Pavia
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Cowacini. II foltissimo Defendenle Succili nella sua accurata illustrazione dell'Arca di Sant'Agostino in Pavia, rivendicò valorosamente all'arte comacina o lombarda, prima, ed a Bonino da Campione poi, il merito e la paternità del ragguardevolissimo monumento. Egli pone in chiaro che il monumento venne incominciato nel 130:2, siccome attesta una iscrizione ancora visibile alla sua base; fu collocato nel 1305 e le opere accessorie e d'ornamento ebbero compimento nel 1370, a tenore dei registri d'amministrazione dei Padri Eremitani, ollicianti in San Pietro in Ciel d'Oro, che commissionarono l'opera e ne pagarono il
prezzu in 1000 fiorini d'oro — per pura mercede — formante in complesso da 00 a 70,000 lire italiane.
Il Sacelli, a bene stabilire la paternità dell'Arca di Sant'Agostino, dopo avere colla constataziune delle date esclusa I ingerenza di artefici toscani e veneziani, come era quella voluta dal Vasari e dal Cieognara, dimostra come fra l'Arca di Sant'Agostino e la tomba celebre di Cansignorio della Scala in Verona — opera eertissima di l'orino ila Campione — siavi molta somiglianza, cioè, pari euritmia, e una fisonomia comune, che sulle, prime non dà nell'occhio, perché sulla