Mandamenti e Comuni del Circondario di Rergamo
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di più che 1520 abitanti, cospicuo centro agricolo del territorio. Ha carattere moderno, tra il rurale ed il civile ed è in via di continuo miglioramento edilizio. Di antiche origini è la sua chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Maria e Placido. Nei dintorni del paese ville, cascinali e fattorie completano il nucleo comunale.
11 territorio di Poliate di Sopra, riccamente irrigato e coltivato con somma cura, produce cereali, foraggi, lino, viti, gelsi, frutta, ortaglie. L'allevamento dei bachi da seta è fatto su vasta scala e costituisce uno fra i maggiori prodotti dell'azienda agricola.
Cenno storico. — Donate di Sopra è paese di antiche e ragguardevoli memorie. Quivi, nell'anno 919, fu tenuto un solenne placito dai messi di Berengario I imperatore e re, cioè tra Giovanni vescovo di Cremona, Buffone conte di Bergamo e Gualberto Vasso imperiale. Di questo placito si conserva negli archivi vescovili di Bergamo il diploma membranaceo, che fu pubblicato ed illustrato con profondo discernimento critico dall'erudito paleografo canonico Marco Lupo. Altre memorie si hanno intorno a Donate Superiore del periodo comunale e del periodo sanguinoso delle lotte signorili e delle fazioni, durante le (piali, nel secolo XIV, fu a più riprese saccheggiato ed incendiato dai fazionari.
Coli, elett. Caprino Bergamasco — Dioc. Bergamo — P3, T. e Str. ferr. a Ponte San Pietro.
Sonate di Sotto (1709 ab.). — Si stende il territorio di questo Comune alquanto più a mezzodì del precedente ed è attraversato dalla provinciale — percorsa dalla tram via a vapore — Monza-Trezzo-Bergamo. — Il capoluogo, lionate di Sotto (214 ni.), e un grosso paese, di carattere tra il rustico ed il moderno, con edifìzi di bell'aspetto, ville e cascinali nei dintorni. Antico ed importante edilìzio è la chiesa parrocchiale dedicata a San Giorgio ; ma più antico e cospicuo monumento, uno dei primi saggi che ancor ne restino della vetusta arte dei Maestri Cornacini, è la chiesa di Santa Giulia, ora dichiarata monumento nazionale. Di questa chiesa, di vastissime proporzioni, a tre navate, attualmente non restano che avanzi e la parte posteriore colle tre absidi. Dalla parte anteriore, rovinata nelle tempestose vicende del secolo XIV, si tolse il materiale col quale venne eretto il campanile dell'attuale chiesa parrocchiale ili San Giorgio. Nelle absidi e nei frammenti che ne rimangono spiccano ancora, nella loro primitiva semplicità, gli elementi decorativi che furono canoni dell'architettura comacina, quali : le colonne a fasci e le colonne sottili correnti dalla base alla sommità dell'edilìzio; le decorazioni ad archetti; i capitelli a sculture simboliche, rozze nell'esecuzione, ma nel concetto ingegnose. Si attribuisce dalla leggenda, ma mancano i documenti per appurarlo, la erezione ili questo edilizio alla pia regina Teodolinda. Certo è però ch'essa è evidentemente opera del VII secolo, onde la leggenda non si discosta molto dal verosimile, quanto a cronologia. Il già ricordato dottissimo storiografo bergamasco, canonico Marco Lupo, illustrante questo cli'è precipuo fra i monumenti della vai di San Martino ed è fra i più rari dell'intera provincia bergamasca, così si esprime: « Sebbene abbia sofferto così luttuose ruine, quel prestantissimo tempio, il cui uguale, eccetto uno o due, sia per l'ampiezza, sia per la solidità della fabbrica, sia per l'eleganza, fatta ragione dei tempi nei quali fu edificato, non puossi ritrovare facilmente in Lombardia; tutta volta il di lui perimetro si riconosce fra i vepri e gli spineti o meglio fra gli alberi (lei denso bosco e ci è dato rilevare la misura dell'ampiezza e la di lui forma... Gli avanzi di questo tempio confermano lo splendore degli edilìzi della regina Teodolinda e dimostrano che sul principio del secolo VII l'architettura uon era così deformata come taluni dissero e che oltre la solidità della costruzione, dalla quale ora siamo molto lontani, come già osservò il chiarissimo marchese Scipione Maffei, conservò una convenevole corrispondenza delle parti e un'opportuna composizione dei suoi membri, ove si faccia soltanto eccezione per le colonne ridotte forse a soverchia sottigliezza e perciò troppo complicate >.
180 — a,» l'atri», voi. II.