Mandamenti e Comuni del Circondario di Pavia — L
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gratificato del titolo di « ingegnere generale » — non si hanno grandi notizie, e quelle che si hanno fuori di ciò elle operò per la Certosa pavese, non sono proprio tali da rassicurarci nella credenza espressa dal Calvi e dalla Commissione storica milanese, ch'egli fosse l'architetto creatore e primo dei disegni della Certosa. Era Bernardo da Venezia uomo di una certa abilità nelle opere murarie e nelle costruzioni in genere ; ma lungi dal poter aver la parte primeggiarne, che il Calvi ed altri gli attribuiscono. Se guardiamo negli annali della fabbrica del Duomo, il gran semenzaio degli artisti che fiorirono in Lombardia, dallo scorcio del secolo XIV a tutto il XV, maestro Bernardo da Venezia non vi figura che due volte, intervenuto alle sedute generali degli ingegneri ed artisti addetti alla fabbrica nel 139-2 e 1395, senza però che vi prendesse parola, ed è qualificato per « intagliatore e maestro in legname ». Jacopo ila Campione all'incontro, insieme ad altri Campionesi, ò ai servizi della fabbrica del Duomo fin dall'ottobre 1387 : nell'aprile successivo è nominato ingegnere, e resta lino alla sua morte addetto alla fabbrica nella qualità di architetto, disegnatore e si ultore : prende parte attiva alle assemblee degli artisti clic lavoravano alla grande opera; compete con lìonaveutura ila Parigi per la ornamentazione : dimostra erronee le operazioni di Ferrateli, tedesco, nella sagrestia e le corregge ; è naturale quindi che quest'uomo, che tante prove di valentia aveva dato, e che sotto i suoi ocelli, si può dire, lavorava, inspirasse nel duca Gian Galeazzo, la fiducia necessaria per commettergli la granile opera della Certosa: naturale ch'egli si facesse coadiuvare da Marco da Carpila, quasi suo compaesano, altro valente architetto. Dell'opera prestata da Jacopo da Campione nella Certosa di Pavia è traccia perfino negli atti dei deputati del Duomo. Il Merzario riporta all'uopo le parole inserite nel verbale della loro adunanza del 4 marzo 1397, ove è detto che Jacopo era stato « accettato ossia prescelto per la fabbrica della Certosa, che poi Gravisi recato più volle e che l'opera del Duomo per queste sue assenze aveva palilo rosila danno ».
Ora, il Duomo di .Milano, specie agli inizi suoi, ò opera tale che non poteva patir danni per l'assenza d'un capomastro — quale vollero riconoscere in Jacopo da Campione, il Calvi e la Commissione suddetta — bensì di uno che in essa avesse parte primeggiarne. Mentre è notato tanto nel diario della Certosa, quanto negli alti della fabbrica del Duomo milanese, l'andirivieni di Jacopo da Campione, IraMi lane e la nuova fabbrica; mentre in piti documenti si parla delle importanti di lui prestazioni all'uno ed all'altro edilizio e dei disegni ila lui preparali e sottoposti all'approvazione del iluca committente, non è fatta mai menzione di Bernardo da Venezia se non come deputato a sorvegliare ed a curare il lavoro manovale degli operai e l'esecuzione scrupolosa dei piani e disegni dall'archi letto preparati. Della perizia di Bernardo da Venezia come architetto non si ha clic un saggio, molto incerto e poco fortunato, nella chiesa del Carmine in Milano, secondo l'Albuzzi da lui edificata intorno al 1400, demolita pei lavori del castello e riedificata per cura di uno dei Solari, lavorante al Duomo. « Egli, scrive il Menano, sarà stato valente e accurato direttore dei lavori, ma disegni a lui non sono attribuiti e neppure nessun alto di autorità sopra gli altri ingegneri che andavano evenivano da Milano». Va notato inoltre che fin dai primi inizi dei lavori della Certosa, oltre quello di Jacopo da Campione figurano i nomi di altri Campionesi ; ed è facile che questi fossero stati scelti ed impiegati dal loro compaesano Jacopo, mente direttiva della fabbrica, che doveva ben conoscerli, che sapeva come giovarsene, e non da altri. Insomma, un complesso di prove indiziarie ed indotte, desunte in gran pai te dagli stessi documenti citati a prò di Bernardo da Venezia, milita a favore di Jacopo da Campione; onde, chi esamina la quisfione con animo sereno, non può fare a meno di senire pure alla conclusione del Merzario che tutto consideralo dice: «Non può non formarsi negli animi un assenso ragionato che Jacopo sia stalo il principale o uno dei principali autori dei primi disegui e delle prime edificazioni della Certosa, come altri del suo territorio ne furono i seguaci e continuatori ».
Tuttavia, ultimamente, l'architetto Luca Bel trami (che pubblicò di recente una Storia della Certosa di Pavia), esaminati i dati tutti che le scoperte di nuovi documenti riferentisi alla Certosa hanno posto in mano agli studiosi, dopo minutissima critica degli stessi, verme alla conclusione che i Ire ingegneri, i quali ebbero maggior azione nell'ideare e nel dirigere i lavori della Certosa, furono Bernardo da Venezia, Jacopo da Campione e Cristoforo di Beltramo: il primo, come uomo di particolare fiducia del duca, ebbe l'ufficio di sovrastante generale ; il Campionese, come uno dei più
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