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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Pavia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 302

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Seconda — Alla Italia,
   da frutta. Vi sono inoltre boscaglie lungo le sponde, non sempre contenute da argini, del Ticino e del Po. L'attività industriale della popolazione di questo mandamento si ©splica specialmente nel caseificio, nell'allevamento dei bacili e nella filatura della seta, nella fabbricazione del sapone e della stearina, nella brillatura del riso, ecc., ecc.
   Cava Manara (2621 ab.). — 11 grosso paese, cli'è capoluogo al mandamento ed al Comune insieme di Cava Manara, sorge su d'una bassa collinetta (84 ni.), ad occidente della strada provinciale Pavia-Voghera ed è attraversato dalla provinciale Pavia-Alessandria. È un bellissimo paese, fra i più belli anzi della plaga pavese, in posizione ridente e salubre, dalla quale si domina il non lontano avvallamento del Po ed oltre il quale si stende il bellissimo anfiteatro dell'Apennino ligure, preceduto dalle vaghe, vitifere colline di Voghera, di Casteggio, di Stradella. Non mancano in Cava Manara edifizi di grandiosa e ricca apparenza: citiamo, tra gli altri, il palazzo che fu degli Giovano — famiglia ch'ebbe parte nelle vicende pavesi — in bellissimo barocco sulla fronte sud-est del paese, verso il Po. P>ella è pure la chiesa parrocchiale, (l'antiche origini, ma più volte restaurata, specialmente nel 1G30 a cura degli dovano, e rimodernata ultimamente: notevole una Sacra Famìglia, del pittore vogherese Borioni.
   Cava Manara, oltre all'essere un bel paese, dotato di buone scuole, di Congregazione di carità, di istituzioni benefiche, è anche luogo industrioso e vi si annoverano, fra gli altri: un opificio per la trattura della seta, varii caseifici, un opificio a vapore per la fabbricazione dei saponi, una fabbrica di laterizi sistema lloftniann, torchi da olio, una fabbrica di paste da minestra, ecc., ecc.
   11 Comune di Cava Manara consta di varie frazioni; numerosi sono pure i cascinali e le ville sparse per la fiorente campagna. 11 territorio, fertilissimo e ben irrigato da frequenti canali, produce cereali d'ogni specie; ma principalmente riso, granaglie, lino, foraggi; gelsi, viti nelle parti più alte della regione. Notevole la produzione dei latticini e dei pascoli.
   Cenno storico. — Le origini di Cava Manara risalgono al periodo feudale. Era anticamente compreso nel nome di Si/ha Carbonarìa che si dava al territorio boscoso chiuso fra il Po, il Ticino ed il Terdoppio, ove appunto il legname era per la maggior parte utilizzato alla preparazione del carbone. Feudatari del luogo erano gli Olevano, conti di Zinasco, famiglia il cui nome ricorre spesse volte nella storia del Connine di Pavia. Già appartenente, insieme al Principato di Pavia, al Bucato di Milano, Cava Manara passò, colla Loniellina e coll'Alessandrino, a far parte degli Stati Sardi pel trattato del 1735, seguito alla guerra per la successione di Polonia.
   Per Cava Manara e Pavia passarono, nel 1818, le truppe sarde, capitanate da Carlo Alberto, quando, varcato il Ticino, si recavano a respingere l'Austriaco oltre l'Oglio ed il Mincio. Durante la breve, ma disastrosa campagna del marzo 1849, Cava Manara doveva essere occupata dal generale Bamorino colla divisione che da questi dipendeva; ina per quel fatto, le cui ragioni sono tuttodì inesplicabili e che oscurò la fama dell'antico soldato delle rivoluzioni polacche e di Spagna e lo trasse ad esser giudicato e condannato a morte, Cava con tutta l'altra linea di difesa, tra il Ticino ed il Po, affidatagli, fu dal Bamorino abbandonata, affrettando, o per meglio dire, rendendo con ciò possibile ed irreparabile la catastrofe di Novara e la marcia degli Austriaci su Alessandria e Casale. In quella circostanza, alla vigilia della battaglia di Novara, mentre la divisione Bamorino volgevasi in ritirata all'Oltrepò, alla Cava il battaglione dei bersaglieri volontari lombardi, comandati da Luciano Manara, che nei fatti militari del precedente anno ed 111 ispecie nei combattimenti per le vie di Milano nella rivolta delle Cinque Giornate, aveva avuta parte primeggiale, si trovò di fronte ad 1111 corpo d'oltre 14,000 Tedeschi. Con molto valore il Manara, col suo branco d'uomini, tenne fronte a quel vero esercito nemico e tanto seppe destreggiarsi e muoversi bene che condusse la sua legione in ordine e senza perdite sul Po.