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Parte Seconda — Alla Italia
forme, non ebbe mai più felici effetti come questi che furon ottenuti nella Certosa di Pavia : né l'imponenza colla graffa trovaronsi mai in maggiore unissono. Più il monumento lo si esamina e lo si studia, più ci si persuade della verità di questa affermazione.
La decorazione della vòlta, in fondo azzurro oltremare, con stelle, d'oro, fu ideata ed eseguita da Ambrogio Fossano detto il Borgognone, che per dieci anni consecutivi (1400-1500) lavorò nella Certosa lasciandovi prove incontestabili del grandissimo e versatile suo talento, e quadri che lo mettuno tra i primissimi pittori del cinquecento lombardo.
Le. navate sono a quattro arcate : ai piedi di ogni pilastro, tanto nella navata principale, che nelle laterali, sorgono, su appositi basamenti, statue di pontefici, profeti e santi : per lo più della seconda metà del secolo XVI ed oltre, con spiccatissime tendenze alla maniera barocca. Queste statue, che non sono certo la miglior cosa dell'edifizio, se 11011 tolgono, nulla arrecano alla maestà di quell'interno di chiesa, dei più belli e solenni che si possano ammirare. Esse si devono agli artisti Dionigi Bussola, Francesco Bosso, Carlo Simonella, Giuseppe Busnati, Siro Zanelli, che le eseguirono verso il 1(')80. I piloni le cordonature delle vòlte, gli ornati ricorrenti, i capitelli pensili, gli archetti delle bifore sovrastanti alle cappelle, le gallerie ad archetti del braccio trasversale e dell'ottagono della cupola, il rivestimento delle pareti, son tutti in marmo bianco di Gandoglia, di cui è pure all'interno ed all'esterno rivestita la fabbrica del Duomo di Milano. Abbiamo già detto che i priori della Certosa pavese, per i marmi occorrenti al compimento della loro chiesa, ricorrevano generalmente ai deputati della fabbrica del Duomo di Milano.
La cupola che s'alza bella e slanciata al punto d'intersecazione dei due bracci della croce, è nella parte inferiore lanciata ad ottagono col processo dello scantinameuto naturale ai eoniaeiui : negli archetti concentrici che s'impostano sui quattro piloni centrali, e sui quali si sviluppano 1 lati dell'ottagono, ricorre la bella decorazione delle medaglie colle mezze figure sporgenti. Intorno all'ottagono, prima che si sviluppi la cupola a spicchi curvi, gira, motivo non trascurato dai Comacini, la logge,tta ad archetti romani, sorretti da svelte colonnine. Ogni Iato dell'ottagono comprende quattro archetti. Questa parte, della cupola fu innalzata nell'epoca della maggiore attività dei lavori del tempio nella seconda metà del secolo XV; il cupolino di finimento venne aggiunto o rifatto nel secolo XVI, e dell'epoca se ne risente.
Le sole tre navate del pie di croce sono sempre aperte al pubblico ; la navata trasversale è chiusa da un grandioso e artistico cancello in bronzo e ferro battuto, disegnato da Francesco Villa ed eseguito nel lOfiO insieme agli altri, non spregevoli, che chiudono le quattordici cappelle laterali — sette per parte — nelle officine di Pietro Paolo Ripa e Ambrogio Scagno, milanesi. II pavimento bellissimo a disegno geometrico, eseguito nel 1400 dal cremonese Rinaldo de Stauris, venne intorno al 1855 rifattu in mosaico alla veneziana, sul disegno antico.
La visita delle cappelle c delle parti dell'edilìzio è regolata da speciali norme che tendono a conciliare la vigilanza scrupolosa dovuta dal personale al monumento ed ai tesori d'arte e di ricchezze ch'esso racchiudo, colla giusta curiosità e coH'aminirazione dei visitatori. Si comincia dalla prima cappella a sinistra, ove è pure il tourniquet per la numerazione ed il controllo delle persone che entrano, invariabilmente accompagnate da uno dei custodi,
Li prima eappella a sinistra è dedicata a Santa Maria Maddalena. L'altare, in questa, come in tutte le altre quattordici, non è collocato nello sfondo di fronte alle navate della chiesa — coinè ò quasi eostante consuetudine—macoli logico intendimento è addossato alla parete orientale della cappella, onde l'officiante sia sempre, secondo è dagli antichi canoni stabilito, rivolto ad oriente. La pala dell'altare, rappresentante la santa quando nella casa del ricco Galileo si getta ai piedi del Nazareno, è dell'abate Peroni di Parma, secentista: è buona abbastanza senz'essere però cosa eccezionale. Le colonne dell'altare sono in hunachella d'Egitto, inarmo pregevole e ricercato, hanno basamenti e capitelli, di buoi) lavoro, gettati in bronzo da Annibale Busca ; l'insieme del lavoro è però baroecheggiante. Notevole è il pallio in marmo bianco ad intarsi in pietre dure, coralli e granato, ed altri marini colorati, lavoro dei pavesi Sacchi, che, per tre secoli consecutivi, tramandandosi di padre in figlio quest'arte specialissima, nella quale il buon gusto e la rara abilità si accoppiano ad una pazienza indicibile, fornirono, siccome vedremo, gran copia di tali lavori al tempio