Venezia
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disordini, causati dalle fazioni di Eraclea e Malaniocco, ha senza dubbio contribuito ed aiutato il Partecipazio a mettere con sollecitudine in esecuzione il suo divisamente. Nella scelta del luogo per la nuova sede del governo il fondatore della Venezia moderna fu certamente mosso e guidato da cause politiche ; ma la tradizione vuole clic il doge Partecipazio abbia scelto Rialto in preferenza di qualunque altra isola interna, perchè suggeritogli da una visione avuta da San Magno, vescovo di Oderzo, nella quale la Madonna apparsagli gli avrebbe additato le sette isole sulle quali insieme a sette grandi chiese sarebbe sòrta una nuova città. — Altra leggenda vuole che il doge fosse anche inspirato dal fatto che nell'isola di Rialto dimoiasse per alcun tempo, gettatovi da fortuna di mare, veleggiando da Alessandria ad Aquileja, l'evangelista Marco, e che un angelo gli apparisse per dirgli che in quel luogo avrebbe avuto un giorno sanità, gloria, onori sommi, salutandolo colle parole, che furon poi scritte sui vessilli e le insegne della Repubblica: Pax Ubi Marce, etc.
Agnello Partecipazio si mostrò nelle opere uomo superiore ai tempi e splendido. Ricostrusse Eraclea sua patria; creò e statuì 1 magistrati che dovevano vigilare alle bonifiche di Rialto ed isole vicine, sulle quali rapidamente sorgeva la nuova città; non provocò guerre, sedò con molta abilità le discordie interne e morì tranquillamente nell'anno 827. Gli fu successore il figlio Giustiniano Partecipazio (11° doge), che dovette muovere con molte galee contro i Saraceni infestanti le coste dell'Adriatico, indi contro i pirati slavi stanziati a Narenta, le scorrerie dei quali erano di continuo gravissimo danno ai commerci transmarini di Venezia. Un'altra spedizione contro i Narentani fece Giovanni Partecipazio (12° doge), succeduto al fratello Giustiniano nell'829, il quale si impadroni dell'isola di Veglia, e fu questo uno dei primi acquisti fatti da Venezia fuori delle sue lagune. Una congiura ordita da Carlo Tribuno, figlio di Bonoco Cavosio, trionfando, fa deporre il Partecipazio, che viene relegato a Grado. Pietro Tradonico è eletto doge (13°) nell'837, e si associa il tìglio Giovanni. Nuova guerra contro i pirati narentani ed i Saraceni che infestano le coste pugliesi e dell'Adriatico fino a Taranto, ove il Tradonico spinge le galee di Venezia. Nell'anno 855 il pontefice Benedettoli! visita Venezia. Il 13 settembre 864 Pietro Tradonico è ucciso da congiurati. Viene eletto Orso Partecipazio I (doge 14°), che in segno di omaggio manda all'imperatore d'Oriente dodici campane. Altra spedizione di Venezia contro i Narentani. Nell'anno 881 muore Orso Partecipazio I, e gli succede nel dogado (15°) il fratello Giovanni II Partecipazio, che oltre di combattere i Narentani combatte anche — uno dei primissimi esempi di guerre fra italiani ed italiani — gli abitanti delle valli di Comacchio, a causa di diritti di pesca e sul sale, sui quali Venezia voleva ragioni. Deposto dal dogado (887), gli fu successore Pietro I Candiano (16° doge), che riprese la guerra contro i Narentani più prepotenti che mai. Nello stesso anno muore il Candiano, e viene eletto doge (17°) Pietro Tribuno o Trono (888).
Gli Ungri, Unni o Magiari, che in quel tempo avevano invasa l'Italia superiore, portandovi — per quanto chiamati da Berengario I a sostegno del vacillante trono — la devastazione, si erano spinti in qualche isola della laguna e s'erano impossessati d; Pellegrina. Il doge Pietro Tribuno, armata una flottiglia, con grande ardimento li affrontò e seppe cacciarli oltre l'estuario, ritornandosene poi a Rialto colle spoglie dei vinti e degli uccisi. Muore nel 912 Pietro Tribuno doge, e gli succedono: Orso II Partecipazio (18° doge), che rinuncia dopo una breve guerra coi Narentani, e (932) Pietro Candiano II, che intraprende una nuova guerra contro quei di Comacchio, per le medesime ragioni di pesca e di commercio del sale. Sotto il dogado di Pietro Candiano II i cronisti mettono, pressoché concordi, il fatto del rapimento delle spose veneziane operato dai Triestini, e che fu una delle prime cause dei conflitti tra Venezia e Trieste, conflitti e guerre che, qualche secolo più tardi, indussero Trieste, impotente a fronteggiare la allora potentissima Repubblica rivale, a cercare aiuti