Venezia
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bone studiarla non è, ad onta delle grazie ampollose dolio stile, meno d'un comando dato ai tribuni del mare dal ministro del re goto in nome del quale ei parla. 1 Veneziani si tennero, è vero, indipendenti dai Longobardi, che per due secoli furono signori di gran parie il Italia; ma è del pari vero, che nel contempo essi esercitavano atti di omaggio e di lontano vassallaggio verso gl'imperatori d'Oriente, da essi considerati eredi e continuatori della tradizione romana. Ed è forse perchè si trovavano in aperto conflitto con vicini potenti ed avidi, quali i Longobardi ed i Franchi di Carlo Magno e Pipino loro successori, che i Veneziani credettero saggio ed utile di unirsi coll'im-peratore greco, lontano e debole signore per essi, ma pur sempre in quel periodo valido e perpetuo nemico dei barbari che si succedevano nel possesso d'Italia. Cosi è che i primi dogi, non appena eletti, recavansi a Costantinopoli a rendere ossequio all'imperatore, e negli atti pubblici di questo periodo si trova sovente, la forinola : regnante, tale o tali imperatori, domino o domìni'$ nostris: usanza formale che scompariva verso il secolo X, quando cioè Venezia, consolidata e assicurata la propria autonomia interna, potè svilupparsi in potenza marittima e militare. I)i nessuna soggezione di Venezia verso i re barbari, succedutisi in quel tristo periodo in Italia, si ha esempio o memoria nella storia; bensì i Veneziani, serbando intatta l'origine propria, tennero qualche osservanza all'alta sovranità degli imperatori bisantini, per quanto degeneri, pur sempre traenti origine e autorità dalla romana potestà.
Primo centro della federazione insulare fu Eraclea, città fondata dai fuggiaschi sulla estrema isola orientale della laguna ed intitolata, per auspicio di protezione, all'imperatore Eraclio.
Le discordie che in seguito si accesero fra gli abitanti delle varie isole o fra le varie classi dei cittadini stessi, insieme al pericolo continuo causato dalla vicinanza dei Longobardi, persuasero i consociati a darsi forma di governo più forte ed omogenea nominandosi un capo supremo dello Stato, elettivo ed a vita, sovraintendente agli interessi ed all'incremento della consociazione divenuta repubblica.
Il nome che fu dato a questo capo fu dux, non già ad imitazione dei Longobardi che ai loro capi militari avevano dato pure il titolo di duca, ma nel giusto significato di duce, di guida, che ha la parola romana. Da dux venne nel linguaggio popolare la parola doge. A lato del dux o doge fu messo un magister m'ditum, ufficio militare che fa presupporre la milizia regolata; ufficio di carattere e d'origine puramente romana. L'autorità del doge era grande, simile a quella d'un monarca; la moderavano le assemblee dei nobili, dei cittadini medii e minori. Nelle grandi e supreme deliberazioni funzionava il convocato generale del popolo: usanza accertata dai cronisti più autorevoli e dal maggiore e più imparziale degli storici del governo civile di Venezia. Grian Antonio Muazzo. Il doge aveva dalla consociazione redditi adeguati all'importanza dell'ufficio: terre, caccie, pesche, censi, decime e privilegi. Doveva nelle cerimonie portare ricchissime vesti; aver servi e dipendenti; nelle chiese si cantavano le laudi in suo onore; benediva il popolo; confermava i prelati e dava l'invocazione delle chiese soggette al suo dominio ; giudicava nelle liti in suprema istanza; nominava i giudici, i messi, i gastaldi ch'erano i giudici e magistrati minori.
Dubbia e l'epoca dell'elezione del primo doge. Ma il maggior numero dei cronisti antichi la nssa intorno all'anno 697, nel quale, dal popolo convocato nella pianura fuori della città di Eraclea, venne gridato doge Paoluccio o Paolo Luca Anafesto di quella città. Con lui fu nominato maestro delle milizie Marcello Tegalliano, succeduto poi all'Anafesto nel dogado. Terzo doge (726) fu Orso, al quale l'imperatore d'Oriente conferì il titolo di Ipato imperiale; e in soccorso dei Bisantini Orso Ipato combattè a Ravenna contro i Longobardi. Nacquero, lui dogando, serie discordie : la sua signoria parve troppo assoluta e pericolosa, onde fu da una congiura ucciso. Parve pericolosa la signoria di uno solo ed a vita; e si pensò di affidare il comando per un anno al