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1>arte Prima — Alta Italia
romano, fu sostituita quella dei gastaldi, quando, nel 672, la città entrò nella lega delle isole lagunari e riconobbe m seguito l'autorità del doge allora stabilito in Eraclea, da dove doveva passare a Malamocco e quindi definitivamente a Rialto o Venezia.
La città pagava tributi e censi ai dogi e li serviva di barca quando, per rendere giustizia o per diporto, entravano nelle acque lagunari soggette alla giurisdizione di Cliioggia. hi cambio ebbero molti privilegi, come per la fornitura del sale, e regolali dal doge Pietro Tribuno i confini in modo clie la laguna circondante Cliioggia divenne proprietà del Comune.
La guerra che Pipino, re dei Franchi e d'Italia, mosse ai Veneti fece soffrire molti danni a Cliioggia, che fu, nell'80'J. pressoché distrutta. Ma si riebbe presto e, nel 1110, la vediamo eretta in città con decreto del doge Ordelafo Faliero.
I gastaldi cedettero il posto ai podestà, creati nel 1214, che divennero la più alta autorità del Comune; ad essi si aggiunse un siti intere, carica speciale dovuta al grande sviluppo preso in Cliioggia dall'industria del sale, contandovisi fino ad ottanta fondamenta, cioè spazi acquei recinti da muro e comprendenti ciascuno da venticinque a trenta saline. Tale era l'importanza del saliniere che quando mancava il podestà, per una qualsiasi ragione, egli ne assumeva temporaneamente la carica e l'autorità.
I più antichi statuti chioggiotti, di cui si abbia notizia, rimontano al 1216 e di essi si possiede il testo. Essi furono raccolti e compilati da una Commissione di cinque cittadini e riformati successivamente in tre riprese: la prima nel 1332, la seconda nel 1347 e la terza, eseguita per ordine del Senato di Venezia, ebbe luogo nel 1381, dopo il riconquisto della città, caduta in mano dei Genovesi, operato da Vettor Pisani.
II libro degli statuti, colle aggiunte e riforme indicate, tracciato su pergamena in caratteri diversi e postille di varie epoche, trovasi depositato nell'antico Archivio municipale. Nò questa è la sola copia; una seconda, manoscritta del pari, è posseduta dalla Biblioteca di San Marco in Venezia ; una terza, tracciata in carattere gotico e divisa in due volumi, è proprietà privata. I podestà di Cliioggia non ebbero mai alcuna ingerenza negli ordinamenti interni della città e, lino al 1454, neppure voto deliberativo sulle questioni sottoposte ai Consigli, Avevano funzione più rappresentativa che altro.
I Consigli reggenti e governanti Cliioggia erano due: uno detto il Maggiore, l'altro il Minore. 11 secondo emanava dal primo. Erano ascritti al Consiglio maggiore tutti gli individui d'una data età, appartenenti a famiglie con diritto di cittadinanza. Riunito in assemblea il Consiglio maggiore nominava il minore, diesi componeva di tre deputati, tre consiglieri e del cancellier grande; lo presiedeva il rettore veneto.
Dopo la congiura di Bajainonte Tiepolo, la quale pose definitivamente line alla forma democratica della Repubblica Veneta per sostituirvi 1 aristocratica, avvenne, nel 1401, anche, a Cliioggia la serrata, non ammettendosi più nel Consiglio maggiore altre famiglie oltre quelle che già vi appartenevano e che presero a formare il nobile Ordine dei cittadini giurati, avendo ogni cittadino, giunto al suo 25° anno d'età, obbligo di giurare fedeltà alle patrie leggi in presenza del podestà e del cancellier grande, il quale lo inscriveva nel Libro d'oro dei cittadini chioggiotti.
Le altre magistrature di Cliioggia erano in gran parte simili a quelle di Venezia e prendevano il nome di Provveditori dei lidi, di Deputati all'armare, di Magistrati di sanità, di Procuratori del duomo, ecc, Anche la giustizia, fino alle sue ultime conseguenze, e cioè la pena di morte, era amministrata da giudici cittadini.
In ogni circostanza i cittadini di Cliioggia furono favoriti da quelli di Venezia; ad essi veniva concesso di tenere castellani propri nei forti di difesa della città e dell'estuario dipendente, nelle navi da guerra armate da Cliioggia si concedeva di porre a capitani cittadini chioggiotti, nei decreti e nelle leggi il Senato nominava sempre Cliioggia come la seconda città dello Stato e la figlia < primogenita della Repubblica >.