Mandamenti e Comuni del Distretto di T'ortogrtiaro
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a mezzogiorno da una colonia militare ed a nord da altra consimile. Allora la tribù gallo-celtica, che indubitatamente abitava la foresta, pose a guardia di questa, verso il lato meridionale, un posto di vigilanza, un guardiano del bosco, un gruarius come si chiamava allora in lingua volgare. È da ritenersi quindi che col decadere della potenza romana la residenza del Gruarius siasi mano a mano accresciuta di altre abitazioni e che, per la facilità di approdo e di commercio che prestava, sia susse-gnentemente divenuta anche Fortus, specie quando i Veneti della laguna cominciarono ad accorrere quivi per trarne il legname necessario, sia alle loro opere pubbliche, sia alla loro marineria, donde Portus-gruarius.
Il territorio di Portogruaro fu concesso poi dall'imperatore Ottone a Belinone, vescovo di Concordia, nel OSO e nell'atto di donazione risulta ancora coperto di foreste. Finalmente, nel 1140, al 10 di gennaio, con pubblica scrittura letta nella chiesa di Santa Maria in Gruario.il vescovo Gervino di Concordia concesse a Giovanni diVenerio e ad altri il territorio posto nel luogo che dìcevasi al ponte di Covra (ora Fossalta), col bosco, il pascolo e le sue dipendenze, purché si assumessero di far ivi un porto e vi fabbricassero < case ed alberghi >. La concessione era fatta per ventinove anni, con obbligo di pagare al vescovo Gerbino od ai suoi successori, nel San Martino di ogni anno, un dato canone di affitto.
Dapprincipio Portogruaro fu retto a libero Comune, poi, decaduta Concordia dalla quale dipendeva, sotto l'alta signoria del patriarca di Aquileja, diventò parte della Repubblica veneta nel 1420. All'epoca della Lega di Cambrai contro Venezia, Portogruaro venne occupata dai Tedeschi; ma la popolazione, ribellatasi, coll'aiuto di Nicolò Vendramino di Latisana, fece prigione il presidio lasciatovi, che fu mandato, col capitano che lo comandava, a Venezia.
Il Senato veneto favorì con molti suoi decreti il commercio di Portogruaro e fra gli altri è notevole quello che stabilisce doversi far passare per Portogruaro tutto il ferro che intendevasi introdurre in Venezia stessa. Nel 1548 Portogruaro fu dotato di un fondego o dogana, tuttora esistente, e da allora si fece più attivo e lucroso il commercio fra la Germania-Portogruaro-Venezia e viceversa.
Nel 1666 il luogotenente della città, Alvise Foscari, emanò un decreto istituente un Monte di pietà per prestiti a tasso mite e questo fu causa della chiusura del Banco degli ebrei, il quale percepiva fino al 30 per cento sul denaro prestato.
Nel 1675 la città raggiunse il suo massimo sviluppo, godendo di una rendita annua di 3010 ducati. La decadenza commerciale cominciò per le molte franchigie accordate da Carlo VI a Trieste, prima origine dello sviluppo commerciale della grande città istriana. Pur tuttavia Portogruaro serbò sempre un commercio fiorente fino alla prima metà del corrente secolo, nella quale la costruzione delle ferrovie venne a dare l'ultimo tracollo a Portogruaro, tagliandolo dalle grandi linee di comunicazione.
Ma forse quando sia completata la rete ferroviaria già progettata, della quale Portogruaro diverrà centro, ed in comunicazione diretta colla linea Pontebbana a Geinona, Portogruaro diventerà ancora la più rapida comunicazione di Vienna col-l'Adriatico, e chissà che la piccola città veneta non abbia a profittarne grandemente.
Fra gli eventi che maggiormente contristarono Portogruaro furono un'incursione di pirati, comandati da un fiorentino, certo Bonaccorso Bardi, nel 1361, che non contento di depredare tutto il depredabile, pose fuoco alla città: poi venne, nel 1631, una terribile pestilenza, che fece strage nella popolazione.
Coli, elett. Portogruaro — Dioc. Concordia (Portogruaro) — P3, T. e Str. ferr.
Annone Veneto (2849 ab.). — Situato presso il confine con la provincia di Treviso, ad ovest di Portogruaro, dal quale dista 13 chilometri. E sulla strada che da Portogruaro conduce ad Oderzo. Si trova a 11 metri d'altezza sul livello del mare.
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