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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Pavia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 302

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Seconda — Alta Italia
   piedi i santi Teodoro, Invenzio, Lorenzo e. Stefano. Venne dipinto nel 1401 c reca le iniziali del dnca Giovanni Galeazzo (JO. GZ,). Nel disegno, nella fattura, nel colorito, nell'espressione dei volti, nell'attitudine dei personaggi, nello sfondo prospettico, questa tavola è da mettersi fra le migliori opere, di pittura del secolo XV, e fra i lavori del Borgognone non è 'uguagliato in valore die dal Crocifisso dell'attigua cappella. La vèlia di questa cappella è la sola, fra le quattordici, che conservò interamente la primitiva decorazione eseguita nel 1401 da Jacopo DeMotis; la vetrata, pur essa a colori, reca la firma « Anlomusde l'andino me fecil i>, artista che lavorò alle invetriate celebri del Duomo di Milano nella prima metà del secolo XV. Le colonne dell'altare sono di nero antico; il palliotto è lavorato in mosaico, con profusione di pietre dure a colori vivaci, dai fratelli Sacchi.
   La quarta cappella è detta del Crocifisso per la gran pala d'altare, dipinta dal Borgognone nel 1400 e rappresentante appunto Cristo spirante in Ci ore, colle Marie e Giovanni ai piedi, la prospettiva di Gerusalemme nello sfondo. E questo nel suo genere un quadro profondamente suggestivo e pensato dall'artista, e che entra trionfalmente nel novero dei capolavori dell'arte nel secolo XV. 11 Burkhard! mette questo quadro insieme ai dipinti che adornano le calotte delle absidi laterali come modelli di perfezione, di sentimento, di effetto straordinario, insieme a quelli di Lippo Lippi e del Melozzo. Il Borgognone fu nativo eli Milano: « ftlius Domini Stefani medioìanensis dictus Bregognonus » dichiara egli in un'istromento datato dal 1515 ancora esistente. « Essendo stato, dice il Merzario, di continuo mescolato e collegato tanto in Milano, quanto alla Certosa di I'avia coi maestri Comacini, egli fu naturalmente loro socio o collega ». Le opere migliori del Borgognone, insieme a queste della Certosa, sono gli affreschi rimasti in Milano nell'abside di San Simpliciano. Scrive in proposito il Del Rio (Leonardo da Vinci e la sua scuola) : « 11 capolavoro del Ilergognone è l'affresco grandioso nel coro di San Simpliciano. Merito artistico nell'espressione, inerito tecnico, per la grandezza e la perfezione del colorito, bellezza nelle forine, effetto del godimento spirituale, quale sentesi avanti ai quadri dell'Angelico ». Era doveroso richiamare con queste parole, più che con uu freddo accenno, l'attenzione degli studiosi sul nome del Borgognone, indissolubilmente legato ai fasti ed alla gloria artistica della Certosa di Pavia. Ornano l'altare del Crocefisso due bellissime colonne di alabastro orientale ed un pallio in marino di Carrara scolpito dal Volpino nel 1077. La decorazione fu rinnovata nel secolo barocco.
   La cappella seguente, o quinta, si intitola da San Benedetto; la pala originaria del Borgognone esistente nel 1500, andò, non si sa come, perduta. Fu più tardi sostituita dall'attuale, rappresentante l'Estasi diSun Benedetto, opera mediocre di Carlo dormirà (1608). Le colonne sono in marmo fiammante di Francia; il pallio a mosaico ili pietre dure è. dei fratelli Sacchi. La decorazione originaria del secolo XV fu totalmente sostituita dai manierati affreschi del secolo barocco, del Ghisolli.
   La sesta e penultima cappella, dedicata a Sant'Ugone, ha un'interessante pala a sei scompartì originariamente opera di Macrino d'Alba (1406). Due scompartì laterali, rappresentanti i Quattro Evangelisti, sono frammenti di una pala del Borgognone. Le colonne sono in marino di Portovenere; il pallio ha buon bassorilievo del Volpino; le decorazioni barocche.
   Nell'ultima cappella, intitolata a Santa Veronica, è rappresentalo infatti il Caso della pietosa donna in una tnen che mediocre pala dell'altare, dovuta a Camillo Procaccini (1605). Le colonne, come nella corrispondente dell'altra navata, sono in lumacliclla d'Egitto, con capitelli in bronzo gettati da Annibale Busca. 11 pallio, in marmo intarsiato in pietre dure, è dovuto ai fratelli Sacchi. Di fianco al sacrario notasi un piccolo lavabo in marino, finamente scolpito sulla fine del secolo XV. La decorazione è barocca ; ma sulle pareti di fianco all'altare, sebbene danneggiati, si veggono gli avanzi dell'antica decorazione, dovuta al Borgognone.
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   Attigui alla chiesa fin dal primo impianto sorsero gli edifizi claustrali Le attestazioni storiche sono indubbie. Due anni dalla fondazione della Certosa ventiquattro monaci retti in prioria, chiamati da Gian Galeazzo Visconti vennero ad abitarla e ad officiarla.
   Dalla chiesa si accede agli edifizi claustrali per un breve andito, passando dalla mirabile porta in marmo, che fu opera ed è detta dell'Amadeo. Da questo andito si sbocca nel chiostro piccolo o