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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Pavia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 302

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Pavia — L    401
   altre vie raggiunsero un nuovo grande, un nuovo bello, nell'architettura ». — Ciò posto in essere e premesso, veniamo alla ricerca di chi fu l'ideatore primitivo, fondamentale dell'insigne monumento.
   Una tradizione, ch'ebbe voga tra il secolo XVII ed il XVIII, attribuiva ad Enrico di G a modi a (da (limimi, piccola citta del Wurtembcrg nel quale era nato) la paternità della Certosa di Pavia. Anzi per molti anni, i frati Certosini, clic lino al 1881 custodivano il monumento, mostravano nei busto che sta sopra il famoso lavabo presso la sagrestia vecchia, il ritratto del Gamodia stesso. Ma nessun documento avvalorava la leggenda, del cui fondamento storico gli eruditi dubitavano forte, sebbene gli abitanti di Crniind, erigendo in una piazza della loro città un monumento al celebre loro architetto ne volessero il volto improntato a questa figura della Certosa di Pavia. Il Gin lini fu il primo — dicendo la Certosa di Pavia opera tutta di artisti italiani — a reagire contro questa tradizione, alla quale, per disbrigo d'indagine, si accomodavano facilmente italiani e stranieri; ma 11011 bastò a vincere una corrente d'idee stabilita, per quanto senza serio controllo storico, da secoli ed il nome di Jacopo da Campione inesso fuori dal Giulini fu presto dimenticato. I recenti sludi fatti intorno alla origine del Duomo di Milano hanno, quanto alla parte avuta dal Gamodia fra noi, messo in chiaro le cose. Il Gamodia, chiamato per prendere parte ai lavori del Duomo di Milano, era, il •28 novembre 1391, entrato al soldo di quella fabbriceria; ina pochi mesi dopo, il 7 luglio 1392 era, con mi leggero compenso in denari, licenziato    Impossibile quindi clic Gian Galeazzo Visconti chiamasse ad erigere una fabbrica, alla quale egli tanto teneva, un artista clic, per la diversa intonazione del gusto e dei metodi del suo paese, non aveva soddisfatto i deputali alla fabbrica del Duomo ed era stato necessario rimandare.
   Chi dunque fu l'autore del piano fondamentale della Certosa pavese? — Se noi guardiamo all'euritmia complessa della fabbrica, nella parte interna specialmente, alle colonne, alla cupola, ai motivi ornamentali architettonici non può non venirci spontanea alla bocca l'esclamazione : « Questa é opera ili artisti lombardi, di artisti coniacini: si sente poi più che mai il genio e l'opera di coloro che idearono le colonne a fasci del Duomo di Milano e di Como ; di coloro clic ebbero, per imprescindibile carattere delle ornamentazioni architettoniche, le svelte e leggiadre loggette ad archetti ricorrenti ». — Chi fu dunque il primo architetto della Certosa di Pavia?
   Fu dal conte Xuva, illustratore del monumento — uno dei primi che con date e fatti prese, dopo il Giulini, a combattere e sfrondare la tradizione che ne attribuisce la paternità al Gamodia — rimesso avanti il nome di Jacopo o Iacopino da Campione; ma le induzioni del Nava, logiche e stringenti per ciò che riguarda l'artista tedesco, sono piuttosto indeterminate nello stabilire l'essenza e la paternità di Jacopo da Campione, onde il dubbio rimase ancora negli eruditi e negli artisti. Più lardi ancora, un dotto e studioso delle antichità lombarde, ricercatore indefesso degli archivi, abile scrutatore dei più antichi documenti, il cav. Girolamo Calvi, trovò nell'archivio di San Fedele in Milano uno seartafaccio antichissimo, scritto in bel carattere del tempo, e che altro non era se non il registro dell'amministratore o ragioniere della fabbrica della Certosa di Pavia rifercntesi all'anno 1390 e proprio all'inizio dei lavori. Xel prezioso codice sono annotate le spese tanto in generale che in particolare delle provviste e dei salariali in quel primo momento della grandiosa opera.
   Su questo documento importantissimo il Calvi, dopo accurate ricerche ed induzioni, venne a stabilire, in una memoria da lui sottoposta alla Commissione di Storia Patria di Milano, clic il disegno e la prima direzione dei lavori della Certosa di Pavia si debbono a Bernardo da Venezia, che altri artisti od ingegneri, tutti italiani, lo aiutarono nella grande opera, e fra costoro anche Jacopo da Campione, evocato dal Giulini e dal Nava, ma « nella semplice qualità di capo maslro s>. La comunicazione del Calvi, approvata e lodata con verbale del 10 aprile 1802 dalla illustre Commissione milanese, se fu il tracollo definitivo per la leggenda del Gamodia (tanto clic il nome di cosini cessò di figurare nelle guide e sunti storici che si distribuivano ai viaggiatori e visitatori), non lasciò troppo contenti nè persuasi i sostenitori e partigiani dell'arte lombarda, e comacina o campioncse in ispecie, che, forti dell'autorità grandissima del Giulini e del sussidio portato alla questione dagli studi e dalle ricerche del conte Nava, sostenevano a spada tratta il nome di Jacopo da Campione, come primo architetto ideatore del piano generale dell'edilìzio. La quistione ebbe una