Pavia
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dalla guerra che per piccole questioni di primato e per invidia gli era mossa da qualche collega, pur esso nome luminoso nelle scienze, per aver timore dell'ombra dell'altrui faina.
Antonio Scarpa, nativo di Motta del Friuli, già professore a Modena, venne chiamato in Pavia nel 17S3, proclamato ai suoi tempi il principe degli anatomisti, fu il vero fondatore del Museo anatomico, cui arricchì di 389 importantissime preparazioni. < L'Università di Pavia deve allo Scarpala celebrità della sua Scuola anatomica chirurgica. figli compi qui le sue scoperte sull'organo dell'udito, a molte parti del quale ha legato il suo nome; descrisse esattamente i nervi olfattori e i nervi nasali anteriori; illustrò l'anatomia topografica degli arti, assegnando nonne rigorose per le legature delle arterie; studiò le malattie degli occhi, mostrando come la clinica abbia la sua base nell'anatomia e dettò, sulle ernie e sugli aneurismi, due trattati che divennero classici >. Fu peraltro di carattere assai servile coi governi che in quel periodo si succedettero con grande frequenza in Italia, mentre per contro fu assai aspro coi colleglli e gli studenti. Sono sopratutto noti i suoi contrasti collo Spallanzani. Si ritirò nel 1801.
Alessandro Volta: nome che qui non ha bisogno di illustrazione, tanto il mondo è oggidì conscio di quanto gli si debba per la prodigiosa scoperta della pila elettrica, già celebre per la scoperta dell'elettroforo, per i suoi esperimenti sui gas infiammabili e sulle capacità elettriche, venne nominato professore all'Università di Pavia nel 1778. Quivi inventò il condensatore elettrico, fece notevoli studi sulla elettricità atmosferica e nel gennaio 1SOO costrusse la pila : uno fra i più grandi trovati della scienza in tutti i secoli. Nel 1801 andò a Parigi, chiamatovi da Napoleone por ripetere le sue esperienze elettriche davanti all'Istituto di Francia: i membri del quale, ammirati, fecero in tale occasione coniare per lui una medaglia d'oro. Fu in quella occasione che Napoleone I, vedendo la pila, la paragonò, colla sua grande intuizione, alla colonna vertebrale. Alessandro Volta, di spiriti liberali e moderni, seguì volentieri l'evoluzione dei tempi e fu deputato della Repubblica Cisalpina ai Comizi di Lione; più tardi, instaurato 1 Impero, fu colt'Oriani ed altri scienziati creato senatore e conte del Regno Italico. Infinite lo onorificenze piovutegli dai governi, dalle istituzioni ed accademie scientifiche di tutto il mondo. Volta lasciò la cattedra nel 1813 e si ritirò modestamente in patria, a Como, ove morì nel 1S27,
Giovanni Rasori da Parma, fu, nel 1796, chiamato a Pavia a reggervi la cattedra di patologia speciale: le sue teorie gli suscitarono contro aspre polemiche, ebbe contrasti collo Scarpa e colla stessa scolaresca, che un anno prima lo aveva acclamato rettore. Dopo questi fatti abbandonò la cattedra, dedicandosi in Milano all'esercizio della professione, ove si acquistò gran nome. Uomo di spiriti repubblicani, caduto il Governo Italico, s'immischiò nelle congiure del 1814 e fu dall'Austria imprigionato: lasciato poi lìbero, per non provata reità, ritornò alla carica, collaborando nel Conciliatore di Silvio Pellico, Berchet e Romagnosi, soffrendo continue molestie per parte dell'Austria: morì nel 1837.
Ugo Foscolo. Altro nome glorioso che ancor oggi suscita mi fremito negli animi della gioventù ardita, volente, studiosa. Nato a Zante, il suo nome era già per molte ragioni noto in tutta Italia e fuori, quando venne, nel 1S08, chiamato a Pavia a reggervi la cattedra di eloquenza, succedendo al Cerretti. Egli inaugurò le sue lezioni col celebre discorso: Sulle origini e gli uffizi della letteratura. Ma appunto quella medesima prolusione, che infiammò di entusiasmo la gioventù, suscitò il malcontento del governo, che non vi aveva trovato una parola di lode al nume del giorno, al quale tutti prodigavano incensi, adulazioni ed apoteosi smodate. Dopo qualche mese la cattedra di eloquenza venne soppressa, come inutile, ed Ugo Foscolo, l'animo amareggiato e sprovvisto di mezzi, venne mandato a spasso, mentre per contrapposto si colmavano