attendeva che il cenno definitivo di Garibaldi per sconfinare. Ma il governo di Torino, alla cui testa era allora Rattazzi, dopo aver nicchiato alquanto, vincolato dai trattati e sopratutto obbediente ai cenni di Parigi, si decise ad un tratto d'impedire il movimento, cui pareva sulle prime aver sottomano favorito. Furono mandate truppe e forza pubblica per disciogliere le compagnie dei volontari; Nullo, che alla testa d'una banda di volontari già s'avviava al confine austriaco, venne arrestato e tutta la compagnia disarmata fu condotta prigioniera a Sarnico. Quivi, ov'era radunata molta ed ardente gioventù, il fermento era grande, si volle opporre la forza alla forza, liberando i prigionieri. Ne nacque fra la truppa, i volontari e la popolazione un sanguinoso conflitto, nel quale parecchi rimasero morti e molti feriti. 11 moto fu così soffocato sul nascere e reso impossibile; ma i fatti di Sarnico ebbero una dolorosa ripercussione in tutto il paese e diedero soggetto a violente discussioni nel Parlamento subalpino e ad accuse del partito avanzato verso il ministero Rattazzi. I fatti di Sarnico, avvenuti nel maggio, furono di triste preludio a quelli più gravi e dolorosi compiutisi in quell'anno medesimo sulla vetta fatale dell'Aspromonte.
   Coli, elett. Trescore Baln. — Dioc. Bergamo — P2, T. e Staz. lacuale locali. Str. ferr. a Paratifo.
   Adrara San Martino (2235 ab.). —Il territorio di questo Comune, assai frazionato, si stende nel mezzo della vai Calepio propriamente detta, alle falde dei monti che questa valle dividono dalla contigua vai Cavallina. — Adrara San Martino, capoluogo (lei Comune, è un villaggio di circa 000 abitanti, a 335 metri sul livello del mare, con begli edifizi in gran parte rimodernati. La sua chiesa parrocchiale di San Martino ha origini antiche e se ne hanno memorie scritte fin dal principio del secolo XIV. Ora è totalmente rinnovata.
   II territorio di Adrara San Martino è assai fertile e ben coltivato: produce, nella parte bassa e inedia, cereali d'ogni specie, viti, frutta, gelsi; nella parte alta ha ricche boscaglie di castagni e vasti pascoli, assai frequentati dalle mandre bovine nella stagione dell'alpeggio. L'allevamento del bestiame e la produzione dei bozzoli sono in