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Pai-te Seconda — Alta Italia
provincia di Milano, ad oriente del Naviglio e della strada provinciale, alla quale è unito con un breve tronco di strada comunale per Ronchetto. È paese allatto rurale, sedente in rasa pianura (96 m.), fra praterie a marcite e risaie. Notevole è quivi la produzione dei foraggi e del riso; industrie locali: il caseificio e l'allevamento del bestiame.
Il Comune consta di alcune piccole frazioni, delle quali, oltre il capoluogo, vanno ricordate: la Cascina Scaccabarozzi, Ronchetto e Cascinazza.
Colt, elett. Gorteolona — Dioc. Pavia — P2 a Laccbiarella, T. e Str. ferr. a Certosa (fraz. di Torre Mangano).
Battuda (911 ab.). — Anche questo Comune come il precedente, già facente parte del soppresso mandamento di Bereguardo, fu — per effetto della legge 30 marzo 1890 — incorporato nel mandamento di Pavia. Si trova (98 m.) in un terreno acquitrinoso e solcato da canali nel mezzo della pianura, ch'ò tra la strada provinciale Milano-Pavia e Bereguardo. Il Comune consta, oltre del capoluogo, di alcune piccole frazioni e ' cascinali, di cui ricordiamo Torradello e Tonino. Nulla di notevole in questi luoghi, sotto il rapporto artistico e storico.
Il territorio, stupendamente irrigato e coltivato, è fertilissimo e messo in gran parte a marcite e risaie; anche i cereali vi crescono prosperosi. Industrie locali: l'allevamento del bestiame da stalla, da cortile e caseificio.
Cenno storico. — Battuda, insieme ad altri luoghi dei dintorni, fu feudo dei marchesi Pallavicino fino dal 1538.
Colt, elett. Pavia — Dioc. Pavia — P2 a Bereguardo, T. e Str. ferr. a Certosa (fraz. di Torre M.).
Bereguardo (2333 ab.). — Cospicua borgata, già capoluogo dell'omonimo mandamento giudiziario, soppresso per effetto della legge 30 marzo 1890 ed aggregato al mandamento di Pavia, restando capoluogo della circoscrizione mandamentale amministrativa. Si trova a 98 metri sul mare, a circa 2 chilometri dalla sponda sinistra del Ticino, sul crocicchio della strada provinciale che da Abbiategrasso conduce a Pavia e di quella che proviene dalla Lomellina; a questo borgo fa-capo il Naviglio di Bere-guardo, canale navigabile copiosissimo, di 101 oncie magistrali d'acqua, staccato a scopo precipuo di irrigazione dal Naviglio Grande, al Castelletto, alquanto al disotto di Abbiategrasso.
11 paese è bello e popoloso, in salubre ed amena posizione; ha buoni edifizi, l'imponente palazzo Del Maino, una appariscente e grandiosa chiesa parrocchiale a croce greca d'ordine toscano: in tutto però non dissimile nell'aspetto da quella fisonornia speciale, tra il rurale ed il civile, che è propria dei maggiori centri della bassa Lombardia. Notevolissimo avanzo della rinomanza medioevale di Bereguardo è il castello, già dei Visconti. Sorge su una leggera prominenza di terreno e dalle sue finestre offre un bel panorama della sottostante verde campagna, fino al Ticino ed a Pavia. Ha mura alte e robuste, pochissimi avanzi dei solidi torrioni laterali, un bell'arco d'ingresso e le traccie del ponte levatoio. Di elegante disegno sono le finestre a sesto acuto, tra il secolo XIII ed il XIV, frale quali una bifora benissimo conservata nell'originario suo disegno, di carattere spiccatamente fiorentino assai fine e grandioso, opera forse del Brunelleschi, quando fu chiamato qui dal duca Filippo Maria Visconti, dal 1428 al 1435, epoca in cui questi soleva frequentare il castello di Bereguardo per allietarsi della compagnia di Agnese Del Maino, che vi soggiornava lungamente. Il Comune, oltre del capoluogo, è costituito dalle frazioni Zelata, Pissarello e da numerosi cascinali.
Il Naviglio di Bereguardo venne staccato dal Naviglio Grande, nel 1457, a doppio scopo di irrigazione e di navigazione. Oggi serve innanzi tutto all'irrigazione. Bagna le terre di Bereguardo, Zelata, Motta Visconti, Besate, Fallavecchia, Basiano, Coronate, Morimondo, ecc., ecc. Ha una pendenza di 24 metri sopra 19 chilometri di lunghezza, ripartiti fra undici conche ed il fondo del canale, e finisce ad un ciglione