1UL»
Parte Seconda — Alla Italia
La sua ubicazione sul fiume, in un punto ove di necessità dovevano fin d'allora convergere le strade che dal centro insubre conducevano al di là del Ticino e del Po, all'Apennino ed al mare ligure, è causa necessaria alle sue antiche origini; nò è a stupirsi se qualche storico romano, nel parlare della seconda Guerra Punica combattutasi lungo il Ticino, quando Annibale discese dalle Alpi, dimentica d nome della città ticinese; non è difficile che narrando quegli storici fatti già rimontanti a molti anni e saputi per tradizione o per ricopia d'antichi documenti, abbiano talvolta confuso in una sola cosa il fiume e la città che dal fiume prendeva nome. Ma il punto strategico di Pavia, presso alla confluenza dei due fiumi ed intermedio tra Milano e la terra dei Liguri, non poteva esser sfuggito ai condottieri di quella guerra, tanto per parte dei Romani che dei Punici. Stabilita la conquista romana in questa regione e progredita con essa notevolmente la civiltà, il nome eli Ticino dato alla città — la quale, ascritta alla tribù Papìrìu, forse alternò negli usi (lei popolo l'im nome coll'altro, finche 11011 le restò definitivamente;'*- è raccolto da modesti storiografi dei bassi tempi, che, come è noto, fermavano sulle carte le parole ed i nomi uscenti dalla viva voce del popolo, anziché le locuzioni usate nel linguaggio magniloquente del periodo passato, di cui s'andavano sempre più smorzandosi ed allontanandosi i ricordi e le tradizioni. Nel periodo romano Tìr.intim o Papìa era municipio illustre, ma altro non si sa; perocché, tutta la storia locale allora doveva accentrarsi e svolgersi nella maggiore città della regione, Milano, detta da Ausonio la seconda Roma.
Il carattere politico importantissimo, tenuto da Pavia per circa sei secoli nella storia italiana, data dalla caduta del Romano Impero, determinata 111 oralmente da una infinità complessa di cause d'ogni genere che qui è superfluo il riandare; materialmente dal colpo di stato di Odoacre, condottiero dei Rugi, degli Ertili, dei Turingi e che appunto in Ticinum, debellato Oreste, capitano barbaro (l'origine, ma impatrizia-tosi e romanizzatosi, padre dell'ultimo ed effimero imperatore d'Occidente, proclama questo decaduto, finito l'Impero e sé stesso rex gentium. Questo fatto piova che Pavia era già allora città importante e ben agguerrita, ad onta che avesse precedentemente sofferto gravi danni dagli Unni d'Attila, da cui fu saccheggiata. Odoacre, per espugnar Pavia dovette, dicesi, incendiarla, tanto era solida la resistenza dei suoi baluardi. Da Pavia partì dunque la proclamazione della fine dell'Ini pero Romano; l'ordine dispogliare Romolo Augustolo (detto per ispregio Momillo Augustolo), che se ne stava imbelle e tremebondo a Ravenna nei paludamenti imperiali, e di rinchiuderlo a finir la vita in un castello della Campania; da Pavia venne il decreto che dannava a morte, in Piacenza, Oreste e Paolo, i due semibarbari che dell'Impero erano stati gli ultimi difensori, da Pavia infine partì la proclamazione e l'ordinamento del nuovo regno, il regno d'Italia, al quale appartengono Milano, Ravenna e la stessa Roma, le città più illustri d'allora, (lacchè Aquileja era perita sotto la rabbia unnica, senza speranza di risurrezione. Era tutta una nuova fase di storia e di politica clic cominciava in Italia; la politica della conquista militare, barbara e feroce fin che si vuole, ma diritta e ben determinata nei suoi scopi. Subito con Odoacre in Pavia comincia il lavoro d'abbassamento delle città ove più forti vivevano le tradizioni ed il sentimento della romanità per innalzare le città che meglio si prestavano agli scopi della conquista militare c della conseguente affermazione monarchica. Così vediamo in tutto cotesto periodo e nel successivo, dai conquistatori politicamente postergata Milano a Pavia e Verona nell'Italia superiore, Roma a Ravenna e Spoleto. Da Pavia, Odoacre, si trasferisce a Ravenna e vi pone la sede del suo regno, per essere più comodo e pronto a sorvegliare e frenar Roma, in caso di rivolta; ma in Pavia rimane un forte presidio dei suoi barbari ed ha l'uguale ufficio rispetto a Milano.
Il regno di Odoacre fu spazzato via dalla bufera gotica; ma per mutare di nome e di dominatore 11011 mutò il carattere sostanziale della politica delle monarchie conqui-