Venezia
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navi; poi, forzato lo stretto, penetrarono nel Mar Nero, ove devastarono la floridissima colonia genovese di Caffa. I urono celebrati per valore e sagacia in questa impresa i patrizi veneziani Roggero Morosini e Belletti Giustiniani e Domenico Schiavo figlio del popolo, il quale, colle galee affidate al suo comando si spìnse fino alla marina di Genova; scese a terra coi suoi, piantovvi il vessillo ili San Marco, coniò moneta e se ne ripartì prima che i Genovesi arrivassero In tempo per affrontarlo. Dal canto loro tre galee genovesi si spinsero — cosa non mai avvenuta prima — lino a Malaniocco a sfidarvi l'armata veneta. La fortuna avuta dai Veneziani in molti scontri li imbaldanzì al punto da ricusare la mediazione di pace offerta da papa Bonifacio Vili a condizioni vantaggiose. S'erano, dopo i successi di Pera e di Caffa, messo in testa di fiaccare per sempre la potenza degli alleati, volendo affrontarli in una grande decisiva battaglia. Ma il fatto non corrispose ai propositi. Le due flotte nemiche scontraronsi alle Curzolari, e dopo una lotta accanita durata tutta la giornata 1 Veneziani ne uscirono disfatti, lasciando ai nemici molte navi, largo bottino e numerosi cospicui prigionieri, fra cui il più illustre fu certamente Marco Polo, che dovette passare parecchi mesi, rispettato ostaggio, nella Superba, ingannando il tempo col dettare le memorie dei suoi viaggi meravigliosi alla Corte dei Tartari, del Gran Mogol, ed al lontano e misterioso Cattaio, la nazione del popolo giallo. Le trattative della pace, riuscite non molto vantaggiose pei Veneziani, furono condotte da Matteo Visconti signore di Milano, vicario imperiale e capo dei Ghibellini italiani; durarono un anno circa e furono concluse nel 1299.
Nel frattempo erano avvenuti nell'ordinamento interno della Repubblica importanti mutamenti, tra cui quel fatto che fu detto la serrata del Gran Consiglio, vero colpo di Stato che mutò le basi del Governo della Repubblica, da democratico più o meno, com'era lin'allora stato, in aristocratico ed oligarchico. Già da tempo erano state adottate misure, promulgate leggi che miravano sempre più a restringere le prerogative del popolo, ili certe classi di cittadini ed anche di date categorie di nobili. \nche intorno all'autorità e alle prerogative dogali si lavorava di lima, sempre per evitare che tanto nelle classi popolari quanto nello stesso principe si rafforzassero privilegi ed autorità da cui potessero essere menomati i privilegi e le autorità della crescente oligarchia. Per tema che coi maritaggi il doge potesse contrarre potenti alleanze, dopo Lorenzo Tiepolo, il quale faceva sua moglie una slava signora di molti feudi e castelli, fu stabilito per legge che non poteva esser doge chi aveva per moglie una straniera, nè il doge poteva contrarre matrimoni pei suoi figli con forestieri. Un'altra legge, del 1271, escluse i bastardi dal maggior Consiglio. 11 doge Giovanni Dandolo capo della parte popolare, fece proposta di una legge che modificava in senso più largo la elezione del maggior Consiglio, sottoponendola ai Quaranta. Fu respinta, e per contro i capi dei Quaranta proposero una legge la quale stabiliva che non potessero eleggersi nei Consigli se non coloro che, < od essi medesimi, o i propositori
< avessero seduto nei Consigli; e se alcuno che non fosse di tale condizione si eleggesse
< a qualche Consiglio, non potesse essere eletto che coll'approvazione del doge, della
< maggioranza dei consiglieri del doge e del maggior Consiglio >. Si oppose il doge, opinando doversi mantenere gli ordini consueti; e per allora ebbe vittoria. Ma i l'autori delle restrizioni, ritornando all'assalto, modificarono la primitiva proposta, lasciando gli elettori come per il passato, ma chiedendo che gli eletti dovessero approvarsi dal a maggioranza dei Pregarti e dei Quaranta: proposta pur questa respinta. Le cose rimasero ferme sotto il dogado del Dandolo; ma sotto il Gradenigo fu dal suo Consiglio proposta la legge seguente, che venne approvata e promulgata all'ultimo di febbraio 1297:
i La elezione del maggior Consiglio dovrà farsi come segue
i Chiunque da quattro anni addietro era del M. C., dovrà essere soltoposto allo squitlinio dei XL. i Ottenuti dodici suffragi, sarà del M. C. per un anno.