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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Chioggia 2ti5
   Fig. 101. — Chioggia: Ponto di Vigo.
   Da quel giorno e fino al 28 agosto 1849, in cui gli Austriaci rientrarono in Chioggia, cioè per sedici mesi, tutti i cittadini diedero coraggiosamente opera e ricchezza al sostenimento della causa nazionale e, sebbene nessuna guarnigione fosse in Chioggia e solo qualche marinaio ai cannoni dei forti, la difesa dell'estuario affidata ai Chioggiotti fu fatta con prodigi di valore e di abilità. Fu merito principale dei marinai e dei pescatori di Chioggia di avere potuto approvvigionare la città loro e Venezia durante l'assedio ed il blocco strettissimo. Colle loro navi leggiere scivolavano i pescatori fra le navi nemiche ed andavano in Romagna a caricare viveri di ogni sorta, che introducevano poi nella laguna. In ognuna di queste spedizioni si rischiava la vita, eppure nessuno vi si rifiutò mai.
   Il decreto dell'Assemblea veneta, di resistere ad ogni costo, trovò la popolazione chioggiotta fidente e disposta al sacrificio (2 aprile 1848) e senza un lamento essa sopportò i danni della guerra, la fame, il colèra. Dopo il fatale 28 agosto Chioggia seguì le sorti di Venezia e gareggiò con essa nel rendere dura sul nostro suolo l'esistenza all'oppressore, allontanandolo da ogni consorzio e da ogni manifestazione di vita cittadina. I Chioggiotti parteciparono 111 seguito a tutte le guerre per l'indipendenza, sia nell'esercito regolare che nei vari corpi e spedizioni di volontari, finché tutta la patria non fu libera da servitù straniera.
   LA CITTÀ
   La topografia della città è assai semplice : una grandiosa e bella via centrale, larga 24 metri e lunga 830, l'attraversa in tutta la sua lunghezza, ed a questa altre s'innestano perpendicolarmente a diritta ed a sinistra. Ma sono brevi e strette, sì che il piano presenta l'aspetto di una vera spina di pesce.
   La gran via principale si chiamava una volta Piazza, ora Corso Vittorio Emanuele; parallelamente ad essa corre un largo canale chiamato la Vena, il quale divide alla sua volta la città in due parti disuguali.
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