Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincia di Venezia', Gustavo Strafforello

   

Pagina (225/387)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (225/387)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Venezia
   181
   Contemporaneamente la Repubblica sosteneva una piccola guerra navale contro Giovanni Vatacio, avventuriero bisantino che brigava in quei uiari per crearsi un dominio; castigò le defezioni «li Fola e di Zara (1242); guerreggiò contro Alessio Calergio ed altri ribelli di Candii e diede la caccia a molti corsari che infestavano i man delle Puglie e della Dalmazia.
   Nel 1249, alli 2 di maggio, il doge Jacopo Tiepolo per malattia rassegnava la carica, e nel giugno successivo eleggevasi Marino Morosini (44° doge), portandosi a quarantuno il numero dei voti onde evitarne nello squittinio la parità.
   Sotto il dogado del Morosini, nel 1251, i Veneziani si diedero ad edificare la Canea, nuova città e porto di Candia; e nello stesso anno nasceva in Venezia il più meraviglioso viaggiatore del medioevo, Marco Polo.
   Il dogado di Marino Morosini fu breve; al primo del 1253 questo doge moriva, ed agli S dello stesso mese era eletto a succedergli Rinieri Zeno (45° doge). Il dogado del Riuieri fu operoso e battagliero tanto in Italia che in Oriente ; non fu, come quello dei suoi predecessori, coronato dai successi e dalla fortuna.
   Seguendo la politica iniziata ai tempi del Tiepolo, Rinieri Zeno parteggiò per i Guelfi contro i vicari imperiali che tentavano di spadroneggiare nell'Alta Italia, e segnatamente diede armi e danaro per combattere l'efferato Ezzelino da Romano, vicario imperiale nel Veneto, contro il quale i Guelfi avevano levata la crociata, che dopo alterne vicende riesci alla disfatta dell'Ezzelino e dei suoi Ghibellini a Cassano d'Adda ed alla morte del tiranno di Padova e Vicenza a Soresina, Ed ai Veneziani fu attribuita la strage di Alberico da Romano, fratello di Ezzelino, e della sua innocente famiglia avvenuta a San Zenone, castello della marca di Treviso; ma questa strage fu commessa dai Trevigiani, guidati bensì all'assalto da un Badoer. patrizio veneziano, per quell'anno loro potestà. Con questa fazione Venezia cominciava allargare il suo domìnio in terraferma oltre l'estuario ed a far pesare la propria influenza nelle cose d'Italia.
   In Oriente invece la fortuna per un po' di tempo si mostrò contraria agli interessi di Venezia, seriamente minacciati dalla rivoluzione di riscossa dei Greci, che capitanati da Michele Paleologo rovesciarono l'effimero Impero dei Latini, fondato da Baldovino di Fiandra per opera precipua di Arrigo Dandolo. Finché fra i Bisantini erano durate le loro discordie, i loro odii, l'impero dei Crociati aveva potuto reggersi ; ma allorché l'audacia energica del Paleologo, aiutato dai Genovesi che, invidi dei Veneziani, speravano — come ottennero di fatto — dal suo trionfo grandi vantaggi pei loro commerci, seppe far tacer le dissensioni e riunirli tutti ad un solo intento; la vittoria dei Greci fu facile, tanto più che la resistenza dei Latini, ad eccezione dei Veneziani, fu nulla. I Veneziani, mentre gli altri Latini francesi e fiamminghi e mon-ferrini abbandonavano i luoghi, continuarono per loro conto la guerra coi Genovesi, guerra di terra e di mare ferocissima durata a lungo con varia fortuna, e finita però con una decisiva vittoria dei Veneziani nelle acque di Trapani.
   Il Paleologo, che conosceva la potenza dei Veneziani e l'influenza che in mezzo secolo di incontrastato dominio avevano saputo crearsi in Oriente, sapendo d'altra parte ch'essi non eran gente da lasciare sì facilmente presa, si profferse per le trattative di pace, le cui condizioni onorevolissime e vantaggiose pei Veneziani si conservano ancora nell'Archivio di Stato. Venezia conservò la parte più importante delle sue conquiste: le isole ed i porti, ed ebbe privilegi per il suo commercio, tanto in Costantinopoli che fuori, considerabili.
   Politicamente la caduta dell'Impero latino in Costantinopoli fu per Venezia uno scacco assai grave; ma l'abilità dei suoi negoziatori, riescendo a conservare il dominio delle isole e dei porti ed a raffermare i privilegi del commercio in Costantinopoli e sulla costa asiatica, compensò lo scacco politico con vantaggi effettivi, economici e finanziari, che consolidarono l'influenza veneta in Oriente fino alla caduta di quell'impero.
   2S — I.K l'airi», voi. I, parte 2*.