Si
1UL» Parte Seconda — Alla Italia
chirurgo-capo della legione lombarda al campo piemontese, nel 1859 diresse gli ospedali militari stabiliti in Pavia, nel 18G0 fu nominato senatore. Lasciò il suo ricco museo, la sua biblioteca ed il cospicuo patrimonio, accumulato coli'indefesso lavoro, a vantaggio dell'Università, perchè questa potesse avere le quattro Facoltà complete. Morì nel 1875.
Vanno ricordati ancora: il Concaio da Padova, il Pastorelli da Legnago, il Belli da Calasca, il Balsamo Crivelli da Milano, il Tominasi Salvatore, il Mantegazza, il Lombroso, il Bizzozero, il Porro, il Cantani, illustre clinico a Napoli, morto nel 1893; il De Giovanni, che ora è celebrità dell'Università di Padova; il Quaglino ed altri, che nelle scienze in Pavia e fuori si acquistarono, tanto nslPinsegnamento che nell'esercizio professionale, fama grandissima. Nelle altre Facoltà ricorderemo: il matematico Caso-rati. il letterato Zoncada, il filologo Amhrosoli, il botanico Garovaglio e tanti altri che per dottrina, virtù ed opere cospicue tennero alto il prestigio dell'Università in confronto delle consorelle d'Italia e dell'estero.
il Palazzo dei [università, — Il principale edi-fìzio dell'Università è un grande palazzo a due piani, la cui fronte, lunga 185 metri, porge sul corso Vittorio, 1 arteria principale della vita cittadina. In origine il locale dell'Università era piuttosto meschino, ristretto a poche aule, nelle (piali si alternavano, affrettatamente, i varii corsi. 1 maggiori ampliamenti l'edilìzio universitario h ehhe ai tempi di Maria Teresa, di Giuseppe II, di Francesco I, imperatore d'Austria. Tali ampliamenti furono condotti rispettivamente sotto la direzione di celebri architetti del tempo, (piali il Pierrnarini, il Pollack ed il Marchesi. Epigrafi commemorative degli ampliamenti sovrastano alle porte. Sopra la porta principale ergesi pure la torretta dell'orologio dovuta al Marchesi. La facciata è di una semplicità e di una continuità di linee fredda e monotona, come generalmente sono le fabbriche dello scorcio del secolo passato e del principio del nostro.
L'interno è diviso in cinque vastissimi cortili circondati da eleganti, maestosi porticati. Anticamente ciascun portico raccoglieva intorno a sè le scuole di una sola Facoltà, oggi invece si segue un concetto diverso. Gli Istituti sono sparsi in tutti i cortili senza distinzione di Facoltà, ma ove torni più comodo ed adatto il loro collocamento.
Sotto il porticato del primo cortile, nel quale si entra per la porta principale, nella parete che fiancheggia lo scalone si trovano le lapidi con un medaglione-ritratto ili Ugo Foscolo e Vincenzo Manli; infra questi due è il busto, con iscrizione, di Giandomenico Romatjnosi; nel lato opposto si vedono, sotto le arcate del portone, le statue ih Antonio Bordoni, lavoro del Tantardini; d: Bartolomeo Panhza e di Litigi Porta, tutte e due opere ben riuscite dello scultore Martegani. Nella parete occidentale dello stesso cortile, una grande lapide con emblemi simbolici ricorda i nomi degli studenti all'Università di Pavia caduti nella guerra del 1866. Vi sono pure lapidi ricordanti il Belli, il Piezia ed altri docenti emeriti.
11 secondo cortile, al quale si accede pel primo
per un largo passaggio a sinistra della porta principale, ha per suo maggior ornamento la statua in marmo di Alessandro Volta. Sorge nel mezzo del cortile, sopra un piedestallo di granito, ed ò opera assai lodata del Tantardini. Fu donata alla Università di Pavia dal cittadino pavese Carlo Francesco Nocca. Sulla parete occidentale dello stesso cortile è murata la lapide più antica clic, ricordi l'Università di Pavia: fu rinvenuta nella chiesa di San Tommaso e ricorda la dedicazione che si fece in quel tempio di una cappella a Santa Caterina, che l'Università erasi scelta a patrona. Nella parete meridionale fu collocato il busto dell'architetto Marchesi, ai [uale principalmente si debbono i lavori d'ampliamento e di abbellì mento condotti nell'edifizio universitario durante il primo quarto del nostro secolo. Sulla parete orientale ò inoltre addossatoli monumento al celebre giurista Andrea Alciato, buon saggio della scoltura italiana verso la metà del sec. XVI. Vicino a questo trovasi la lapide di Giasone Del Maino, culla testa finamente eseguita in bassorilievo.
11 terzo coitile, che segue il precedente, ha sulle sue pareti murati molti frammenti di lapidi, monumenli funerari, bassorilievi di antichi monumenti pavesi, alcuni dei quali risalgono al periodo romano. Altre lapidi più o meno ricche ricordano Lorenzo Mascheroni, Lazzaro Spallanzani Mauro Piuseoni. G. P>. Borsieri, i dueliru-gnatelli ; liavvi pure un busto di Cristoforo Colombo collocato nel 1882; e da questo cortile si accede anche al Museo Colombiano, del quale più avanti faremo cenno. Presso alla lapide di Spallanzani trovansi anche quelle di Antonio Scopoli, Gregorio Fontana e d'altri. Nello stesso cortile liavvi una grandiosa lapide in onore degli studenti universitari di Pavia, caduti nella guerra del 1859-00.
Gli altri due cortili sono secondari ed ornati di lapidi commemorative a professori ed a scienziati celebri.
Notevole parte dell'edilìzio universitario sono il Museo anatomico-patologico, il Museo di anatomia