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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Pavia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 302

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Palle Seconda — Alta llalia
   ed astrologo (allora cosi chiamavansi coloro elle studiavano il corso degli astri) ed era costato sedici anni di paziente lavoro. Tale orologio, oltre delle 24 ore del giorno, segnava le giornate festive, le stagioni, le lune, il corso degli astri compresi nello zodiaco durante l'anno.
   Distrutte, saccheggiate, asportate le preziose suppellettili, le mobilie, l'armeria famosa, devastato il -grandioso ridente parco che univa il castello alla villa di Mirabelle— luogo di delizia e di caccie dei Visconti e degli Sforza allorché risiedevano in Pavia — sul principio del secolo XVI, il castello di Pavia diventò una immensa caserma, nella quale, a seconda delle vicende fortunose di quella guerra feroce si alternavano a brevi intervalli truppe francesi, spagnuole, imperiali, ducali, svizzere, papali e viceversa, che d'ogni cosa facevano scempio. — Nondimeno furono ospiti del castello sul principio di quel secolo Carlo V imperatore, Francesco I re di Francia, e, più tardi, Filippo II re di Spagna.
   Il eastello di Pavia è circondato da un largo e profondo fossato, e dalla prospicente piazza-giardino vi si accede mediante un ponte-passerella, che ha sostituito l'antico ponte levatoio, del quale rimangono, per altro, le costruzioni di sostegno colle scanalature dalle quali, un tempo, calavano le pesanti saracinesche di ferro.
   Palazzo del Collegio Ghislieri. — Si trova sulla piazza omonima, nel lato orientale della città, non lungi dalle mura. Questo collegio, di celebre rinomanza e di altissimi scopi, fu fondato nel 1569 dal pontefice Pio V — della famiglia dei Ghislieri di Bosco Marengo, allora facente parte del principato di Pavia — il quale in questa città aveva compiuti i suoi studi, iniziata la rapida e fortunata sua carriera ecclesiastica nel convento di S. Apollinare, come maestro di teologia ai novizi domenicani. Il collegio, al quale Pio V diede il suo nome, aveva per fondamento il mantenimento di 24 giovani poveri,— appartenenti al principato pavese -— negli studi universitari. Tutti i beni ed i redditi della ricchissima abbazia di San Pietro in Cielo d'Oro presto vennero da Pio V aggiunti alla già larga dotazione papale e diedero agio all'Istituto di fiorire e di estendere i suoi benefici efletti, non solo ai giovani poveri e studiosi del territorio pavese, ma pur anche di tutta la Lombardia.
   Attualmente il collegio Ghislieri ha un reddito d'oltre 200,000 lire annue, colle quali provvede al mantenimento di 90 alunni e concorre insieme alla Provincia ed al Comune di Pavia a completare la dote stabilita dal Consorzio universitario per sostenere varii insegnamenti speciali e per sopperire alle esigenze scientifiche dei gabinetti e delle cliniche: provvede anche ad alcuni posti di perfezionamento all'interno ed all'estero per alunni che maggiormente si distinsero nelle scuole e nei laboratori. L'istituto è,
   per successive trasformazioni legislative, diventato di patronato governativo e sotto la tutela del Ministero dell'istruzione pubblica: il Consiglio d'Amministrazione patrimoniale è composto di un presidente e di quattro consiglieri, approvati dal governo, dei quali due rappresentano l'Università e due il Comune di Pavia.
   Le ammissioni, previe altre circostanze di non essere cioè benestanti e di appartenere alle antiche provincie lombarde, viene fatta in seguito a pubblico concorso per esami. Gli ammessi, per continuare a godere il benefizio, debbono ogni anno riportare negli esami i punti legali. Gli alunni, salve le dovute norme disciplinari, godono d'una relativa libertà, quale si conviene a giovani che avviati a studi superiori hanno in massima parte raggiunta la età maggiore.
   Il palazzo dove ha sede questo celebre istituto, appositamente costrutto, data dalla fine del secolo XVI, è di aspetto semplice e severo, quale si conviene ad un luogo destinato agli studi, ma nel complesso di linee armoniche e grandiose. Successivamente fu aggregato, nel nostro secolo, al collegio un altro palazzo di fianco al primo e nella stessa piazza : serve di sede agli uffici di amministrazione del Collegio.
   Maestosa è la porta, alla quale si accede per una bella gradinata in marino. L'atrio è grandioso, fiancheggiato da statue allegoriche alle scienze, alle lettere, alla filosofia, che si insegnano nell'Università. Vasto e di bella architettura è il cortile dal quale si passa ad un grazioso e quieto giardino. I locali interni sono ben distribuiti, ben aereati e dotati di quanto, con semplice proprietà, le esigenze del vivere moderno richieggono.
   Nella cappella annessa all'istituto havvi un quadro del Perugino ed un grande dipinto di Giambattista del Sole rappresentante la Bai taglia di Lepanto, la gloria maggiore del pontificato di Pio V. Nel piazzale, guardante il collegio, sorge, come già fu detto, la statua in bronzo del papa fondatore, opera di Francesco Nuvoloni e di Filippo Ferreri.
   Collegio Borromeo. — E questo istituto fratello minore per importanza, ma maggiore per età, identico negli scopi del collegio Ghislieri. Fu fondato nel 1563 dal cardinale arcivescovo di Milano San Carlo Borromeo, allo scopo di fornire ad alcuni studenti poveri del Ducato di Milano i mezzi necessari per potere compiere i loro studi nell'Università di Pavia. Il collegio mantenuto ed arricchito con dotazioni dalla famiglia Borromeo si è sempre serbato nel patronato di questa illustre famiglia lombarda; ed ancora oggi a questa famiglia spetta la scelta degli alunni, la quale, a pari condizione di fortuna negli aspiranti, viene determinata da una prova di esami intorno agli studi classici fatti uel Liceo. La media degli allievi è di 30 per ogni