Venezia
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vere battaglie per le vie, onde dovettero intervenire il doge ed i capi della Crociata a sedare i disordini. Si aggiunse inoltre una bolla di papa Innocenzo, che condannando l'impresa di Zara, imponeva ai Crociati di restituire il bottino fatto, lasciare la città e veleggiare direttamente per la Siria. I Crociati francesi si dissero, a parole, pronti ad obbedire alle ingiunzioni papali; ma si guardarono bene dal restituire il bottino e i Veneziani risposero negativamente accampando i loro diritti sulla ribelle città. Il papa indignato mandò un'altra bolla, colpendo d'interdetto i Veneziani, ma consentendo però ai Crociati di servirsi delle loro navi per passare in Siria.
Nel frattempo gravi avvenimenti maturavansi a Costantinopoli, tali da richiamare tutta l'attenzione della Repubblica veneta e da distrarre la Crociata dall'obbiettivo prefissosi. .Mentre i Crociati stanziavano in Zara, si presentò ad essi e al doge Alessio Conineno a chiedere il loro soccorso contro altro Alessio suo zio, che balzato dal trono l'imperatore Isacco l'Angelo, padre suo, ed abbacinatolo lo teneva prigioniero. L'attrattiva di questa nuova impresa si fa strada nell'animo avventuroso di molti Crociati e Venezia, che vede venuto il momento di vendicare il passato e di affermare la propria potenza in Oriente, coglie il pretesto offerto dal giovane Comneno e dichiara necessaria l'impresa di Costantinopoli II papa interviene, invitando la Crociata ad attenersi al primo obbiettivo suo, la riconquista dei Luoghi santi e la difesa del Santo Sepolcro e dei Cristiani dimoranti in Palestina; ma nell'animo dei Crociati prevale, dopo un po' di incertezza, il desiderio di avventure, la speranza di larghi bottini, tanto più di fronte alla dimostrazione persuasiva del doge Dandolo, il quale riesci a convincerli che senza l'amicizia e l'appoggio dell'imperatore d'Oriente la loro impresa non poteva raggiungere lo scopo prefisso: perciò fu stabilita la spedizione di Costantinopoli. Veneziani e Francesi salparono da Zara dirigendosi a Corfù, ove dovevano raggiungerli nuove galee che Venezia, per affrontare sicura l'impresa, stava allestendo. In attesa i Crociati sbarcarono, e la feracità meravigliosa dell'isola, le acclamazioni dei Greci che lì accoglievano coinè liberatori e proclamavano il giovane Alessio a loro imperatore, conciliarono maggiormente i Crociati al programma del doge e finirono per vincere le esitanze ed il malcontento di alcuni dissidenti che avrebbero voluto obbedire al papa e veleggiare senz'altro per la Siria: e da Corfù, avvenuto il congiungimento della flotta, tutta l'armata navigò per l'Egeo verso Costantinopoli. Per attizzare maggiormente nei Crociati il desiderio della conquista, il doge li fece approdare avarie isole dell'Arcipelago: ad Andro e Negroponte ebbero accoglienze entusiastiche e Alessio fu dagli abitanti di quelle isole proclamato imperatore. Era il tempo della messe, ond'è che la terra offriva dovunque lo spettacolo dell'abbondanza. La bellezza del paese, la dolcezza del clima, il giubilo, la sommissione dei Greci, tante ricchezze, tante meraviglie, tante regioni sconosciute accrescevano di giorno in giorno l'entusiasmo dei Crociati. Finalmente l'armata dei Cristiani giunse all'imboccatura del Bosforo e gettò l'ancora al porto di Santo Stefano, a tre leghe dalla capitale dell'Impero greco.
Non ci dilungheremo a narrare i particolari dell'assalto e della presa di Costantinopoli, che fu il punto culminante della quinta Crociata, e che tutte le storie narrano come uno degli avvenimenti più importanti del medio evo. Diremo solo che il successo di questa arditissima spedizione, la quale non ha altro riscontro se non nella presa di Gerusalemme avvenuta per opera dei Crociati poco più d'un secolo prima, e variamente giudicata per le sue cause ed i suoi effetti dagli storici del tempo e dai posteriori devesi in massima parte al valore personale ed alla tenacia di Arrigo Dandolo, all'abile politica di Venezia che seppero imporsi alla massa incerta, discorde dei crocesegnati ed infine alla potenza marittima dei Veneziani, senza della quale la cosa non sarebbe stata possibile. Presa Costantinopoli, debellato l'imperatore Alessio, Isacco 1 Angelo viene riposto sul trono; ma chi comanda per lui 6 il giovane Alessio, colui
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