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Porle Prima — Alla Balia
da- un gran numero di signori e cavalieri di Francia, Navarro e Fiandra. Si mandano messi a Venezia per trattare del passaggio. Il Consiglio (che nè il doge solo, uè il popolo solo più non comaiidavanoj acconsenti; e siccome i Crociati non avevano molti denari per le spese, a facilitare l'impresa con minor spesa propose che, cammin facendo, i Crociati avrebbero aiutato Venezia a ridurre all'obbedienza quelle città della Dalmazia, specie Zara, che di nuovo si erano ribellate a Venezia. Stabiliti questi patti, Venezia armò una flotta poderosa colla quale insieme ai suoi presero posto i militi della croce; e questa, sotto il comando del doge Arrigo Dandolo, anziché veleggiare per P Oriente, si volse al Quarnero. 11 pontefice, cui questo diversivo parve pericoloso per l'impresa (la lui caldeggiata, la ricostituzione del regno di Gerusalemme e la liberazione definitiva dei Luoghi santi, mandò un legato a Venezia, Pietro da Capua cardinale, per dissuadere i Crociati da un'impresa ch'egli giudicava sacrilega. < Il re d'Ungheria, protettore di Zara, diceva il legato pontificio, aveva presa la croce e s'era in tal modo inesso sotto la speciale protezione della. Chiesa; assalire quindi una città che gli apparteneva, era, giusta il pensiero del pontefice, assalire la Chiesa stessa ». — Ribattè quegli argomenti e quelle minacce d'interdetto il doge Dandolo, rispondendo: « 1 privilegi dei Crociati non possono sottrarre i delinquenti alla severità delle leggi umane e divine. Le Crociate non debbono proteggere le ambizioni dei re e le ribellioni dei popoli; il pontefice non ha il potere d'incatenare l'autorità dei principi e (li stornare i crocesegnati da una intrapresa legittima, da una guerra fatta a sudditi ribelli, a pirati le cui ruberie turbano la liberta dei mari e solo nuocciono alla Crociata, arrestando ì pellegrini che si recano in Terrasanta ». — A prova poi della sincerità delle intenzioni sue e del suo popolo, il doge aveva preso la croce ed il comando della flotta. Con questa politica ed accorta maniera di operare, il Dandolo s'era previamente guadagnato l'animo dei Crociati, ed alle pretese del legato pontificio Pietro da Capua, che voleva avere la direzione suprema della Crociata, potè seccamente rispondere : * L'esercito dei crocesegnati non mancare di capitani, ed i legati del pontefice dovevano rimanersi contenti di edificare i Crociati coll'esempio, i discorsi e le preghiere ». — Il cronista Goffredo di Ville-Hardonin, ch'ebbe parte nelle Crociate e fu uno degli storici più sinceri, accentua la sua meraviglia per il libero modo di agire e di parlare ilei doge e dei Veneziani verso il papa, e per il governo a base popolare dal quale essi reggevansi — cosa singolare ed inaudita per chi, come il Ville-Hardouin, veniva da una nazione, da un ambiente strettamente feudali.
Dopo aver assoggettato Trieste e Fola, i Crociati si appressarono colle loro navi davanti a Zara, città assai fortificata, la cui conquista con loro sorpresa non appariva poi tanto facile, come s'era loro fatto credere. Ma non era più tempo d'esitare: l'impegno era preso ed era impossibile arretrare. Ad onta che alcuni capi dissentissero dall'impresa, che vedevano ormai vòlta tutta ad esclusivo interesse dì Venezia, fu dato il segnale dell'assalto. Appena le catene del ponte furono spezzate e le macchine incominciarono a diroccare le mura, gli abitanti di Zara, scordando il giuramento fatto di morire piuttostochè arrendersi, mandarono messi al doge capitano supremo della spedizione per domandar pace. Questa era accordata, e già si fissavano i patti quando i Zaratini, saputo del dissidio ch'era fra i Crociati e fidando che i Francesi non avrebbero prese le armi contro di loro, sconfessando i loro messi, ritornarono alla difesa. Per cinque giorni resistettero, e malgrado sulle loro mura inalberassero il vessillo crociato, dovettero cedere, sottomettersi ed abbandonare la città al saccheggio. 11 bottino larghissimo venne diviso fra Veneziani e Francesi ; e siccome il verno avanzava e la stagione non era propizia per veleggiare e continuare l'impresa, si deliberò che le truppe avrebbero svernato in Zara, stabilendosi addirittura nelle case dei cittadini. La scelta di tali case fu occasione o meglio pretesto allo scoppio dei risentimenti che già covavano negli animi dei Francesi contro i Veneziani quindi avvennero zuffe e