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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Pavia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 302

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Pavia
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   più forti ancora alla venuta in Lombardia di Federico II (1227), del quale Pavia fu sollecita a prendere le parti, onde sottrarsi all'egemonia che Milano esercitava sulle altre città lombarde e combatterla. In tutto quel secolo, tempestoso assai per l'Italia, Pavia fu sempre costantemente e fieramente ghibellina, ed è notevole lo slancio col quale i Pavesi accolsero, sullo scorcio del secolo medesimo, Corradino di Svevia clic mal consigliato scese iu Italia al fine di risollevare le sorti della sua Casa e dei Ghibellini, in un momento nel quale la reazione guelfa, fatta forte dai successi ottenuti da Carlo d'Angiò nel Reame di Napoli, a Benevento in particolar modo, contro lo sfortunato .Manfredi, imperversava irresistibile. 1 Pavesi diedero a Corradino mi contingente di armati per la sventurata sua impresa, terminata militarmente colla battaglia di Taglia-cozzo negli Abruzzi e politicamente col supplizio del giovane principe sulla piazza del Mercato in Napoli.
   Dopa questo, che è come il gran quadro finale di tutto un periodo storico, il periodo della libertà delle autonomie comunali, comincia il periodo delle guerre intestine e delle fazioni cittadine; uè Pavia può sottrarsi alla legge che domina allora le vicende italiane. I conflitti tra nobili e popolani, Guelfi i primi, Ghibellini gli altri, si accendono e si alternano con varia fortuna fra le mura della città. I Guelfi nobili si stringono intorno ai Laugosco di Lomello; i Ghibellini, rappresentanti il partito popolare, hanno per loro capi i 1 leccaci a. Nelle contese fra gli uni e gli altri si intrometteva a momenti opportuni il marchese del Monferrato, che dominando Alessandria, non disdegnava di stendere ima mano, ove avesse potuto, sulla pingue terra lombarda; i Visconti ed i Torriani di .Milano, che già meditavano nel fonilo dell'anima il dominio dell'intera Lombardia e si contrastavano la pelle dell'orso prima ancora di aver questi nelle mani; il marchese Malaspina, la cui potenza attraverso airApennino si stendeva perfino nel Genovesato e nella Lunigiaua. Ma all'ultimo i più forti ed i più abili furono i Visconti, che, imponendosi alle spossate e divise città, verso la metà del secolo XIV, diventarono signori della maggior parte di Lombardia.
   Non fu Pavia troppo facile nell'accetta ine la nuova signoria e difese la propria libertà fin che le fu dato. Nel 135G Galeazzo II Visconti, continuando l'opera di Matteo, Magno, di Azzone e di altri, volendo sonimettere Pavia, fino allora refrattaria alla signoria viscontea, circondò la città con un agguerrito esercito, formato in gran parte di Tedeschi assoldati: imo dei primi esempi di quelle truppe mercenarie clic tanto infestarono l'Italia dipoi. 11 popolo resiste a lungo; ma la deficienza dei viveri, la discordia seminata negli animi, il numero dei nemici sempre crescente, generano lo sconforto e si vagheggia dai più una capitolazione onorevole. Senonchè, Fra Giacomo de' Bussolaii, nomo insigne per dottrina, per carità e per alto sentimento della libertà e dell'amor patrio — amico ammirato dal Tetrarca — arringa il popolo e lo persuade coll'inspirata parola a serbarsi in libertà. Le predicazioni del frate patriota hanno effetto di risollevare gli animi, di suscitarli ad un disperato tentativo e nella mattina del 26 maggio 1356, con nn'improvvisa e vigorosa uscita, guidati dallo stesso Busso-lari, i Pavesi piombano sul campo nemico, lo scompigliano e mettono in fuga; fanno ricco bottino di vettovaglie, di armi, di danaro; catturano la flottiglia, che dalla parte del fiume guardava la città, e ne ardono il maggior numero di barconi. Dopo aver liberata la città dai nemici che la minacciavano all'esterno, Fra Giacomo de' Bussolari si dà a riordinarne il reggimento in forma di repubblica democratica, cacciandone i Beccaria e gli altri nobili, che erano.stati causa delle precedenti sanguinose discordie.
   Fu periodo di breve durata. Nel 1359 Galeazzo II Visconti ritornò alla prova ed assaltata la città potè impadronirsi ed instaurarvi la dominazione della sua famiglia, chiudendo in pari tempo il ciclo dell'autonomia storica di Pavia: la cui stona politica, d'or innanzi si compenetra in quella della regione lombarda e del Ducato di Milano in ispecie.
   141 - I.» I*;i(rln. voi. II.