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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bergamo e Brescia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 540

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   68-
   Parte Seconda — Alta Italia
   romana, travolto da un'alluvione nel 14-73. Il nome stesso del luogo Pontida, o Pontita come nel passato dicevasi, avvalora la credenza dell'antichissima esistenza nelle sue vicinanze di un ponte sull'Adda per le pronte comunicazioni tra il Bergamasco, il Milanese ed il territorio comacino.
   Pontida, situato in una zona ben esposta, fertile e ben coltivata, è uno dei maggiori e più ricchi centri di produzione agraria della regione; prodotti del territorio sono i cereali, le frutta, la vite, i gelsi, i foraggi e nella parte alta del Comune, sui fianchi dell'Albenza e del Canto, le castagne. Le industrie sono rappresentate da una piccola officina meccanica e da un opificio per la trattura della seta a vapore, impiegante in inedia 154 operai al giorno.
   Cenno storico. — Questo borgo trovò forse la sua ragione d'essere dal transito del vicino ponte sull'Adda, allora avente il letto più ad oriente di quello che attualmente non abbia. Le prime notizie che si hanno intorno a Pontida o Pentita, secondo il già citato Ronchetti, daterebbero dall'anno 1070 e consistono ili un atto di donazione fatto da certo Alberto, figlio di Aliprando da Prezzate, uomo seguente la legge longobarda, di terre esistenti iti Pontita, alla chiesa parrocchiale del luogo dedicata a S. Giacomo apostolo. Allora, secondo il Ronchetti, non esisteva peranco la celebre abbazia. Altri opina che la chiesa di San Giacomo apostolo, parrocchiale di Pontita, sia stata eretta, nell'anno SOI, da Agano od Aganone, vescovo di Bergamo.
   Secondo il Ronchetti ed altri storici bergamaschi quell'Alberto di Aliprando da Prezzate altri non sarebbe clic quell'Alberto di Sagra, ritenuto fondatore dell'abbazia, già esistente nel 10S7, e messa sotto la regola cliiniacense. L'Alberto da Prezzate, come vogliono il Ronchetti e gli altri storici bergamaschi, o da Sagra, come vogliono il Giubili ed il Cantù, fu bergamasco e uomo di grandi virtù, sì da essere in seguito beatificato e venerato sugli altari. 11 suo corpo, allorché nel 179S l'abbazia venne soppressa, fu portato nella basilica di Santa Maria Maggiore in Bergamo.
   Il fatto per il quale maggiormente il nome di Pontida rifulge nella storia italiana è il convegno che quivi tennero i delegati dei Comuni lombardi per stabilire fra di loro una lega, onde far testa alla prepotenza imperiale, dopo la distruzione di Milano, fattasi minacciosa anche pei diritti degli altri Comuni. L'insufficienza dei documenti positivi arrivati fino a noi ha fatto dubitare a qualche storico della realtà di cotesto decisivo convegno tenuto in Pontida; ma per contro è stata in ogni tempo tanto e sì fortemente radicata nel popolo la tradizione di questo Congresso, sono sì concordi gli storici sincroni o più vicini nel farne cenno, che il dubbio, ci sembra, non ha ragione di sussistere. Il Muratori, che è pur guardingo nell'accogliere e vagliare le tradizioni e le leggende ond'ò infarcita la nostra storia medioevale, non mette dubbio sul fatto. Più positivo invece è affermare che la Lega non ebbe principio a Pontida, ma che quivi fu il terzo se non maggiore e definitivo convegno dei collegati, ove furono prese le decisioni più gravi di vera ostilità all'imperatore, come quella di far rientrare i banditi e profughi milanesi nella loro città ed assisterli e difenderli, finché essi non avessero provveduto alle opere necessarie alla difesa della loro patria. Altri convegni ed altri accordi fra le città lombarde erano avvenuti in Italia prima di questo di Pontida. Nella Storia Diplomatica della Lega Lombarda del prof. Cesare Vigliati fu pubblicato un documento intitolato Jusjnrandum Pergamensium, privo dì data, ma clic si può ritenere del marzo 1107, scritto molto probabilmente in Bergamo e contenente il trattato fra Bergamo, Brescia, Mantova e Cremona. Ognuna di queste tre città giurava difendere le persone, gli averi e gli interessi delle altre tre. Al giuramento di Bergamo seguì un altro trattato, firmato in Cremona e detto Aduni Cremome, nel quale i Milanesi entrano a far parte della Lega già precedentemente fatta. Il patto di concordia doveva essere giurato da tutti i Milanesi dai 15 ai 00 anni ad proximus Kalendas Madii, data in cui si vede era già sorta negli animi la speranza di poterlo