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Fig. 0. — Pavia: Interno della Cattedrale (da fotografia Alikari).
cupola, elio vigorosamente si imposta sopra un duplice ordine di pilastri. Ai lati è scantonalo per dare adito a spaziose cappelle (fig. 0).
L'altare maggiore ed il presbiterio sono rialzali sopra una cripta o confessione nella quale si conservavano sino a pochi anni or sono le ceneri di S. Siro e di altri vescovi suoi successori, morti in concetto di santi e di altri personaggi illustri. A tergo dell'aitar maggiore sorge sopra un alto zoccolo la tomba di San Siro, l'ipotetico primo vescovo di Pavia, prolettore della città, ed al quale i Pavesi prestano grande venerazione. Le reliquie del santo sono rinchiuse in un sarcofago, ai quale sovrastano le insegne episcopali in metallo doralo.
Ma il monumento che per la storia dell'arte, ha veramente grande importanza nel Duomo di Pavia, 6 la tomba od Arca di Sant'Agostino (fig. 7), che si vede nella eappella maggiore del braccio destro del tempio. É credenza dei Pavesi, di cui s'Inumo traccie fin dal 7-22, di possedere
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nella loro città le spoglie mortali di Sant'Agostino, il massimo dottore della Chiesa, convertilo e battezzalo da S. Ambrogio, niorlo poi in Ippona nel 130 d. (.:.
Il modo col quale le dette reliquie di S. Agostino giunsero in Pavia dall'Africa è quello che fa sorgere i maggiori dubbi sulla loro autenticità. 11 re longobardo Liulpraudo, il piissimo edificatore di chiese, dopo aver, fra l'altre, costruita in Pavia il San Pietro in Ciel d'Oro, volendo darle maggior lustro al cospetto della cristianità si diede a procurarle reliquie di grande pregio. Fra queste, egli riscattò il corpo di S. Agostino, che era stato trasportalo in Sardegna dai vescovi africani cacciativi in esilio durante la persecuzione vandalica, e che ai tempi di quel pio re era caduto nelle mani dei Saraceni impadronitisi dell'isola. Può darsi che le reliquie acquistate da Liulprando fossero veramente i resti del grande dottore, ma può anche darsi che il buon re sia rimasto vittima di una delle tante ciurmerle e