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l'arte Prima — Alta Italia
altri dei giovani ch'erano stati i provocatori dell'insulto di Treviso alla bandiera dei Veneziani Tenutili qualche tempo in ostaggio, Venezia — a prova di generosità — li rimandò poi alle loro città senza riscatto. Questa fazione rende temuto all'intorno il nome, di Venezia, che allarga intanto le sue ali sull'estuario fino all'ubertoso confine dei Trevigiani e dei Padovani.
Nel contempo Venezia mandava pure navi 111 Siria (1214) ad aiutare la Crociata; altre, ne somministrava al re d'Ungheria per far passaggio in Terra santa, e conduceva (1217) una. breve guerra coi Genovesi, la, prima delle molte che per due secoli tennero divise le due potenti repubbliche marinare italiane; ma la pace fu presto conclusa sulla base d'un trattato che garantiva ai Veneziani la sicurezza dei commerci. Oltre che coi Genovesi, Venezia stipulò trattati per la sicurezza dei commerci suoi con altri potenti, quali il patriarca di Aquileja, i Polenta da Ravenna, ecc., ecc. Ottengono inoltre i Veneziani completa franchigia per tutto l'Impero d'Oriente (1222); stringono buone relazioni coi Milanesi ai quali somministrano le navi per andare alla Crociata, ed in seguito ad un tentativo di ribellione mandano nuove, colonie in Candia. Nello stesso anno nuovo conflitto tra Venezia e Genova, causa apparente il patronato di una chiesa chele due repubbliche si disputavano; reale, la gelosìa di Genova per il continuo accrescersi della potenza veneta in Oriente ed i privilegi goduti dal commercio dei Veneziani in quei mari, privilegi e potenza che. i Genovesi non avevano peranco potuto acquistare. Nel 1229 Pietro Ziani rinunzia per vecchiaia al dogado, e gli succede Jacopo Tiepolo (doge 43°).
Frattanto coll'assunzione di Federigo II di Svevia, figlio di Arrigo VI e di Costanza Normanna, all'Impero, e col dichiararsi del violento conflitto di costui — che poi fu una delle grandi individualità del medio evo italiano — colla Corte di Roma e con tutte le città guelfe d'Italia, che per interesse o per divozione parteggiando col papa combattevano l'imperatore, volgevano per l'Italia tempi assai gravi e burrascosi. Venezia, quantunque sempre assorbita nei suoi affari orientali, non si disinteressa completamente di quel gran piato, che doveva essere il tormento italiano di tutto quel secolo e di buona parte — mutate forme e circostanze — del successivo. Solo stava incerta sulla posizione da prendersi, poiché divisamelo suo, più che di intervenire nella contesa diretta fondamentale tra Guelfi e Ghibellini, tra la Chiesa e l'Impero, era di acquistarsi un po' di dominio e d'influenza anche in terraferma, nella gran valle del Po. Venezia si destreggiò quindi per lungo tempo fra l'uno e l'altro dei contendenti ; e mentre professava obbedienza al papa e approntava navi (salvo i dovuti noli) per mandar Crociati in Siria, riceveva ed ospitava con grandi onori Federico II (1232) e stipulava contratti col re di Gerusalemme per aiutarlo nell'impresa importante del riacquisto del regno. Così gli scaltri reggitori della Repubblica ottennero favori, larghezze e concessioni da ogni parte, senza impegnarsi, senza compromettersi direttamente con alcuno.
Ma venne pure il momento nel quale Venezia dovette decidersi a prendere una posizione nel grande conflitto italiano che sempre più aggravava si ; e fu quando Pietro Tiepolo, tìglio del doge, potestà di Milano, fu fatto uccidere da Federigo II in guerra con quella città (1238). La reazione italiana contro l'imperatore toccava allora il suo punto culminante, e Venezia comprese, che non poteva più oltre starsene in disparte, e col pretesto dell'offesa fatta al suo nome nella persona di Pietro Tiepolo, entrò nella lega formata dal papa contro l'imperatore, e della quale facevano pur parte le altre due repubbliche marinare sue eniule, Pisa e Genova, nonché parecchie città del Veneto e della Lombardia con Milano a capo. In questa circostanza le armi di Venezia furono rivolte contro Ferrara, che il vicario imperiale Salinguerra aveva tolta ai Guelfi; e la spedizione riesci fortunata, perchè Ferrara fu ripresa e restituita dai Veneziani al papa e Salinguerra condotto prigioniero in Venezia.