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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bergamo e Brescia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 540

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Bergamo
   57
   subito uel marzo e nell'aprile, contristarono eri insanguinarono per lunga pezza la città; ma non sedarono il fermento degli animi ed accrebbero l'odio per gii oppressori. Rivolte parziali si ebbero in vai Brembana ed altrove, soffocate, com'era sistema dell' Austria, nel sangue.
   Dopo si stese come cappa plumbea su Bergamo, come su tutta la Lombardia,, l'ultimo decennio della dominazione straniera, più cupo e più feroce del periodo precedente. Continue le vessazioni della polizia e delle soldatesche sulle popolazioni ; gli imprigionamenti, i processi, le vergate all'ordine del giorno. Infinito il numero degli emigrati in Piemonte, in Livorno, in Isvizzera ed in Francia; quelli ch'erano rimasti, come il Nullo, tenevano, nella corrispondenza commerciale, relazione coi profughi e preparavano gli animi delle popolazioni alla speranza ed ai futuri immancabili eventi.
   Il 1859 si iniziò anche per Bergamo foriero di miglior fortuna. Ormai la guerra tra l'Austria ed il Piemonte, alleato alla Francia, era ritenuta inevitabile. Gli animi delle popolazioni erano pronti, maturi a secondare con appoggi materiali e morali l'azione degli eserciti. La gioventù era pressoché tutta emigrata, ed a Genova ed a Torino prendeva volontario posto nelle file dei futuri combattenti, o nell'esercito sardo o nei volontari, Cacciatori delle Alpi, che si andavano organizzando sotto il comando di Garibaldi. Dall'aprile al maggio gii eventi precipitarono e all'indomani dell'entrata degli alleati ili Milano gli Austriaci abbandonarono Bergamo, ritirandosi più che frettolosi sulla linea del Chiese e del Mincio, nel triangolo di Brescia, Mantova e Verona.
   Nella campagna del 18G0, per la liberazione del Mezzogiorno, Bergamo portò alla schiera dei Mille il tributo di 208 dei suoi tigli più animosi, condotti da Francesco Nullo; nel 18S3, esempio piuttosto unico clic raro di solidarietà fra i popoli, capitanati da Nullo, partirono per soccorrere l'insurrezione polacca sedici Bergamaschi, ai quali si unirono alcuni giovani di altre provincie italiane ed uno del Canton Ticino. Alla battaglia di Krzykavvka, presso Olkusz (5 maggio 1803), Francesco Nullo rimase ucciso da una palla al petto; altri Bergamaschi feriti, altri prigionieri condotti in Siberia., ove uno morì, il Caroli, e gli altri, dopo qualche anno di patimenti, vennero — per gli uffici del Governo italiano — amnistiati. Questo fatto, di piccola importanza storica, ma per sé stesso nobilissimo e caratteristico, è prova del temperamento forte e generoso della popolazione bergamasca, fra la quale trovarono sempre culto altissimo gli ideali di patria e di libertà.
   UOMINI ILLUSTRI
   Non piccola è la schiera degli uomini che in ogni tempo ed in ogni ramo dello scibile e nelle più alte virtù civili onorarono Bergamo e la patria comune. Ne ricordiamo per qualità i più insigni.
   Nelle lettere e nelle scienze. Bonaeino Grammatico, che insegnò lettere nell'Università di Bologna fino al 1291, nel qual anno, desideroso di riposo, ritoriiossene in patria, < non senza grande dolore, dice il Tiraboschi, di tutti i suoi discepoli e magistrati bolognesi, che con onorevolissime lettere, ancora esistenti, lo richiamavano all'alto ufficio > ; Alberigo eia liosciate, famoso giurista, che compilò gli statuti della città per ordine del re Giovanni di Boemia e tenne alti uffici ed ambascerie iu patria e fuori (1290-1354); Guglielmo Longo degli Alessandri, uomo di lettere dottissimo e cardinale, che fu gran cancelliere alla Corte di Carlo II di Sicilia e morì ad Avignone, ov'era ambasciatore presso il papa nel 1319; Ambrogio Calepio o Calepino (1435-1511), frate dei Minori Osservanti, dottissimo lessicografo, autore del famoso Vocabolario ili sette lingue portante il suo nome, il primo di questo genere che si conosca; Gerolamo Zanchi, teologo e professore illustre nelle Università di Ginevra, Strasburgo ed Ileidelberga; Bernardo Tasso, padre a Torquato, poeta egli pure valoroso, autore dell'^?Mk%,, e di altre opere, uomo politico, segretario dei Sanseverino principi di Salerno e dei Gonzaga