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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Pavia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1896, pagine 302

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Si
   l'arte Seconda — Alla Italia
   assemblea dei feudatari italiani, Arduino, marchese d'Ivrea ; ma nella rapida sfortuna di questi alii i$ maggio 1004, Arrigo II di Sassonia, imperatore tedesco, sceso in Italia, ed avuta per il tradimento, o meglio, l'abbandono del maggior numero dei feudatari italiani della causa d'Arduino, libera la via fino a Pavia, quivi prende in San Michele la corona regia. Ma proprio in quel giorno nasce una grave contesa fra il popolo ed soldati tedeschi ; si fa battaglia per le strade, la città è incendiata, compreso San Michele, a cui fu arso l'antichissimo tetto in legno. Per questa ragione, fu nel restauro del tempio fatta la vòlta in muratura, come del resto da più d'un secolo praticavasi dai Maestri Coniarmi nelle costruzioni di cui andavano lentamente, ma sicuramente popolando l'Italia superiore e la media, nonché gli antichi ducati longobardi, ancor sussistenti ed aitivi nel mezzodì d'Italia. Infine nella primavera del 1153 vi si fece incoronar re d'Italia Federico liarbarossa reduce dalla truculenta impresa di Torlona, compiuta, più che in odio di quella città, iu odio di Milano della quale era arnica; e cinta cosi la corona d'Italia, si avviò a Roma onde prendervi dal pontefice le imperiali insegne.
   I ricordi dell'antica basilica pavese sono, come si vede, strettamente collegati a falli salienti nella storia patria in un lungo decorso di secoli, onde è tanto più giustificato il senso di ammirazione e di rispetto che la vista ili questa opera insigne infonde a chi non sia privo di senso artistico, né digiuno di storia patria.
   La basilica di San Michele Maggiore in Pavia è monumento nazionale di prima classe e gode titoli e privilegi di basilica reale.
   La Cattedrale. — Secondo 1 'Lglielii ed il Ilossio, storiografi religiosi, che trassero le loro notizie da dittici antichi, il fondatore della Chiesa Ticinese e suo primo vescovo sarebbe sialo San Siro, discepolo e compaesano del principe degli Apostoli, San Pietro. Secondo gli stessi storici, egli avrebbe governato la Chiesa pavese fino all'anno 96 di Cristo. A questi sarebbero succeduti, sempre secondo la tradizione e le affermazioni degli storici suddetti, il suo discepolo e collega Pompeo, poi un Evenzio, un Crispino, un Epifanio e parecchi altri sui quali non si hanno nolizie documentate all'infumi di questa vaga tradizione. Della serie di vescovi dall'Ughelh attribuiti a Pavia, il solo sedicesimo comincia ad avere carattere effettivo di personaggio storico, e questo sarebbe un Anastasio, morto verso la metà del secolo IV. Ciò per dimostrare quanto antiche sieno le origini della Chiesa pavese, cui gli storiografi più competenti in materia fanno risalire come quelle di Roma, di Milano al primo secolo del Cristianesimo, o almeno al secondo secolo.
   La chiesa più antica di Pavia — sempre secondo l'opinione degli eruditi — e quella che
   tenne il primitivo ufficio di cattedrale, ò la chiesa di Santa Maria in Rovea sull'area dell'attuale San Gervaso, che, in origine, sorgeva fuori delle mura della città ad occidente. Si vuole che tale chiesasia slata fondala dallo stesso S. Siro: però è assurdo l'affermarlo storicamente, ben sapendosi che nel primo secolo, il Cristianesimo essendo accanitamente perseguitato, non esistevano chiese pubblicamente aperte al culto, ma i riti erano celebrati nelle segrete congreghe degli accoliti e dei neofiti. In questa chiesa, già del secolo III oppur IV, rifatta poi dai Longobardi e successivamente restaurata in modo da perdere ogni vestigio della sua antichità, la tradizione volle sepolto S. Siro, di cui qui venne scoperto pochi anni or sono il sepolcrale avello, dei primi secoli cristiani, come dimostrò il conirn. G. IL De Rossi. Le reliquie del protovescovo pavese furono traslate nel secolo IX nella cattedrale di Santo Stefano, nel luogo dove ora sorge l'attuale Duomo.
   Essendo cadente per vetustà e danni sofferti nelle guerre di quel secolo, ed insudiciente ai bisogni della crescente città, la nuova cattedrale di Pavia fu cominciata colle elargizioni del cardinale vescovo Ascanio Maria Sforza, nel 'l i88, c con pubbliche e private elargizioni ne mise egli stesso la prima pietra il 29 giugno del medesimo anno. Il disegno della pianta e dell'alzata fu fatto da Cristoforo Rocchi, nra a costui subentrò ben presto il pavese Oinodeo, il quale, modificati i disegni del predecessore, ideò la grandiosa cupola ottagonale, rimasta per tre secoli incompleta e fu terminata coi disegni di Carlo Macciacchini, il quale ne completò il tamburo e ideò il cupolino negli anni 1884-85. La cupola del duomo di Pavia, dopo quella di San Pietro in Roma c di Santa Maria del Fiore, ha il vanto di essere la maggiore che per altezza e dimensiou esista in Italia. La sua altezza complessiva è di metri 92.20. 11 duomo di Pavia, come quello di Milano, doveva essere tutto rivestito in marmo bianco tolto dalle cave di Ornavasso sul lago Maggiore; ma tale rivestimento restò incompleto anche nella parte interna.
   Attualmente (1896) il Duomo di Pavia consta della grande cupola ottagonale e dei due bracci laterali della croce e dell'abside. Si attende alla costruzione della navata, o piò di croce, e della facciata. Lo stile al quale tale costruzione si uniforma è quello del Rinascimento che in Milano ha lasciato buon ricordo nelle opere di Bramante, Dolccbuono ed altri. A lavori compiuti questo Duomo sarà certamente, data anche I incontrastabile imponenza della cupola, un insigne monumento; ma non sarà però di quelli che esaltano e scaldano di entusiasmo l'osservatore. Tale almeno è l'impressione soggettiva da noi riportatane esaminandone le varie parli.
   Anche nell'interno il miglior punto di questo edilizio sarà sempre il grande ottagono della