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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Pavia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 302

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Seconda — Alla Italia
   ove vedesi il castello nel quale Filippo Maria Visconti fece uccidere la moglie Beatrice di Tenda - e per Cassino Scanasio, fiancheggiato or a destra or a sinistra dal Naviglio e da verdeggianti praterie, quando 11011 siano acquose risaie, la strada si dirige su Milano, (li fronte ad un orizzonte pittorescamente contornato in lontananza dalle Prealpi e dalle Alpi, che nei giorni di limpida atmosfera si disegnano stupende, dal
   nodo dei monti di Lecco alle vette comasche del G oneroso e del Bigiano, imo al colosso del monte Rosa, incombente al grande avvallamento nel quale giace il lago Maggiore.
   2. Porta Cavour. — E la porta che mette in diretta comunicazione la città colla stazione ferroviaria, centro d'incrocio di varie linee. Fuori di porta Cavour si va facilmente al Ticino ed alle boscaglie, ricche di cacciagione — ma purtroppo in bandita — che ne costeggiano le rive. Non lungi dalla stazione, ad occidente della città, si vedono nella caserma di San Mauro inclusi gli avanzi dell'antichissima e magnifica chiesa di San Salvatore, ove furono sepolti alcuni re longobardi ed ove gli imperatori tedeschi,clic tenevanoil campo fuori della città, solevano di preferenza assistere agli uffici divini.Nella caserma di San Mauro ha sede un reggimento del Genio.
   Non lungi è la chiesa di San Lanfranco, eretta nel 1090, nella quale ammirasi l'arca sepolcrale racchiudente le spoglie del vescovo pavese San Lanfranco (fig. 13), opera classica del comacino G. A. Omodeo, che la lavorò nel 1498; e gli avanzi di un porticato, con ottimi lavori ili terracotta del secolo XIV.
   3. Porta Garibaldi. — Nulla di notevole nell'edilizio di questa porta, dalla quale, oltre che alle conche del
   Naviglio, si va al Cimitero per un bel viale rettilineo. Prima, di giungere al Cimitero non va scordata la piccola, ma graziosa chiesuola di Santa Teresa, adorna di eccellenti affreschi dei Fianimenghini (i Della Rovere), abbastanza ben conservati. La prima pietra (li questa chiesa fu posta il 5 agosto 1G09 ed architetti furono uno da Candia di Lomellina e il pittore pavese G. B. Tassinari.
   Il Cimitero nuovo di Pavia, che facilmente si scorge dalle mura orientali della città e dalla stessa porla Garibaldi, è un grandioso recinto chiudente anche l'antico camposanto. Il rinnovamento della necropoli pavese fu ideato, nel 5 872, dal prof. Vargani, ma nel 1880 fu adottato il progetto degli ingegneri ed architetti pavesi Vincenzo Monti ed Angelo Savuldi. Oggi, sebbene sempre 111 via di lenta costruzione, si può dire quasi
   Fig. 13.
   Pavia (Dintorni); Acca sepolcrale di San Lanfranco nella chiesa omonima (da fotogr. Au.nahi).