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Parte Seconda — Alla Italia
cuspidale, rispetta negli scomparti la iconografia interna del tempio. Tre sono le navate del jiiè di croce, fiancheggiate ad ambo le parti da ampie cappelle. Ora la facciala è simmetricamente divisa in cinque scomparti corrispondenti alle parti interne del tempio ; ampi e di uguale altezza ì tre scompartì centrali, corrispondenti all'imbocco delle navale; più bassi quelli estremi coprenti fim-j posta tura delle cappelle. Una porla sola s'apre nel mezzo, sulla navata centrale; alle due navate laterali corrispondono due magnitiche finestre quadre nel contorno; bifore, a pieno centro nella luce ; di ugual taglio e disegno sono le finestre corrispondenti al comparto delle cappelle, ma cieche. Le estremità o spigoli della facciata sono formate da elegantissimi pilastri terminanti in sei graziose edicole : mentre gli scompartì interni sono segnali da lesene che dalla base vanno a raggiungere la cornice supcriore dell edilìzio.
La parte superiore dello scomparto centrale è la sola che rimase incompiuta, causa la quasi totale sospensione dei lavori avvenuta per le tempestose vicende del Ducato tra fa fine del secolo XV ed il principio del XVI. La finestra circolare che vi fu aperta, era forse nell'intendimento primitivo del creatore della facciata, ma voleva compimento diverso da quello che lo fu dato nel secolo successivo : ed è questa la sola nota discordante che nell'edilìzio si trovi. Fu ventura proprio, che i monaci della Certosa, visto quel primo saggio, abbiano preferito lasciar incompiuta l'opera — che del resto anche cosi non guasta — piuttosto clic lasciarla deturpare dagli artisti barocchi nelle mani dei quali erano caduti. Ma se la parte superiore dello scomparto centrale è rimasta incompiuta, la parte inferiore e così meravigliosamente finita, che basterebbe la sola porta a far la rinomanza imperitura del monumento.
Motivo caratteristico di questa facciata, non mai trascurato in tanti secoli nelle loro opere dai Maestri Comensi, è la piccola galleria ad archetti clic chiude, se cosi si può dire, la parte inferiore della facciata, galleria iu perfetta corrispondenza con quella che gira tutto intorno all'edilizio : lo stesso motivo architettonico si ripete nella parte superiore della fronte che copre le tre navate : rispondente essa pure ad una consimile ornamentazione che segue anche la parte alta del tempio. Onde se l'osservatore si inette a contemplare l'edilizio sull'augolo nord-ovest, vede, tra la fiancata ed il prospetto del monumento, una completa rispondenza, una perfetta continuità di linee, che gli fa trovar strettamente logica, naturale la soluzione basilicale data alla facciata, in luogo della cuspidale, clic, dato lo stile neogotico del! interno, poteva per avventura sembrar più logica.
Tale ò il complesso, l'insieme della facciata per se stessa opera d'arte indiscutibilmente superiore.
Quanto ai particolari, sui quali si e sbizzarrita ed esercitata la fantasia dei migliori artisti viventi allora in Lombardia, a esaminarne, a descriverne tutto quanto il inerito ed il carattere loro, non basterebbe un volume.
La porta è, secondo abbiamo detto, la parte più importante della parte inferiore della facciata. Essa è quanto di più squisito nel guslo, di raffinato nella esecuzione ci abbia dalo l'arte lombarda nel secolo XV. Consta di un arco sporgente in pieno centro, sorretto da due colonne binate, in marmo, del più puro ed elegante corinzio. 1 fregi dei capitelli, delle trabeazioni, dei riquadri che incorniciano l'arco; dei piedestalli, tutti a fogliame, a chimere, a fruiti, a putti e figurine, scolpiti in marmo di Carrara, sono di tale mirabile fattura, di sì fresca concezione, che diffìcilmente potranno uguagliarsi, mai superarsi (fig. 17). Negli stipiti ai lati della porta sono quattro grandi bassorilievi lavorati con quell'arte squisita, con quella somma perizia che faceva trattare il marmo quasi fosse avorio, da Benedetto Iiriosco, e che furono attribuiti ad Agostino Busti o da Busto, detto, dal Vasari e da altri scrittori del secolo XVI, il Bambaja od anche Zarabaja. (Il Busti nacque intorno al 1480 e inori in Milano nel IT» i8. Fu addetto alla fabbrica del Duomo e della Certosa di Pavia, ed è l'autore, coadiuvato da Cristoforo Lombardo, del monumento a Gastone di Foix, il più famoso monumento sepolcrale di cui siasi parlato nel secolo XVI, le parti del quale, con ignorante profanazione disperse, son divise ora tra varii musei e raccolte private d'Europa).
Nei due grandi bassorilievi che fiancheggiano la porla del tempio, lo scultore rappresenta, in quello alla destra diehi entra, la solenne cerimonia della fondazione della Certosa ed il collocamento della prima pietra, coll'intervento di Gian Galeazzo Visconti, dei suoi figli, della corte, del vescovo di Pavia, del clero e di numeroso popolo. Meravigliosa è la fattura delle figurine tra cui quelle di