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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   1>arte Prima — Alta Italia
   Ma più che strategica può essere grande l'importanza di Chioggia come porto commerciale, ove il Governo e la provincia si decidano ad ordinarvi quelle migliorie che i nuovi sistemi di navigazione rendono necessarie. Chioggia può essere indubbiamente uno Irai primissimi e più vasti e sicuri porti dell'Adriatico: la sua posizione, la rete dei canali che la mettono in comunicazione coi maggiori fiumi d'Italia, possono farne un emporio di approvvigionamento di tutta la parte settentrionale della peninola.
   Nel 1850 il Lloyti Austriaco, che ha sede a Trieste, aveva ben compresa l'importanza di Chioggia ed aveva attivato una linea di navigazione da Trieste a Chioggia, da dove con vapori appositi e barconi di ferro le derrate e le merci venivano spinte tino al cuore della Lombardia. La linea fu sospesa in seguito alle vicende della guerra del 1859, ma l'importanza del traffico era già tale che si pensava di abbreviarne il percorso con opportune nuove opere idrauliche e colla costruzione di un porto alla foce del Po di levante.
   11 tentativo del Lm/d Austriaco non fu più ripreso dopo riunito il Veneto al Regno d'Italia e solo in questi ultimi anni se ne parlò e se ne discusse ampiamente senza però, per quanto è di scienza nostra, concludere nulla. Ed è un gran male, poiché la navigazione dei nostri grandi fiumi, dimostrata possibile da molteplici esperimenti, darebbe straordinario impulso al commercio ih generale, mettendo a disposizione, si può dire, anche delle città che stanno ai piedi delle Alpi, nuove vie di comunicazione col mare comode e non care, esercitando un benefico influsso sulla misura delle tariffe ferroviarie e portando la vita in luoghi ai quali non può giungere l'influenza attiva delle grandi reti ferroviarie.
   Nei desiderati di Chioggia è pure una nuova comunicazione ferroviaria, la quale la metta in diretto rapporto con Padova e da questa città conseguentemente coi grandi valichi alpini. Quando ciò si effettui, Chioggia non sarà più soltanto una città di pescatori, ma potrà competere, e degnamente, anche colle maggiori sorelle, nell'arrecare incremento e sviluppo al commercio della patria, una delle grandi fonti della generale ricchezza.
   Attualmente, oltre un commercio relativamente limitato, oltre la pesca in alto mare ed in laguna, Chioggia vive della vallicoltura, dai suoi abitanti esercitata in vasta misura, forse più largamente ancora che a Cornacchie. Un migliaio di famiglie circa trova sostentamento e guadagno nell'industria delle valli e si calcola a parecchi milioni il giro dei capitali che essa procura alla città. I prodotti delle valli chioggiotte sono assai riputati e molta parte di essi prendono la via dell'estero. Derivata in certa guisa da quest'industria e ad essa sussidiaria è la pesca libera nella laguna bassa, la quale dà sussistenza a molte famiglie povere di Chioggia dette dei mestie-retti, una parte delle quali si dedica anche, a date stagioni, nelle valli a servizio delle pesche particolari.
   Relativamente fiorente è ancora l'industria elei cantieri, continuando essi, malgrado il mutato indirizzo marittimo nella grande navigazione, a produrre quei caratteristici bragozzi chioggiotti i quali sono veramente unici al mondo, sia per le qualità nautiche, come per la curiosa e talvolta strana ornamentazione della quale i proprietari si affannano continuamente a sopraccaricarli.
   Un bragozzo, più piccolo di un'antica tartana, la ricorda nella forma tozza. Porta ordinariamente sulla prora due angeli dipinti a vivi colori, mentre sulla poppa stanno due vasi di fiori. La vela o le vele sono grandi trapezoidali, l'antica e bella vela latina, e tinte ordinariamente in giallo oscuro e, come abbiamo già rimarcato, con segnato nel mezzo un qualche simbolo che ne renda agevole il riconoscimento fino da lontano, fin dove può giungere la vista di quanti, le donne particolarmente, stando attendendo alla riva. Sull'albero maggiore girano i pennelli, curiosi trafori che servono ad indicare la direzione del vento e che portano generalmente figure bizzarre di