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Parte Seconda — Alla Italia
Marcignago (1821 ab.) — Questo Comune, già appartenente al soppresso mandamento di Beroguardo, venne, per effetto della legge 30 marzo 1890, aggregato al mandamento giudiziario di Pavia. — Come lo dice il suo nomo, il territorio, di carattere esclusivamente rurale, si stende, fra vaste marcite e risaie, in quella rasa pianura, c.lie è ad occidente del Naviglio Pavese, verso la sponda sinistra del Ticino. Oltre che del capoluogo (93 ni.), che nulla presenta di notevole al visitatore se non una chiesa moderna, la villa dei conti Re e il rinnovato cimitero, il Comune di Marcignago è costituito da varie frazioni e cascinali sparsi per l'ampia distesa del suo territorio.
Fertile, perchè irrigato, è il territorio di Marcignago, i cui prodotti sono perciò foraggi, cereali e sopratutto riso. L'allevamento del bestiame e la fabbricazione dei latticini sono quivi industrie di notevole sussidio all'agricoltura.
Cenno storico. — Fu Marcignago feudo dei marchesi Pallavicini dal 1538, passato poi ad un ramo dei Visconti.
Coli, elett. Pavia — Dioc. Pavia — P2 a Torre del Mangano, T. e Str. feri, a Pavia.
Mìrabello ed Uniti di Pavia (1053 ab.). — Questo Comune, il cui territorio si stende fino alle porte di Pavia, a nord-est della città, e che fu più volte, per opportunità amministrative, rimaneggiato, si trova costituito essenzialmente dalle località di Mirabella, Colombara, Cà dei Sacchi e da una quantità d'altre piccole frazioni e di cascinali, ad oriente del Naviglio. Il paese di Mirabello (84 m.), come le altre piccole località che costituiscono il nucleo comunale, si trova in una plaga verdeggiante e pittoresca per i frondosi alberi che la frastagliano, rompendo la monotonia del piatto e malinconico paesaggio delle marcite e risaie circostanti. Numerose sono quindi più (die non altrove le case di villeggiatura. Il paese è inoltre abbastanza interessante a visitarsi, per gli avanzi dell'antico castello visconteo, del quale si vede ancor un lato, con un bellissimo balcone a ringhiera, sostenuto da mensole scolpite con grande maestria. Com'è noto, Mirabello era luogo di delizia e di svago dei Visconti allorché tenevano Corte anche in Pavia. Il loro parco da caccia fu fatto cintare da Galeazzo Visconti, ed unito al castello di Pavia con un muro misurante in circuito quasi 40 chilometri. Molti personaggi illustri del secolo XIV furono ivi ospiti dei Visconti, prendendo parte alle loro caccie, alle loro fastose feste: tra questi il sommo Francesco Petrarca.
Il territorio di Mirabello, fertilissimo e ben coltivato, dà ogni sorta di prodotti: cereali, frutta, foraggi in special modo. L'industria del bestiame e del caseificio trovano pure nei cascinali larga applicazione e sviluppo.
Cenno storico. — La Battaglia di Pavia — Oltre di essere luogo di antica rinomanza, per le vicende a cui soggiacque nel periodo comunale e per il castello od il grande parco clic più tardi v'ebbero i Visconti e gli Sforza, Mirabello acquistò grande celebrità anche per la famosa ed accanita battaglia avvenuta in quei paraggi, il 24 febbraio 1525, fra le truppe imperiali e sforzesche ed i Francesi, comandati dallo stesso re Francesco I, e che gli storici più comunemente chiamano Battaglia di Pavia.
Da parecchio tempo Francesco I, che aveva posto il suo quartier generale alla Certosa, assediava Paria, strenuamente difesa dal De Leyva col concorso della cittadinanza, animata da uno speciale rancore verso i Francesi per le patito sevizie del 1499 e 1500 ed anni successivi. La resistenza, prolungatasi oltre le previsioni del re e dei suoi generali, diede tempo di giungere ai rinforzi degli Imperiali, che avevano per loro capitani il marchese di Pescara, ;1 connestabile di Borbone, il viceré Launoj, sì che l'esercito francese fu preso di mezzo tra i sopravvegnenti e la città assediata. La battaglia, ingaggiata nella mattina di quel giorno, coll'uscita del maggior nerbo degli assediati, capitanati dallo stesso De Leyva, fu rinforzata più tardi col sopraggiungere del grosso delle truppe imperiali. Gli Svizzeri, che costituivano parte cospicua della fanteria francese, per quanto facessero prodigi di valore, non poterono resistere