Chioggia
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Non mancano gli istituti di credito, quali la Banca popolare e le agenzie d'istituti maggiori. Vi sono parecchie istituzioni di bene ti ceri za e numerose Società operaie, specie in dileggia ed in Cavarzere. L'istruzione pubblica è particolarmente curata in tutto il distretto, il quale forma un collegio elettorale che prende nome di Collegio di Citioggià, dal principale centro.
Mandamento di CHIOGGIÀ (comprende 2 Comuni, con una popol. di 36.094 abitanti, secondo il censimento del 10 febbraio 1901).
Chioggia (30.560 ab.). — Capoluogo del distretto, sede del Vescovado, di un Commissariato distrettuale, di una Delegazione di P. S., di un Consiglio sanitario, di un Ispettorato delle gabelle, di una Ricevitoria delle dogane, di un Magazzino di privative, di una Ricevitoria del demanio e del registro, di un Ufficio ipoteche, di un'Agenzia delle imposte, di un Comando locale d'artiglieria, di una Sezione del Genio civile, di un Comizio agrario, ecc.
CENNI STORICI
Se la città di Chioggia non è assurta allo splendore della vicina Venezia, la sua origine non è meno antica e di poco dissimile da quella della maggiore città veneta. Chi fossero i primi abitatori di Chioggia è difficile dire; la fondazione della città si perde nelle solite tenebre dei tempi lontani. Vi ha chi, a forza di sottili ragionamenti e d'induzioni, ha trovato essere stata ove oggi è la città lagunare di cui stiamo trattando, una delle tre borgate fondate dai Padovani e distrutte dai Greci, come si legge in Tito Livio al libro X. Sarebbe, secondo questa tradizione, un certo Godio, amico di Antenore, il fondatore di Chioggia. Ma il Clodio in questione noti è il solo .che ricordi la storia. C'è un Clodio nemico acerrimo di Cicerone, c'è un Claudio Albino imperatore, c'è un Marco Aurelio Claudio, ai quali si attribuisce pure la fondazione di Chioggia. Sembra invece più probabile che nessuno l'abbia specialmente fondata e che invece il luogo si prestasse, per la sua situazione, fin dai più lontani tempi, a divenire stazione, o fermata opportuna, per quei naviganti i quali da Aitino andavano a Ravenna o viceversa, seguendo la fossa Claudia. Dell'esistenza quivi di un luogo abitato ai tempi romani farebbero fede alcune denominazioni ancora conservate, come Via Romeo,, Cù Roman, ecc., ed alcune lapidi ritrovate. Plinio ricorda anche l'esistenza di un porto Hedron, che corrisponderebbe allo attuale chioggiotto.
La vera fortuna di Chioggia deriva però dalle sventure di città sorelle. Quando i Barbari, varcati i facili passi delle Alpi Giulie e Carniche, si affacciarono all'Italia e per lunga serie d'anni, con sempre mutante alluvione di genti, vennero a percorrerla ed a devastarla, quelle popolazioni che si ritraevano dalle città assediate o distrutte, come Aitino, Padova, Monselice, cercarono e trovarono rifugio non soltanto sulle isole e sui lidi della laguna settentrionale, ma pur anche sui lidi e sulle isole della parte meridionale di questa vasta ed alterna distesa di acque e di terre. Così, se 11011 nacque, si accrebbe e sviluppò Chioggia. Fin dai primissimi tempi veneziani è già memoria dell' importanza e dei traffici della vicina Chioggia, allora città indipendente, munita di privilegi dai re Longobardi, quali il diritto di fornir sale a molti luoghi del loro regno e di cacciare nei territori soggetti al dominio della corona.
Allora Chioggia si divideva in due città ben distinte: Chioggia maggiore, ove è l'attuale; Chioggia minore, ove ora è Sottomarina. Entrambe erano collegate insieme da tre ponti in legno; ma, fino a tempi relativamente recenti, ebbero governo di Comune ed erario distinti. Nei primissimi tempi le due Chioggie erano rette da tribuni propri; ma a questa autorità, derivata dall'influenza della civiltà e del nome