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Parte Seconda — Alla Italia
Cenno storico. — Pare clic Goitlo fosse infeudato nel 11-66 da Bianca Maria Sforza. Nel 1627 passò al conte Carlo Francesco Corani.
Coli, elett. S. Nazzaro de' Burg. — Dioc. Vigevano — P2, T. e Str. ferr. a Mede.
Lomello (3299 ab.). — Il territorio di questo importante Comune si stende in una bassa plaga, sulla riva destra dell'Agogna, a levante di Mede. — Lomello (96 in.), capoluogo del Comune, bella borgata d'oltre 1800 abitanti, fu sempre fra le terre più considerate della Lomellina, che da essa ripete il suo nome. Quantunque non spoglio del carattere rurale, ch'ò proprio dei paesi di questa regione, si distingue per notevoli edilizi, tra cui gli avanzi dell'antico castello — trasformato ora ad abitazione privata — una ricca chiesa parrocchiale e begli edifizi d'aspetto signorile, moderni o rimodernati. E attraversato dalla strada interprovinciale Pavia-Alessandria, che ne forma anzi la via principale, fiancheggiata dalla parte migliore del paese, ed ha stazione sulla linea ferroviaria, avente la stessa direzione. 11 Comune, oltre del capoluogo, consta di altre piccole frazioni.
Il territorio di Lomello è fertilissimo e benificato da una copiosa irrigazione. Produce: riso, foraggi in grande quantità, cereali, lino e gelsi. L'allevamento del bestiame da stalla e da cortile forma, dopo i prodotti diretti del suolo, la maggior ricchezza del luogo. Importante è quivi la produzione dei formaggi e dogli stracchini in particolar modo, reputati fra i migliori che si facciano in Lombardia.
Cenno storico. — Sull'antichità: considerevole di Lomello, avvalorata da molti fVitti) fra cui monete e frammenti d'antiche ceramiche trovate negli scavi, e dalle mura solidissime, di cui rimangono ancora ì ruderi, sono concordi gli eruditi. Questo sarebbe il Lumellium, segnato negli Itinerari Romani come stazione militare di approvvigionamento, ed il luogo a ciò e per l'ubicazione sua e per la fertilità del territorio che lo circonda non potrebbe essere più adatto.
Grande importanza ebbe Lomello al tempo della dominazione longobarda. Allora aveva un grande castello, nel quale dimorarono sovente o per riposo o per darsi agli spassi della caccia — abbondantissima adesso e più ancora allora nel territorio — i re longobardi. Appunto nel castello di Lomello, che certamente dovette essere considerato luogo degno per tanta cerimonia, avvenne l'incontro della regina Teodolinda con Agilulfo, duca di Torino, da lei prescelto a sposo ed a successore nel regno al cavalleresco Autari. Nel castello di Lomello (anno 590) si compì la cerimonia nuziale secondo il costume dei Longobardi, coll'offerire dalla fidanzata allo sposo una ricca coppa ripiena di vino, ch'egli vuotava d'un sorso. La piccola tazza ad anse d'argento, che ora fa parte del tesoro di Monza, sarebbe, secondo la leggenda, quella che servì a tale cerimonia e dalla regina Teodolinda serbata poi fra le cose sue più care.
Caduti i Longobardi e dando Carlo Magno un assetto feudale alle cose d'Italia nella guisa di quanto aveva adottato per gli altri suoi Stati di Francia e di Germania, Lomello fu eretto a contado con giurisdizione su tutta la circostante regione, che prese il nome di Lomellina. I conti di Lomello, la cui cronologia in parte si conosce, dovevano essere i personaggi più ragguardevoli della regione e, dopo il secolo X, si veggono aver parte nelle cose di Pavia, colla qualifica di conti palatini od imperiali: quelli cioè che nell'assenza dell'imperatole ne rappresentavano l'autorità e ne eseguivano i voleri.
Nel periodo delle vicende comunali, i Pavesi, assediato e preso Lomello, rocca del feudalismo, in conllitto colle nuove tendenze del Comune, lo presero e lo incendiarono (1115). Nel secolo successivo, durante il periodo delle lotte intestino fra Guelfi e Ghibellini, Lomello fu teatro di fazioni militari ad opera dei Pavesi, dei Beccaria, dei marchesi Malaspina, del marchese del Monferrato e dei Milanesi. Assodatasi la signoria dei Visconti in tutta la Lombardia, Lomello seguì le sorti della Lomellina