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1>arte Prima — Alta Italia
Attualmente Chioggia, la cui vita e ricchezza viene tutta dal mare, dall'esercizio della pesca e del piccolo cabotaggio, arma circa 2000 battelli, dei quali, quasi 1400, toccano il litorale italiano, veneto, emiliano e romagnolo, gli altri attraversano il mare e vanno a prestare l'opera lungo il litorale istriano e. dalmata. Sono note le molte questioni che la pesca esercitata dai Chioggiotti sul litorale austriaco ha dato origine in ogni epoca, dalla cessione del Veneto al Regno d'Italia in poi. Sebbene il diritto dei Chioggiotti sia salvaguardato da trattati, pure per le persecuzioni ad essi inflitte contro giustizia, si ebbero incidenti diplomatici di grandissima importanza.
CHIESE, MONUMENTI E PALAZZI
Come abbiamo già detto, non conta Chioggia monumenti di straordinaria antichità, perchè quanto oravi di buono di tal genere fu, nella famosa guerra del 1379-1380. distrutto o dai Genovesi o dai Veneziani nelle alterne vicende del memorabile assedio. Nè vi si notano editizi di grande bellezza architettonica od altrimenti ricchi, perchè Chioggia fu sempre più che altro un immenso villaggio di pescatori, nè vi abitarono mai persone straordinariamente ricche e nemmeno vi si formò un'agiata e numerosa borghesia; nel passato quanti Chioggiotti avevano mezzi ed iniziative, gusti artistici o signorili passioni a cui soddisfare si stabilivano preferibilmente a Venezia. Ciò non pertanto meritano d'essere menzionate alcune chiese ed alcuni altri edilìzi, sia sacri che profani, esistenti nella città e territorio di Chioggia. I principali edilizi sacri sono:
Cattedrale. — Distrutta per incendio la chiesa di Santa Maria, che antichi disegni fanno simile al duomo di Torcello, esistente fin dal 10'Ji, nella quale epoca è ricordata in una donazione di Vola vedova di Domenico Contarmi, ed eretta a cattedrale nel 1110, quando a Chioggia si trasferi il vescovado da Malaniocco, si intraprese, nel 1633, la costruzione del nuovo tempio. L'antico, a sentirne quanto ne scrive Antonio Boscolo nel 1080 e cioè 77 anni dopo la distruzione, doveva essere veramente magnifico, vi si conservavano i patrn trofei, aveva marmi, quadri di grande pregio, altari ricchissimi, pavimento in musaico ed un coro in legno scolpito, assai ammirato ; negli schienali delle seggiole erano incastonate « pietre finissime e trasparenti». L'organo era riputato fra i tre più famosi d'Italia allora esistenti. Sopra la [iurta principale vi era una Cena, dovuta al Tintoretto.
La nuova chiesa nulla possiede di ciò clic adornava l'antica, ma contiene non pertanto pregevoli opere d'arte. La statua della Beata Vergine del Carmine, in marino africano e che costò 71.000 lire venete, è assai bella, cosi pure un'altra in legno rappresentante San Rocco. Nell'altare di San Liborio si ammira una bella pala di Malino .lager; la cappella del SS. Sacramento è ornata di stucchi da Giacomo Gaspari, con dipinti ad olio ed a fresco dello Sehiavoni, detto il Chiozzotto. L'aitar maggiore è un magnifico lavoro di marmi finissimi intarsiati di agate, lapislazzuli ed altre pietre preziose. Belli gli stalli in legno scolpito del coro. Così pure riccamente ornata è la cappella dei Ss. Felice e Fortunato, patroni della città. 1 marmi fini vi abbondano e gli stemmi dei podestà pure. Vi sono sei quadri nelle pareti laterali, dovuti ai migliori pennelli del secolo XVIII. Essi sono: la Decapitazione dei Santi, dì Giambattista Cignaroli; il Martirio dei
rasoi, di Gaspare Tiziani ; le Torture, del Tiepolo, il Martirio dell'olio bollente, del Piazzetta; l'Abbrusto-limento dei fianchi, del Gian Mattei; ed infine il Tormento delle battiture, del Liberi.
Seguono, fra i dipinti sparsi nella chiesa, un buon ritratto di Monsignor Murari, vescovo di Capo d'Istria, di ottimo pennello ; un San Michele Arcangelo, un San Girolamo ed un Sant'Agostino, del Palma, un San Giovanni Battista, di Francesco Rosa Genovese; il Martirio dei Santi Felice e. Fortunato, del Fran-ceschini dì Bologna; un affresco del Liberi e quattro grandi tele che ornavano le pareti della B. V. della Navicella. La prima, rappresentante il Vescovo ed il podestà Baldissera Zulun che aveva veduto la Beata Vergine seduta sul lido, è dipinta dal Vicentino. Si sa da una memoria antica clic, nel 1593, e furono contate ad Andrea Vicentino lira 62 per tela e colori comperati e lire 70 di regalo ». La seconda, rappresentante Cristo che fulmina Chioggia, è dovuta al Malombra. La terza, dovuta ad Angelo Benfatti, nipote a Paolo Veronese, rappresenta la Processione fatta sul luogo del prodigio e costò lire 290. Infine la quarta, dovuta al Caliari, rappresenta Papa Giulio II che concede all'ambasceria clodiense. la bolla riguardante l'apparizione ed il culto della nuova Madonna.
L'altare della B. V. Assunta è poi ricco di marmi ed adorno di un bel bassorilievo del .Negri e di una bella statua di Sant'Agnese del Bonazza. 11 battistero, bellissimo, è dovuto ad Alvise Cattajapietra (o CàTa-gliapietra): fu ultimato nel 1708 (fig. lOi). Il pulpito, uno dei più belli del genere (fig. 105), è di Bartolo Cavalieri, per le statue, i bassorilievi appartengono ad opera del Negri.
iN'gJ tesoro del Capitolo sono custoditi quattro antichissimi reliquiari, di fattura hisantina, in argento, a