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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parie Prima — Alta Italia
   Nella stessa sagrestia si trova uria piccola pala d'altare rappresentante la Beala Vergine. Vi sono inoltre quattordici sedie corali, trasportate da Venezia nel secolo XVII1 e rappresentanti i Quattordici misteri del Rosario. Il quindicesimo è rimasto nella chiesa della Madonna del Pianto in Venezia. Tanto questi misteri clic l'altare del Crocefisso furono acquistati dalla chiesa delle Cappuccine del Pianto.
   Si conserva in questa chiesa un seggiolone con fiori e frutta intagliate e dorate, il quale già appartenne alla famiglia dei Crassi e che servi di trono a Pio VI, quando fu di passaggio a Cliioggia mentre viaggiava alla volta di Vienna, ove fu a visitare l'imperatore Giuseppe li.
   Sant'Andrea. — Fu completamente rifabbricata, sull'area ili lina preesistente, la quale fu ricca di marmi e musaici. Ora anche questa possiede bellissimi marnii ed alcuni dipinti notevoli. Bello fra tutti è quello del Palma, rappresentante Gesù crocefisso. In sagrestia una Madonna greca su tavola e due quadretti su avorio.
   San Nicolò. — In questa chiesa la quale fece parte dell'antichissimo convento dei Padri Eremitani di Sant'Agostino, havvi uu quadro di grandiose proporzioni e di concezione grandiosa, rappresentante la Consacrazione di San Nicolò a vescovo di Mira. Un altro quadro fa riscontro a questo e rappresenta vari Miracoli attribuiti a San Nicolò. 11 primo è opera di Pietro Domini, il secondo di Andrea Vicentino. .Moltissimi sono poi in questa chiesa gli altri dipinti, per varie ragioni, rimarchevoli. Vi si trova pure un battistero del Sansovino.
   Oratorio della SS. Trinità. - Fu eretto nel 1528 e rifabbricato nel 1705, su elegante disegno dì Andrea Tiralli da Venezia. È oggi ricco ili marmi e fu ricchissimo di quadri, dei (piali ne conserva ancora una ventina di grande pregio, ma dodici furono, al principio del secolo XIX, asportati dai Francesi e naturalmente scelti fra i migliori: appartenevano tutti al Vicentino ed al Damini. Furono pure asportati trentaquattro quadri di forma ovale con teste di santi o di sante, tutti dovuti a pennelli celebri, nonché ventisei altri di forma rettangolare dello stesso genere.
   Malgrado queste depredazioni restano alla chiesa della SS. Trinità, Ira i molti che l'adornano: un'Orazione nell'orto ed una Croce fissione, del Palma; una Risurrezione, del Benfatti; un San Giovanni Evangelista, di ignoto; un'Arca del Testamento, del Vi-
   centino, che sarebbero pregiati in qualsiasi museo o raccolta di quadri.
   San Giacomo Apostolo. — In questa chiesa si venera un'immagine miracolosa della Beata Vergine 'detta della Navicella, ove venne trasportato anche lo zocco sul quale apparve, secondo la leggenda, seduta. Vi è anche un quadro rappresentante questa Madonna, di buona fattura, sebbene di colorito deficiente. Lo Aleardi ricorda questa Madonna in alcuni suoi dolcissimi versi.
   L'altare di marmo clic sorge in questa chiesa fu eretto nel 1827 per opera di Antonio Dieto; merita di essere osservato per la bella corona d'oro della quale è cinto il capo della Vergine, nonché per la cornice del quadro, ove sono incastonate pietre preziose.
   In antico questo santuario era ancora più ricco che non attualmente; ma i Francesi, nel 17'J'J, lo depredarono di molti preziosi arredi. Vi restano ancora diversi pregevolissimi dipinti ed alcuni buoni marini.
   Chiesa dei RR. PP. Filippini. — Ha una cappella decorata con grande buon gusto ed ornala con stucchi e dorature dal Ponza. Fu fondata nel 1772 da Lodovico Manin, padre dell'ultimo doge. Notevoli in questa chiesa sono pure i Quattro Evangelisti.
   Santa Caterina. — Possiede alcuni buoni dipinti attribuiti alla scuola di Palma il Vecchio ed un chiostro nel quale si conservano alcune tavole antichissime, in parte deturpate da l'istauri, ma che devono essere ritenute di buon autore. Esposta pur sotto il chiostro trovasi una bella Croce di legno, dipinta a tempera, che si crede di assai antica epoca ed in certo qual modo di fattura giottesca. Il Crocefisso è dipinto nel mezzo, nel braccio a destra avvi il busto della Beata Vergine; a sinistra il busto di San Giovanni; in alto un Angelo colle ali spiegate che sostiene la testa del Crocefisso; le teste hanno aureole dorate. Nel refettorio è una Cena, bel quadro d'ignoto autore.
   San Martino (fig. 106). — Fu edificata nel 131)2 colle rendite dei beni appartenenti alle chiese di Cliioggia piccola, andate distrutte in seguito alla guerra coi Genovesi dell'anno 1379-80. L'aitar maggiore ha un'ancona recante la data del 1349 e descritta collie opera di grande pregio dall'abate Girolamo Ravagnan. Ila ventisette comparti, nei quali sono rappresentati vari fatti della Vita di San Martino.
   San Francesco dei Minori Osservanti. — Sono notevoli alcuni dipinti del Bassano. La chiesa fu distrutta nel 1379, ma riedificata nel 1400.
   Un edifizio notevole, di cui abbiamo già avuto occasione di far parola parlando del mercato del pesce, è quello detto Granaio pubblico. Fu costrutto nel 1322 dall'architetto chioggiotto Matteo Caimo, in seguito all'istituzione del fondaco delle farine, creato nel 1308 onde alleviare le sofferenze del popolo per la carestia che la sospensione dei commerci chioggiotti aveva generato in città, causa l'interdetto onde furono colpiti da papa Clemente V, per avere valorosamente combattuto per la Repubblica nella guerra di Ferrara e conquistata questa città a danno del pontefice. Questo grande edifizio, che posa su 64 colonne, fu ristaurato recentemente e vi furono allogati i mercati delle erbe e dei pesci.