;j04 1>arte Prima — Alta Italia
L'istruzione popolare è cura costante degli amministratori dei Comuni ed è seguita con buon esito dalle popolazioni. Non è difficile constatare che in parecchi villaggi l'edifizio o gli edilizi scolastici sono i più belli dell'abitato.
11 distretto è largamente dotato di istituti di beneficenza ed alcuni di credito; nè vi mancano le società operaie di mutuo soccorso, le cooperative, le casse rurali, ecc.
Parte delle paludi e delle lagune sono utilizzate per pescicoltura e caccia. Danno spesso importantissimo e ricco prodotto.
Portogruaro (9797 ab.). — Fra le molte interessantissime città che conta il Veneto, Portogruaro non manca di apparire luogo notevole. Giace in bassa pianura (5 m. sul livello del mare), 70 chilometri circa a nord-est da Venezia. E bagnato dal fiume Lemene, che divide la città in due parti, riunite fra di loro da quattro ponti, chiamati: àeW Abate, dei Molimi, del Rastrello e delle Barche. 11 ponte del Rastrello deve il suo nome ad una antica consuetudine, per la quale veniva chiuso da catena e cancellata alla sera, sì che il passaggio ne era impedito. Le chiavi erano conservate dalla Comunità. Fanno corona al maggior centro abitato quattro sobborghi, il cui ingresso è segnato da altrettante torri. 11 centro maggiore è abitato da 5475 anime.
Molti sono gli editizi pubblici e privati che adornano la città ed alcuni anche veramente rimarchevoli, sia per arte che per antichità e valore storico. Primo fra tutti va notato il palazzo Comunale, la cui forma architettonica è fra le più caratteristiche. Esso si compone di un corpo centrale, o torre, che, a giudizio degli esperti, sarebbe assai più antico delle ali o parti laterali, rimontando quella al sècolo XIV e queste solo alla fine del XVI. 11 fatto sarebbe comprovato anche dall'esistenza d'un quadro di G. B. Cima, portante la data del 1504, in cui il palazzo Municipale è disegnato nella sua parte centrale solamente. Rimarchevole è la merlatura ghibellina, che certo corrispose ad un'affermazione del prevalere nel Friuli di quella parte politica volgendo la seconda metà del 300 e reggendo il paese il patriarca Marquardo di Randech.
Il palazzo Municipale fu più volte l'istaurato e, nel 1848, se ne decorò una parte in istile gotico; ma, nel 1890, ogni sovrapposizione, per iniziativa del prof. Bertolini, sconciante il bello edilizio, fu tolta e questo ridotto al suo stato attuale. In fondo alla vasta piazza ove sorge, il palazzo si presenta in modo imponente e concorrono a dargli eleganza le finestre ad arco acuto e la scala esterna, con ballatoio sostenuto da graziose colonnine in pietra.
Guglielmo Bergamasco, celebre architetto, lavorò assai ad abbellire Portogruaro nei suoi tempi migliori. È opera sua il palazzo Frattina (ora Persico), che però non fu completato ed in parti fu devastato col trasporto eseguito a Venezia del suo magnifico portale con colonne scanalate, il quale portale adorna ora in quella città il palazzo Tasca, presso il ponte della Guerra. A Guglielmo Bergamasco sono pure dovuti i palazzi del marchese Fabris e quello attiguo della famiglia Dal Moro (fig. 108).
Grandioso, vasto e bello è il palazzo del Semina rio, edifizio rettangolare, le cui ali racchiudono nel mezzo un grande ed adorno cortile. Quest'istituzione è dovuta al cittadino portogruarese Francesco Zoppetti, il quale, morto nel 1600. lasciò grossa parte della sua sostanza per iniziarne la fondazione. 11 vescovo Valaresso l'ampliò e lo trasformò trasferendolo nel vecchio chiostro di San Cristoforo, acquistato da lui a tale scopo con denaro proprio. A questo istituto fu annessa nel 1770 la chiesa di San Luigi, e nel 1843 ridotto allo stato attuale per opera del vescovo Carlo Fontanini, il quaie lo istituì erede della propria sostanza.
Di bella e severa architettura veneta è il cosidetto Palazzo degli Uffici, che fu già dei conti Allin, poi di Girolamo Venanzio, filosofo e letterato di faina, ed ora ridotto