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Parte Seconda — Alla Italia
una salarti evaporazione ed una biblioteca. — 15° Museo di mineralogia-. La sua fondazione devisi allo Spallanzani che dapprima riunì, per deficienza di locale, fossili e minerali in uno stesso localo ; la separazione avvenne nel 1790 e fu compiuta dal Martinengo clic ne compilò anche il catalogo. Nel 1875 il Museo venne completamente riordinalo dal prof. Taramelli, col disporre le collezioni conformi ai progressi della scienza. Ora si sta provvedendo ad altre utili innovazioni di questo istituto che è fra i più importanti d'Italia. — 46° Museo di geologia; contribuirono alla separazione di questo museo dal Zoologico, lo Stopparli, il Taramelli ed altri. La collezione è ricca di oltre 4000 esemplari, tra i quali moltissimi di primaria importanza e rari. Il laboratorio è formato di tatti gli strumenti necessari per lo studio microscopico delle roecie. — 17° Gabinetto di geodesia: fu fondato sul principio del secolo dal Brunacci, consta di tutti gli strumenti ordinari di topografia, celeriniensura, alta geodesia, ecc. — 18* Museo Colombiano, istifuito negli ultimi anni dal professore Eugenio Balbi per farvi una raccolta di libri ed oggetti concernenti Cristoforo Colombo e gli studi geografici antichi e moderni. — 10° Museo archeologico, formatosi in varie riprese. Comprende una ricca collezione di monete greche, romane, medioevali, una raccolta svariata di monumenti, figurati o scritti antichi. Tra questi notansi duo lampade in bronzo, illustrate dal Mommsen e giudicate per la loro iscrizione incisa, prezioso documento aulico dell'arte medica. — 20° Biblioteca. La fondazione di questo importantissimo istituto data dal 1772 c n'ebbe incarico il professore Gregorio Fontana, matematico e letterato, che vi si applicò, ad onore del vero, indefessamente, riuscendo in breve tempo ad aprire agli studiosi una prima sala di lettura. Il primo nucleo della biblioteca universitaria fu dato da dodicimila volumi staccati dalla biblioteca del collegio Ghislieri ; più tardi si aggiunsero molti libri di proprietà della famiglia Pertusati, i doppioni di Brera, che pur in ([nel turno sfavasi ordinando e le librerie delle soppresse corporazioni religiose. Dei libri comperati dall'illustre Alberto Haller, dal Governo di Lombardia furono dati all'Università di Pavia quelli concernenti lo scienze mediche e naturali, gli altri furono incorporati nella biblioteca di Brera. Alla morte del conte Firmian tutte le opere scientifiche possedute da questo illuminato governatore — al quale la Lombardia dovrà sempre riconoscenza — passarono all'Università di Pavia. Altri libri pregevoli, la biblioteca pavese ebbe per eredità da Gaspare Belcredi, da Gio. Capsoni e da altri. Ma il più benemerito dell'istituzione fu il professore Giuseppe Frank, che alla biblioteca pavese lasciò gran parte del suo palrimonio « affinché gli interessi della sostanza siano adoperati nell'acquisto di quei libri di me-
dicina pratica, di anatomia patologica, che la biblioteca con mezzi ordinari non potrebbe procurarsi, non escluse le opere periodiche medico-pratiche ». Il patrimonio lasciato dal Frank frutta circa 12,000 lire annue, delle quali ottomila sono erogale allo scopo ed il rimanente va ad aumento del capitale; inoltre, lo stesso Frank lasciò ali istituzione 1709 volumi di opere scientifiche e letterarie formanti la sua biblioteca. Fino al 1859 la Biblioteca universitaria pavese godette le prerogative di istituzione nazionale ed ogni opera stampata in Lombardia doveva essere a quella mandata ; ora tale prerogativa è passata alla Braidense di Milano. Sono oltre 120,000 i voluttà posseduti dalla Biblioteca pavese, ai quali vanno aggiunti più di 70,000 opuscoli, relazioni, ecc., e le pubblicazioni periodiche ascendono a 240, delle quali una buona metà attinenti a scienze mediche e naturali Notevole è la collezione di opere storiche e quella di viaggi parziali e mondiali; completa, si può diro, è la raccolta di atti accademici italiani. Incunabuli preziosi sono l'Anatomia del Mondino, stampata in Pavia nel 1478 ; le opere mediche del Falconi, pure stampate in Pavia dal 1481 al 1484, le opere di Celsius pubblicate in Firenze nel 1478 e l'opera di Carcano sui Muscoli, stampata nel 1541 in Firenze, rarissima. Son circa450 incunabuli, tra la fine del secolo XV ed il principio del XVI, che la biblioteca pavese possiede.
Istituii clinici. — Sebbene per molte e complesse cause, nelle quali hall parte grandissima la questione finanziaria, l'Università di Pavia non possegga ancora quel policlinico che è nel desiderio e negli ideali degli scienziati, tuttavia e specialmente per la illuminata larghezza dell'Amministrazione ospitaliera,e per la volonterosa cooperazione dei professori e ili enti morali, l'insegnamento clinico ha pure nell'Università pavese un largo sviluppo, tal che si può affermare, che essa su questo rapporto nulla ha da invidiare alla maggioranza delle università italiane. Le varie cliniche in attività presso l'Ateneo pavese sono: 1 Clinica medica, fondata nel 1773 dal Borsieri, riorganizzata ed ampliata dal Tissot, nella quale passarono il Carminali, il Frank, illla-sori, il Moscati, il Raggi, l'IIihlebrand, fino al Conilo ed al Tommasi — 2° Clinica operativa, istituita nel 1783 dallo Scarpa, e per la quale passarono insegnando Jacopi, Morigi, Volpi, Cairoti (il padre dell'eroica famiglia), Signoroni, Molina, l'illustre Porta, lo Scarenzio, ed altri. Dapprima era costituita in tre anguste sale, ora fu portata a maggior ampiezza ed è capace di 39 letti, con teatro di operazioni, sale chirurgiche, alloggiar gli assistenti, ecc.: è fornita di un ricchissimo e moderno armamentario, che ogni anno va aumentando con fondo di propria dotazione. Vi si compiono più di 200 atti operativi all'anno, irj presenza dell'affollato uditorio degli studenti —