Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Pavia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (104/313)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (104/313)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Pavia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 302

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   1UL» Parte Seconda — Alla Italia
   CtlI EDIPIZI
   Da Torre del Mangano nno stradone in linea retta di circa nn chilometro, fiancheggiato da verdi praterie, conduce m pochi minuti alla Certosa di Pavia. Questa si presenta di fronte circondata da fabbricati e da ortaglie completamente cintate sui quattro lati da un muro.
   La porta d ingresso o vestibolo conserva ancora benissimo, in tutto il suo carattere, il tipo delle costruzioni lombarde del Quattrocento (%. 15). Consta di una parte avanzata dell'edilizio, con tetti a largo cornicione sostenuto da lunette semicircolari. Interessante è la decorazione pittorica di questo edifizio, sebbene deteriorata dal tempo e dagli agenti atmosferici, e più di tutto dalla umidità : la grande nemica della pittura in questa plaga. Questi dipinti datano dal 1508 e sono opera di Bernardino De Rossi pavese, buon artista del Cinquecento, e preparano degnamente alle meraviglie dell'interno.
   Nell'interno del vestibolo la buona impressione aumenta per la ricca decorazione delle pareti e per la grandiosa porta in marmi, riccamente scolpita colle medaglie di Gian Galeazzo e Filippo Maria Visconti, con arabeschi ed ornali; ottimo lavoro dei primordi del Binascimento. Ai lati della porta sono dipinti Sun Sebuxtiuno e San Cristoforo, arieggiami nella maniera al fare del Luino, ed a questo grande maestro anzi, dalla tradizione avvalorata dal consenso dei competenti e dall'eccellenza del lavoro, attribuiti.
   Come per tutti i musei, monumenti nazionali, scavi, ecc., dipendenti dal Ministero della Pubblica Istruzione, la tassa d'ingresso alla Certosa di Pavia è di una lira ; nei giorni ufficialmente festivi l'ingresso è gratuito. E però libero tutti i giorni l'ingresso al piazzale ed alla navata centrale del tempio. Chiuso è il recinto delle cappelle, della navata trasversale, del coro, della sagrestia, dei chiostri, dei refettori, del museo e delle celle.
   Dal vestibolo si sbocca sul piazzale, di grandioso aspetto e di effetto bellissimo, perchè di fronte appare, in tutta la imponente ed elegante sua inule, la facciata del tempio, colla slanciata cupola a colonnette; a destra dell'osservatore il grandioso palazzo — detto Ducale, perchè sorto in luogo di quello nel quale ai loro tempi abitavano i duchi di Milano allorché venivano alla Certosa — opera di Francesco Maria Riclnuo, eretto intorno al 4025. 11 Bichini) fu senza dubbio uno dei migliori architetti lombardi del secolo XVII, in quel periodo che fn detto dei Borromei, e le opere da lui lasciate in Milano, quali il palazzo Brera, il cortile dell'Ospedale Maggiore e parecchi palazzi, sono fra quanto di meglio ci venne da quel secolo. In quest'opera non ha tradito il suo stile ed il piazzi ducale della Certosa, quantunque barocco, in uno stile cioè disformo dal monumento clic gli sta allato, per la severità e grandiosità sua non disarmonizza e contribuisce all'imponenza del piazzale, per tre lati circondato da ben tenuti edilizi ad uso di abitazioni del personale di custodia e vigilanza al monumento, e ad altri usi. Un'ampia, verdeggiante aiuola accresce vaghezza al piazzale, che, aperto ad oriente, sul fianco settentrionale del tempio, lascia vedere nello sfondo gli alberi frondosi della circostante campagna.
   Ma il motivo che dovunque s'impone e schiaccia tutto il resto in questo piazzale, attira il visitatore e lo incatena, è la facciata del tempio, per sè stesso il più bello, il più riuscito, il più ricco monumento dell'arte italiana nel secolo XV ; un poema scolpito in marino, non col martello, ma col cesello (lìg. 10). 11 concetto fondamentale che inspirò l'architetto noli ideare questa facciata, è quello che in arte è detto l a si li cale ; od è notevole e coraggiosa, ad uu tempo, la innovazione portata dall'artista alla sua opera, in un momento in cui l'arte italiana evolveva a nuove forine: si liberava cioè dai canoni dell'arte gotica, per assumere forme più plastiche, più fantasiose ed eleganti, più omogenee all'indole sua, nella quale, per quanto trasformata nella sequela dei secoli di mezzo, era pur sempre viva e potente la tradizione della grand'arte antica, della grand'arte classica. L'organismo, l'iconografia fondamentale del tempio sembrava non potessero o non dovessero ammettere per la facciata della Certosa altra soluzione clic la cuspidale, come non se ne potrebbe immaginare una differente per la fronte del Duomo di Milano, di cui la Certosa pavese è figlia primigenia, come cuspidali furono, le facciate dei duomi di Orvieto e. di Siena, fabbriche collaterali