Mandamenti e Comuni del Circondario di Pavia — L
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della Certosa di Pavia furono attribuiti diversi padri: il Calvi, già citato, immedesimato nel rivendicare i diritti di maestro Bernardo da Venezia, ne vorrebbe attribuito il merito a questi che, secondo lui, senza poterne vedere l'effettuazione, avrebbe preparati i disegni della facciata prima del 1400. Ma lo stile dell'attuale edilìzio, non ancora possibile, nel 1400, è la confutazione parlante dell'ipotesi del Calvi. Sopravvengono il Mhraspina ed il Lanzi coll'attribuirla al pittore Antonio Possano detto il Borgognone o Borgognone, come sembra più propriamente si debba chiamare, il quale lavorò nella Certosa dal 1491 al 1500 per invito del priore; ma esistono documenti comprovanti clic i lavori della facciata erano iniziati ed alacremente condotti sino dal 1473; ora non si iniziano lavori siffatti come un castello di carte senza averne prima e lungamente studiati e preparati i disegni in ogni parte: infine l'Albuzzi attribuisce questa opera colossale al Dolcebuono —-ma è affermazione mancante di base storica — ed altri allo stesso Bramante d'Urbino : ma a ciò si oppone il fatto che quando Bramante da Urbino venne in Lombardia i lavori di questa facciala erario da parecchio cominciati.
Se si vuole dunque venire a capo della verità uscendo da questo ginepraio, bisogna ancora ricorrere alla forte congrega ilei lavoratori cainpionesi o comacini, e ricercare chi di questa, nel periodo presunto per l'inizio della facciata, fosse in maggior fama di celebrità.
Alcuni istromenti notarili, riportali dal Merzario dell'anno 1473, ci sono prova del gran lavoro che ferveva nei cantieri della Certosa per preparare la facciata. Fin dal 14 gennaio 1473, per pubblico istroinenlo rogato Gabbi di Pavia, vigeva un contralto fra il priore della Certosa e rAiiiiuiiiistrazioiie del Duomo di .Milano, in virtù del quale la seconda doveva all'altro, per 10armi consecutivi, v200 centinaia di marino bianco della Gandoglia, da servire per la facciata della chiesa. Un altro strumento del 7 ottobre 1173, rogato dallo stesso notaio, dà l'appallo ai fratelli Cristo-loro e Antonio Mantegazza per « fare fabbricare e lavorare tutta la facciata della detta chiesa e la porta colle finestre ed altri lavori, ecc., ecc. ». Prova questa che in quell'anno i lavori erano avviali ed il disegno già concretalo, studiato e predisposto. Senonchò l'Amadeo, clic si trovava a Bergamo a lavorare nella cappella dei Colleoni, sentitosi leso nei suoi diritti da questo contratto, interviene, e si stipula un altro contratto, 20 agosto 1474-, mediante il quale, una metà del lavoro affidalo ai Mantegazza viene, d'accordo con questi, dal Priore, ceduta alI'Aiuadeo. Le scollure nel frattempo e precedentemente compiute dai Mantegazza e dall'Amadeo vennero consegnate per la stima e per ottenerne il valsente, alla presenza del Priore, di Guiniforle Solari ingegnere della fabbrica e dei due maestri in scollura Giovanni jitniore da Campione e Luchino da Ccrnusco, addetti essi pure alla fabbrica. L'apparizione di Guini forte Solari che riceve in consegna le opere degli scultori concorrenti e le collauda e ne assegna il prezzo, è più clic mai significativa, e sorge subito la domanda : Essendo Guiniforle Solari, discendente da una antica famiglia di artisti, che già con onore avevano lavoralo e nel Duomo di Milano e nella Certosa slessa da circa un secolo, a funzionare da ingegnere, da collaudatalo dei lavori di scollura per la facciala, di chi mai poteva essere il disegno di questa facciala alla quale attendeva, se non suo o di qualcuno de'suoi?
Ma c'è di più. Nei primi di gennaio del 1481 Guiniforle Solari muore di pleurite in Milano e subito, pochi giorni appresso, Bartolomeo Calco, segretario di Stato del duca Gian Galeazzo Sforza, ne dà notizia con una lettera al Priore ed ai monaci della Certosa perchè provvedano alla nomina del successore, proponendo all'uopo lo stesso figlio del Guiniforle, Pietro Antonio «peritissimo de la medesima arte et de divino ingegno » già assunto dal duca e et substitnito ad tutte le imprese pubbliche a le quali era deputato el dicto suo patre ». Quanto al defunto Guiniforle, il segretario ducale ne fa al Priore (presto eloquente elogio: « Dell'ingenio et virtù del quale non bisogna che ne facciamo parola, perchè l'opere dictate per lui nel diclo nostro monastero sono non meno a voi che a noi note ».
Per queste ed altre circostanze dal Merzario opportunamente raccolte ed annoiate, ne emerge la deduzione che a Guiniforle Solari, campionese, spetta il merito grandissimo di avere dato il disegno di quella meravigliosa facciala, variata forse, o modificata in qualche particolarità secondo il gusto ed i criteri degli artisti clic dopo di lui vennero; ma che rimase immutata nelle proporzioni fondamentali, nelle linee direttive, negli scompartimenti, nel carattere ornamentale di tutto