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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   E Chioggia non fu indegna di questa preferenza e predilezione accordatale dalla Serenissima, I suoi figli coraggiosamente combatterono sotto Ravenna contro Agilulfo re dei Longobardi, vincendolo e mettendolo in fuga (729-731), sebbene egli fosse dapprima riuscito a spingersi tino a Brondolo; parteciparono alle guerre contro gli Ottoni di Germania; concorsero, guidati da Marino de Manfredi, a sottomettere Adria al dominio della Repubblica. Venuti a guerra contro i Padovani, per supremazia nel commercio del sale, li sconfissero alle Bebbe nel 1098, sì che il doge concesse loro m compenso privilegi ed esenzioni d'imposte.
   Come i Veneziani parteciparono attivamente alle Crociate e ne ritrassero ricchezze, poi furono contro gli Ezzelini e contro Barbarossa, concorrendo alla liberazione di Padova. Quando gli eserciti degli Scaligeri mossero a tentare il conquisto di Chioggia, i cittadini di questa città li ruppero in modo memorabile a Sant'Albano. In molte riprese si distinsero poi contro i Genovesi e si ricorda che Domenico Giustiniani, comandante chioggiotto, soprannominato lo Schiaro, entrato nel porto di Genova liei-sorpresa, scolpì sulle mura delle fortificazioni il leone di San Marco e battè moneta veneta sotto gli occhi dei nemici per recar loro insulto, e ciò dal 1350 al 1370.
   Ma qualche anno appresso i Genovesi fecero assai duramente scontare a Chioggia
   10 sfregio del Giustiniani. Scoppiata la famosa guerra del 1379 fra Genova e Venezia, le galee liguri sconfissero la fiotta veneta, quindi andarono a porre l'assedio nella laguna stessa a Chioggia. La difesa fatta dai cittadini rimarrà esempio nella storia. Scacciati da Chioggia minore i Chioggiotti si rifugiarono tutti nella parte più ampia della città e vi sostennero combattendo una difesa gloriosissima. Ogni via, ogni ponte, ogni chiassuolo o piazza della città fu contrastata palmo a palmo al nemico. Sì racconta del podestà Pietro Emo, il quale con cinquanta cittadini, fra i quali Giacomo Pasquali, cancellici- grande, e Matteo Easolo, occupato il ponte di Vigo, ostinatamente lo difesero, finché costretti a retrocedere si barricarono nella contrada di Santa Chiara; scacciati da questa pure si ridussero nel palazzo Comunale, di cui fecero l'ultima fortezza e che lungamente contrastarono ai Genovesi ed ai loro alleati.
   Si fanno ammontare a 3500 i cittadini morti in questa occasione in difesa della patria e molti altri caddero nei tentativi fatti successivamente dal doge Andrea Contarmi e da Vettor Pisani per ricuperare la città. Combatterono nell'armata veneziana
   11 già ricordato Matteo Fasolo, il quale, dopo aver sacrificato alla continuazione della guerra tutto il proprio patrimonio, otìérse alla Repubblica se stesso ed i propri tìgli; il conte Lorenzo Marona, Francesco de Manno, tutti distinguendosi e meritando elogi ed onori.
   Quando finalmente Vettor Pisani, dopo un lungo blocco o dopo aver ridotti i Genovesi alla fame, riuscì a penetrare in Chioggia, addì 24 di giugno del 1380, la trovò pressoché distrutta. La città cominciò a riaversi dei danni patiti solo dopo il 1383, cioè da quando il doge Antonio Venier cercò ristorarla e chiamò a ripopolare il luogo, fattosi quasi deserto, colonie dagli abitati vicini.
   Vuoisi che nell'assedio di Chioggia apparissero per la prima volta in azione delle bombarde od altre artiglierie; fatto si è che non solo la memoria dell'avvenimento non fu più perduta nella tradizione popolare, tanto che adottò l'uso di datare i pubblici documenti colla formula ante o post bellum, a seconda del caso, ina la stessa Chioggia minore fu completamente distrutta, né più risorse dalle sue rovine. Si dovette accordare la cittadinanza di Venezia e di Chioggia a tutti quei sudditi veneti i quali sì fossero risoluti a stabilirsi, entro il 1393, in Chioggia maggiore, per riuscire a far riacquistare importanza a questo centro, il quale da 16.000 abitanti che aveva prima dello scoppiare della guerra, non ne contava più di 5000 a pace ritornata.
   D'allora, tutta dedita ai commerci ed alla pesca, Chioggia segui costantemente le sorti di Venezia, della cni gloria e fortuna fu valida cooperatrice. 1 suoi giovani soldati,