Venezia
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Fig. 76. — Venezia : Palazzo Contarini-Fasan, detto di Desdemona (da Calli e Canali).
Cà d'Oro (sul Canal Grande a S. Sofia) (fig. 73). — E, per unanime consenso, il più perfetto, elegante e caratteristico monumento che l'arte gotica — o meglio ancora neogotica o gotico-lombarda — abbia lasciato in Venezia. La leggenda che si aggrappa volentieri colla fantasia popolare a tutto ciò che si stacca dal comune ha molto lavorato intorno a questo edilizio, il cui appellativo si volle derivato dalla famiglia Doro, che l'avrebbe posseduto in origine, ma che ne fu spossessata poi, perchè rea di perduellione, avendo partecipato alla famosa congiura di Bajamonte Tiepolo. Ma nulla hawi di vero in tutto ciò e l'aureo appellativo onde nel mondo è conosciuto quest'edifizio singolarissimo venne dal fatto ben più semplice e positivo delle dorature che facevano gli ornati del prospetto splendenti di luce ai vaghi tramonti od alle rosee aurore lagunari.
La costruzione di questo palazzo data dalla seconda metà del secolo XIV, nel 1360. Ma la facciata, che è il gran vanto dell'edifizio, fu compiuta nella prima metà del secoloXV (1430-31), a spese di Marin Contarmi, da Giovanni e Bartolomeo Buono o Bon, artisti lombardi, autori di quell'altro meraviglioso gioiello d'arte ch'è la porta della Carta al palazzo Ducale. Nella loggia, meravigliosamente traforata si da sembrare un
minuto merletto di marmo, nell'arditezza dell'angolo del fabbricato sorretto da una sola colonna, come nel palazzo Ducale, si sente il genio e si vede la mano di quei valentissimi artefici che legarono il loro nome alla mole imponente, sublime del palazzo dei dogi. Incomparabile è la ricchezza dei marmi orientali di ogni specie, dai quali la facciata della Cà d'Oro è rivestita; la loro ben combinata policromia accresce vaghezza all'edilìzio. Minutissimo e vario è il lavoro decorativo che completa ed accresce la bellezza dello edifizio ; le dorature degli ornati, da cui originò il nome singolare dell'edifizio, furono eseguite nel 1431 da un Zuane de Franza, maestro assai esperto allora in cotest'arte.
Dai Contarmi la Cà d'Oro passò ai Marcello, indi ai Loredan ; nello scorcio del secolo passato era di proprietà della famiglia Bressa; verso la metà del nostro secolo fu dimora della danzatrice Taglioni, la rivale della Elssler, che ritiratasi dalla scena, ricca di quattrini, di gioielli, d'allori, guadagnati con salti, sgambetti e piroette, ne fece acquisto e vi passò alcuni anni. Indi fu degli Errerà e dei Morosini; attualmente è proprietà recente del barone Franchetti, il quale, con grande benemerenza all'arte, la ridusse con opportuni interessantissimi l'istauri al primitivo stato,