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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte Piuma — Alta Italia
   marinai, capitani, combatterono ovunque lo stendardo di San Marco ebbe ad incontrare nemici e nelle cronache della Repubblica si ritrovano annotati i nomi di Chioggiotti i quali si distinsero in ogni occasione, nelle guerre di Levante, come nelle battaglie navali e campali date sul Po contro Ferraresi e Mantovani, nella battaglia di Ravenna contro Francesi, nelle famose giornate di Cremona e Casal maggi ore contro i Visconti, nella lunga guerra provocata dalla Lega di Cambrai, nelle continue scorribande contro i Turchi e nella battaglia di Prevesa in ispecial modo.
   E dopo tale secolare unità di sforzo contro tanti nemici esterni è agevole comprendere come i Chioggiotti dolorassero nel 179G per la decretata morte della Repubblica di Venezia, uccisa dal trattato di Campoformio, e come da quell'anno al 1815 si siano spesso levati al grido di Viva San Marco! ora contro Francesi ed ora contro Austriaci. Fu specialmente rimarchevole quella rivolta detta la Sollevazione del Cristo, avvenuta nel 1800 dal fatto che un soldato austriaco maltrattò un fanciullo, il quale disturbava il passaggio di una processione portante un Crocefisso. 11 popolo reagì contro il soldato, accadde una rissa e questa degenerò in battaglia, molti Austriaci furono uccisi e molti cittadini del pari, e poco mancò che per ridurre la città ad obbedienza non si dovesse bombardarla.
   Un altro piccolo incidente avvenuto il 18 marzo 1848, un'esecuzione per tassa personale contro una povera famiglia, indignò il popolo, il quale, ripreso l'antico grido di Viva San Marco! iniziava una nuova rivoluzione.
   Allora furono viste moltitudini ornate di coccarde tricolori, portanti busti e ritratti di Pio IX, armate di pietre, colla banda civica in testa, trarre in processione di strada in strada, fra grandi acclamazioni. Aperte le porte di tutti i campanili si diede nelle campane a festa e sulle più alte guglie fu inalberato il vessillo tricolore. Le autorità militari cercarono di sedare il movimento ; ina usarono di molta longanimità per evitare spargimento di sangue, temendo ne derivasse qualche grosso guaio. Nella notte furono strappate tutte le bandiere nazionali, poi si apprestò la reazione per il giorno seguente. Ed i Chioggiotti, svegliandosi la mattina del 19, poterono vedere la città occupata militarmente ed i cannoni apprestati in piazza colla miccia accesa accanto. La giornata passò quindi in una relativa tranquillità, gli avversari si guatavano e si misuravano. 11 giorno 20 ecco giungere notizia della rivoluzione di Vienna e contemporaneamente avviso della concessa Costituzione, con libertà di stampa, milizia cittadina, amnistia. Allora fu chiesta subito la guardia civica e questa venne arruolata ed armata il 21 susseguente. Intanto cominciavano a trapelare le notizie degli avvenimenti rivoluzionari di Milano e di Venezia, e nella notte cominciavano ad arrivare, in Chioggia le truppe sbandate, cacciate dalle altre città del Veneto e da Venezia stessa. La città, temendo qualche vendetta per parte delle soldatesche inferocite, decise di prendere il sopravvento sugli stranieri e le pattuglio della guardia civica furono avvisate di tenersi all'erta, e questa discopriva avere il comandante della piazza tutto disposto per bombardare la città. Allora il Consiglio comunale, coll'aggiunta dei più noti e riputati cittadini, si adunava per deliberare e chiamava presso il podestà, indisposto, il comandante a dare spiegazioni sulle disposizioni prese. Sopraggiunti altri cittadini ad avvertire che si avvicinavano a Chioggia molte barche cariche di soldati e temendo sempre più qualche sorpresa, gli adunati fecero prigioniero il comandante e gli vollero imporre la cessione dei forti e delle caserme. Ma l'ufficiale austriaco resistette e nè promesse nò minaccio valsero a smuoverlo dal suo proposito fino a quando una barca venuta da Venezia portava la capitolazione di quel governatore. Fattane prendere visione al comandante di Chioggia, questi sottoscrisse la cessione dei forti e delle caserme per il mattino del 23 marzo, nel qual giorno appunto partì. Il giorno 24 veniva proclamata la Repubblica ed istituito un Governo provvisorio, il quale fece adesione a Venezia il 30 marzo.