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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Venezia
   181
   quale eran per certo legati (la tradizioni, interessi ed affetti. Così appare naturale che gli immigranti vegnenti dalla plaga, diremo cosi, patavina dovettero stendersi sulle isole più prossime alla lor costa, ove è ora Chioggìa, ed in quelle di Pellestriua e di Malamocco; mentre i fuggiaschi di Aquileja e d'Aitino, le regioni che prime ebbero a subire l'invasione dei barbari vegnenti d'oltre le Alpi Giulie, occuparono le isole più a settentrione del golfo adriatico.
   La legge dei comuni interessi e dei comuni pericoli determinò ben presto l'unione degli abitatori di queste isole, che nell'organizzazione della comune difesa dai nemici esteriori anzitutto, e poi per lo sviluppo dei comuni interessi, formarono ben presto una specie di consociazione o federazione politica, religiosa e militare, che ebbe nei tribuni eletti nelle varie isole i suoi capi, i suoi rappresentanti, protettori dell'ordine ed applicatori delle leggi che si andavano man mano creando.
   Da questo periodo a quello della fondazione di Venezia, o per essere più esatti, del sorgere della città in Rivo alto e nelle isole circostanti, corse il lasso di qualche secolo. Che queste isole fossero, fin dal momento delle anzidette immigrazioni, ed anche prima, abitate, è fuor di dubbio; ed anzi è ovvio supporre che quivi, perchè più esperti nelle cose marine, si fossero in buona parte raggruppati quei naviganti e pescatori veneti, dei quali è memoria in storie e monumenti del periodo romano e del basso impero. Ma è da condannarsi fra le favole destituite di ogni fondamento quella antichissima leggenda, raccolta peraltro da molti storici del passato, che mette la fondazione di Venezia essere avvenuta il 21 marzo 421 dell'éra cristiana, come quello nel quale, fiorendo felicemente e copiosamente il regno dei Padovani, spedirono tre consoli a fondure una città presso Rivoalto e unirvi le ìsole vicine. Ammettendo come vera (noi la riteniamo anche anteriore) l'abitazione di gente padovana o d'altre città nell'isola di Rivoalto all'epoca indicata dalla leggenda, non si potrà mai, a ragione di critica e di logica, dirsi quella la fondazione di Venezia, e meno ancora del suo governo, che ebbe il suo primo seggio secolare nell'isola estrema orientale della laguna di Eraclea, indi trasferito in quella più meridionale di Malamocco. Il quale Malamocco non è del tutto il Lido, e meno ancora il borgo oggi esistente, ma un'isola d'altra forma circondata da ogni parte da largo tratto di mare, e dalle erosioni del mare stesso, insieme a quelle vicine di Anmiiano e di Costanziano ed in parte anche dì Po veglia, distrutte. Rivoalto, ili quel periodo, non era che l'isolotto più internato della laguna, circondato da specchi d'acqua, da paduli, sbocchi di fiumi che lo dividevano dalle altre isole formanti la Venezia presente, cioè da Olivolo, dalle Gemine, da Luprio, da Braida, da Barri, Dorsoduro, ecc., ecc., le quali poi, con ripari e palizzate, ristretti gli specchi d'acqua, interrati i paduli, regolati i canali, congiunte da ponti, vennero formando l'odierna Venezia, quando il governo di quella federazione di isolani venne traslatato, dopo il pericolo corso per la tentata invasione di Pipino re dei Franchi, da Malamocco a Rivoalto: fatto avvenuto nell'anno 813, dogando \gnello Partecipazio, eracleano. Questa può ritenersi, senza eccezioni serie, la vera epoca della fondazione di Venezia.
   Col Governo, gran parte degli abitatori delle isole più lontane si ridussero nel gruppo delle isole centrali, impiantandosi ove il terreno era solido; ove non lo era, lo rassodavano con ogni industria; ogni padule, ogni velina divennero preziosi. Con ogni cura si attese a difendere il terreno naturale e l'artificiale dalle offese del mare; ed all'uopo andò formandosi una magistratura delle più severe e potenti. Con questo movimento concentrico parecchie isole sparse nella laguna, le più discoste, vennero abbandonate o pressoché; abbandonata, o quasi, tutta la zona del territorio dalla consociazione posseduta sul continente: isole o zona che stendendosi da Grado a Cavar-zere formavano il Comune di Venezia. Le isole che rimasero abitate e la parte della zona continentale rimasta anch'essa abitata vennero, come s'è detto, in dipendenza