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1>arte Prima — Alta Italia
inservibile. La ritirata dei Veneti di Marghera, senza la perdita di un uomo, sotto il fuoco nemico, fu giudicata una delle operazioni militari più abili e rapide del tempo. Ad evitare che, evacuate Marghera e San Giuliano, gli Austriaci potessero avanzarsi per il ponte della strada ferrata sulla laguna, vennero, ad opera delle guardie civiche e di molti cittadini, distrutte alcune arcate e collocate batterie sulla Piazzetta del ponte stesso, guardanti Mestre.
Al 31 maggio, l'Assemblea dei Rappresentanti convocati 111 Comitato segreto conferma il decreto del 2 aprile con 97 voti favorevoli, 8 contrari e 4 astenuti, sopra 109 rappresentanti. Nello stesso tempo al ministro austriaco De Bruck, il quale trovavasi a Mestre e mandò a chiedere quali condizioni Venezia ponesse per trattare la pace, l'Assemblea rispose: « L'assoluta indipendenza del territorio lombardo-veneto >.
In tutto il mese di giugno è un succedersi di combattimenti ai forti verso terra e verso mare; ina intanto continuano a farsi sempre più gravi e difficili le condizioni interne della città per il difetto dei viveri, la cessazione di ogni lavoro ed industria, il deprezzamento inevitabile della moneta ossidionale, costituita per la massima parte da buoni 0 biglietti m carta, contro i quali si sapeva mancare nelle casse del Governo, del Comune, delle banche il corrispettivo in valore effettivo. Più volte, in questo periodo, il ministro De Bruck tentò di aprire trattative di pace col Governo di Venezia; ma come queste avevano sempre a base il principio d'indipendenza e libertà italiana, doveva tosto romperle, non essendo possibile al Governo di Vienna il trattare su quelle basi con sudditi ribelli.
Nella seconda metà di giugno gli Austriaci, che guadagnavano terreno nell'estuario e sul ponte della laguna, cominciarono a far arrivare qualche bomba fino alla città.
La mattina del giugno alcune bombe arrivarono lino a Cannaregio. Il 30, in seguito alle trattative corse tra il De Bruck ed i delegati della Repubblica di Venezia, viene convocata l'Assemblea per sentire e decidere sul!' ultimatum mandato dal De Bruck stesso. Ma le profferte austriache, sulle quali avrebbesi dovuto trattare la pace, < avente per base l'assoggettamento di Venezia al governo militare >, furono dall'Assemblea respinte con 105 voti contro 13, a scrutinio segreto, ed ogni trattativa è rotta. Cosi l'Assemblea teneva fede al glorioso suo decreto del 2 aprile.
Il mese di luglio passa tristissimo per Venezia, ove giungono con sempre maggior frequenza le bombe nemiche e gli effetti del blocco si fanno sentire di giorno in giorno sempre più terribili, crescendo la carestia coll'assoluta mancanza dei generi di prima necessità per la vita umana. Per l'annona viene istituita una Commissione speciale, la quale fa le indagini necessarie alla constatazione delle vettovaglie esistenti in città e stabilisce le norme colle quali debbonsi ripartire e somministrare alla cittadinanza bisognosa.
La marina veneta, con abili crociere, sfidando non lievi pencoli ed 1 cannoni della dotta austriaca, riesce a far entrare nella laguna, a quando a quando, dei bragozzi carichi di vettovaglie; ma questi sussidi sono sempre di gran lunga inferiori al bisogno crescente.
Oltre i proiettili che continuano a grandinare sulla città, danneggiando gli edifici, uccidendo cittadini, mettendo lo spavento nelle donne e nei fanciulli : oltre della carestia, per la quale diventano cibi succulenti il pane di crusca e gli animali immondi delle cantine e degli scoli, un altro flagello penetra e si spande nella città, più terribile e temuto di tutti: il cholera. Eppure, 111 mezzo a tanta miseria, a tanta desolazione, guai a chi parlava di capitolazione. Era rincorso a sassate e minacciato di morte.
Al 1° agosto il valoroso Sirtori, con una disperata sortita dal forte di Brondolo, riesci ad impossessarsi delle provvigioni del nemico, cioè di 200 bovini, 500 barche cariche di frumento, granturco, patate, vino, legumi ed altre derrate ed infine di molto materiale da guerra.