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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Pavia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 302

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Pavia
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   impotenza e dell'inettezza di Carlo il Grosso, ultimo degli imperatori di questa famiglia, gli Italiani cominciano ad agitarsi: ed alla deposizione dell'imperatore, avvenuta nel-l'SSS alla Dieta di Treveri, un'Assemblea di vescovi e di signori italiani convocata in Pavia, proclama re d'Italia Berengario duca del Friuli, il quale, nella basilica di San Michele, prende la Corona Ferrea, espressamente portata da Monza. Il regno di Berengario, e tutto il secolo X, segnano il periodo di maggior depressione, di massimo avvilimento della storia d'Italia. Non è il caso di ricordarne qui gli avvenimenti, accenneremo solo clic gli Unglieri, allora popolo barbaro e feroce, la cui venuta in Italia fu provocata dallo stesso Berengario, a corto di espedienti e di mezzi per tener fronte ai competitori che gli sorgevano intorno da ogni parte, assaltata Pavia, il 21 marzo 1)24, vi diedero un saccheggio orribile, con grande strage di cittadini ed incendio di molti edifizi: vittima di quegli incendi fn lo stesso vescovo Giovanni 111. In Pavia si alternano, a brevi intervalli, quegli effimeri re di ventura che, sballottati tra l'uno e l'altro partito, s'impossessavano della corona d'Italia, cui dovevano lasciare non appena tolta, o serbare con guerre, con violenze e delitti, quali Rodolfo di Borgogna, Ugo di Provenza e Lotario, figlio di questi.
   Parvero migliorate le condizioni generali della politica italiana, quando sullo scorcio del 930, l'Italia, rimasta ancora una volta libera dai re di ventura stranieri, la Dieta dei signori e vescovi italiani, radunata in Pavia, elesse a re d'Italia, e cosi nel regno, Berengario marchese d'Ivrea ed Adalberto suo figlio, i quali, nel giorno 5 dicembre di quell'anno stesso, presero la Corona Ferrea ni San Michele. Adalberto era ben visto dai signori italiani, non così Berengario, che per l'ambizione propria e per quella della moglie Guilla o Villa, cominciò a seminar sospetti e zizzanie ed a provocare inimicizie al nuovo stato di cose. Essendosi Adelaide di Borgogna — vedova del re giovinetto Lotario, morto frenetico ed in sospetto di veleno propinatogli dallo stesso Berengario, che n'era una specie di tutore — rifiutata di passare a nozze con Adalberto, venne, per ordine di Berengario e di Gisella, chiusa nella fortezza di Garda. Sono note le peripezie romantiche di questa donna clic attirò sull'Italia, con Ottone I, re di Germania, la dominazione tedesca. Alle suppliche della bella e perseguitata regina, Ottone, cavalleresco ed avventuroso ad un tempo, ben sapendo anche, per le notizie che gli venivano e per la infeudazione dagli stessi Berengario ed Adalberto avutane, quanto pericolante fosse la corona d'Italia sulla testa dei marchesi d'Ivrea e quanto facile ne sarebbe stata per lui la conquista, si decise a discendere col doppio proposito di liberare la bella regina e conquistare la corona d'Italia, più bella ancora. Alle chiuse dell'Adige, ove Berengario ed Adalberto lo attendevano per sbarrargli il passo, i baroni italiani, che di Berengario non volevano più saperne, impongono a questi di ritirarsi e di cedere il regno ad Adalberto: Berengario rifiuta, ed allora l'esercito si scioglie, ed Ottone, quasi incontrastato, viene a Milano ed a Pavia; raduna la Dieta dei signori italiani, fa dichiarare deposti Berengario ed Adalberto, tentanti un'ultima resistenza, l'uno chiuso in San Leo, l'altro in un castello del lago di Garda, e Guilla nell'isola di San Giulio sul lago d'Orta; ma la loro fortuna è tramontata. Ottone in Sant'Ambrogio di Milano prende la corona italica, sposa la bella Adelaide, onde affermarsi meglio successore nei diritti dell'avvelenato Lotario; prende Berengario e Guilla li manda prigionieri in Germania; mentre Adalberto profugo se ne va a Costantinopoli a mendicare aiuti, che gli sono sempre promessi e mai dati, per la progettata sua riscossa. Ottone primo re d'Italia, poi coronato imperatore in Roma, consolida il nuovo dominio con provvide disposizioni.
   Anche sotto la dominazione degli Ottoni, sebbene in questo periodo cominci ad accentuarsi, per opera specialmente dei suoi arcivescovi, il risollevamento di Milano dalla prostrazione nella quale questa città era caduta dopo l'eccidio di Uraja. durante il regno longobardico e carolingio, Pavia tien sempre posto capitale nelle vicende