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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Pavia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 302

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Seconda — Alta Italia
   costruzione, più volte abbattuto dall'impeto del fiume ed altrettante volte rifatto: ad essa si unisce il torrente di Bobbio scendente dai fianchi orientali del monte Penice.
   Il territorio comunale di Bobbio, specie nella parte ch'ò bene esposta, è fertile e ben coltivato: produce cereali, viti, alberi da frutta, legumi d'ogni specie. Nella parte alta che s'addossa alla montagna non mancano belle boscaglie di castagni e di quer-ciuoli. L'allevamento del bestiame costituisce la maggior industria nell'agro del Comune di Bobbio, mentre nella piccola città si confezionano salami di carne suina che vengono esportati a Piacenza, a Genova, a Voghera. Le altre industrie sono rappresentate in luogo da una piccola tipografia e da officine variamente rispondenti ai bisogni locali.
   Il bilancio preventivo del Comune di Bobbio, pel 1889, dava i seguenti risultati ;
   Attivo Passivo
   Entrate ordinarie.......L. 42,477
   Id. straordinarie......» 11,078
   Differenza attiva dei residui ...» 1,850 Partite di giro c contabdità speciali . » 4,283
   Totale L. 59,ti8S
   Spese obbligatorio ordinarie . . L. 27,84fi
   Id. straordinarie . . » 13,141
   Partite di giro e contabilità speciali . » 4.2S3
   Spese facoltative .....» 14.418
   Totale L. 59,088
   Cenno storico. — Bobbio, anticamente detto Ebovium o Bobiitm, è luogo di cospicua antichità. Se ne fanno risalire le origini allo scorcio del secolo VI, precisamente nell'anno 595, quando il dottissimo S. Colombano, uno dei monaci irlandesi la cui fama era sparsa dovunque, chiamati per la loro dottrina e santità dai re longobardi alla loro Corte, vi avrebbe fondato uu ritiro di claustrali, dei quali egli avrebbe avuto il titolo di abate. Questa credenza è radicata su un documento pubblicato nello scorso secolo dalFL'ghelli, nella sua « Italia Sacra » (in Episcop. Bobbiensi), secondo il quale, S. Colombano abate di Bobbio avrebbe appunto, nell'anno 595, fatto un'oblazione al pontefice S. Gregorio Magno per aiutarlo nella sua opera di propagazione della fede e di conversione dei Longobardi dall'Arianesimo al Cattolicesimo. Ma il Muratori, che, come si disse, aveva rovistato anche gli archivi del convento di San Colombano e della cattedrale di Bobbio, impugna l'autenticità del documento pubblicato claìi l'Ughelli, cui ritiene apocrifo e scritto, anziché a Bobbio, in Roma medesima. Il Muratori sostiene che S. Colombano, nel 595, non era per anco venuto in Italia, e che invece era ancora in Irlanda a propugnare colle sue predicazioni la conversione dei Borgognoni. Secondo il Muratori, che trae le sue notizie dalla vita del Santo scritta dal monaco Giona, suo contemporaneo e compagno nel convento di Bobbio, S. Colombano sarebbe venuto in Italia intorno al GIO od al GÌ2. cacciato dalla Borgogna, dove aveva fondato l'abbazia di Lux evi Ile ed altri monasteri, per ordine della regina Brunechilde, la cui vita dissoluta e le male arti di governo egli aveva riprovate. San Colombano fu ben accolto da Agilulfo, re dei Longobardi, e dalla piissinia regina Teodolinda. Si fermò alcun tempo in Milano a predicarvi contro la setta degli Ariani seguita ancora da buon numero di Longobardi, ottenendo iti ciò l'appoggio della regina Teodolinda e del pontefice Bonifacio IV. Desiderando però egli lasciar il rumore della città e le pompe della Corte per darsi a più severe meditazioni, cercando un posto remoto e salubre ad un tempo per fondarvi un convento nel quale ritirarsi con alcuni suoi compagni venuti dall'Irlanda, gì' fR da certo Giocondo, piacentino, vivente alla Corte, additata una località detta Ebovium o Bobinai fra i monti dell'Apennino, nella quale era una basilica già mezzo diroccata per antichità, dedicata a S. Pietro. San Colombano andò, il luogo gli piacque, e nel 012»—secondo il Muratori, basandosi sulle testimonianze del monaco Giona — cominciò ad abitarlo e a dar mano alla fondazione della vagheggiata abbazia che ottenne subito concessioni e privilegi dalla corte di Pavia.
   S. Colombano, primo abate di Bobbio, inori, secondo l'attestazione del suddetto Giona, suo biografo contemporaneo, nel 015 : gli succedette, nel reggimento dell'abbazia,