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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   12G
   l'arte Prima — Alta Italia
   studiarvi. Fra questi fuvvi Antonie Canova, che quivi compi le sue prime opere. Sul principio del secolo Antonio Francesco Farsétti* ultimo della famiglia, morto a Pietroburgo, donò allo czar Paolo I gran parte della preziosa raccolta artistica contenuta nel suo palazzu. Questo fu poi comperato dal Municipio nel 1827 e, dopo un ristauro d'adattamento, vi pose la sua sede.
   1 nstauri successivi ed in ispecie quelli degli ultimi anni ritornarono l'antico palazzo al primitivo splendore.
   Palazzo Loredan, già Cornare Pìscopia ed ora del Municipio (San Luca, riva del Ferro). — È unito al precedente da un cavalcavia e vi hanno sede numerosi uffici del Comune. È pressoché coetaneo al precedente ed attiguo palazzo, poiché rimonta colla sua erezione al secolo XI ed è pur esso 111 quello stile speciale, bisantineggiaute, che ha il suo tipo massimo nel Fondaco dei Turchi. Magnifico n'e il vestibolo, in perfetto stileorientalo, con cinque arcate a pieno centro, sorrette da colonne ili marino greco e da capitelli hi santini antichissimi, 'l'ulta la fronte del [«lazzo è rivestita di marmi preziosi, ili scolture e di statue collocate entro apposite nicchie. Anticamente gli ornati erano coperti di dorature, il che conferiva all'edilìzio una magnificenza resale. I successivi l'istauri ed adattamenti lo danneggiarono non poco, si nella fronte che ai lati e nell'interno. Magnifiche le scale; prezioso nel cortile, per le scolture allegoriche e le armi del resilo di Cipro, il puteale, o anello da pozzo, in marmo. Per qualche secolo questo palazzo appartenne alla famiglia Cornaro-Piscopia, della quale fn l'Elei® Lucrezia, celebre al suo tempo nelle dotti ine filosofiche, letterarie e, matematiche ; indi passò alla famiglia Loredan. Vi furono ospiti personaggi cospicui, tra i quali vari duchi d'Austria, Pietro di Liisignnno, il non fortunato re di Cipro, Valentina Visconti duchessa di Milano, ecc.
   A breve distanza, nella contigua riva del Carbone, si additano in un vecchio edilìzio gli avanzi della dimora di Arrigo Dandolo, l'eroico doge espugnatore di Costantinopoli ; e in questa casa visse pure gli ultimi anni della sua vita il mordace e scostumato scrittore Pietro Aretino, clic godette peraltro l'amicizia e la confidenza dei maggiori uomini allora viventi in Venezia, da Tiziano cominciando.
   Palazzo già dei Falier (Ss. Apostoli in Campo). — Sul ponte che inette in Campo Ss, Apostoli aderente al rivo sorge quest'antico edilizio, che fu già dimora della famiglia Falier e dove si ha ragione di credere sia nato il doge Marino, la cui triste istoria è troppo nota per essere qui ripetuta. Dell'antico splendore non conserva che 1 due grandi veroni del centro in istile misto bisantino ed alcune decorazioni col-l'arnia dei Falier. I veroni, intatti nella loro architettura, mostrano l'edilìzio appartenere al secolo XI : la prospettiva del palazzo e luoghi adiacenti, assai caratteristica, fu più volle presa a soggetto dal Canaletto e riprodotta anche per le stampe.
   Palazzo già dei Priuli (Rivo di San Severo). — Quest'antico edilizio, poco noto e a torto dimenticato dalle Guide, sorge in due ordini sul rivo di San Severo e conserva, tranne leggere alterazioni, la primitiva impronta. 1 grandi veroni che s'aprono ad ogni piano recano colonne di marmo greco e di bisso orientale. Gli stipiti dei veroni e quelli delle altre finestre sono fatti di marmo rosso egiziano. 1 capitelli, le mensole reggenti i pogginoli e ì veroni, i contorni delle porte, i pillaceli tutta l'ornamentazione insomma, è lavorata — dato il tempo della costruzione — con arte minuta ad accurata, il lato di quest'edilìzio sporgente sulla calle Bon è tutto rivestito di marino orientale, d'alto in basso, e straricco d'ornamenti e scolture..
   Oltre ili questi, che sono i maggiori e tipici, non mancano in Venezia molti altri edilizi offrenti» qmtl piti qual meno, l'impronta dello stile bisantino, come, ad es., il primo piano del palazzo sul Canal Grande, ove fa capo il traghetto degli Apostoli; l'edilìzio attiguo al palazzo Micheli, l'antico palazzo dei Vittun in Campo di Santa Maria Formosa ed altri parecchi, tutti adorni ili preziosi marmi orientali con scolture e medaglie simboliche e motivi decorativi, propri dello stile bisantino.
   Stile archiacuto, detto anche gotico. — La simmetria gotica, che ha per fondamento l'uso dell'ogiva, importata in Italia — salvo le speciali costruzioni siciliane del periodo normanno — sul principio del secolo XIII, quando cioè Parte nostrana dei maestri Cornaci ni aveva avuto campo ili manifestarsi in tutto il suo splendore; nelle superbe cattedrali dell'alta e della inedia Italia e nelle famose basiliche della Puglia, arrivata a Venezia, ove già colla costruzione avanzata della basilica Marciana, del palazzo Ducale, di tanti altri edifizi pubblici e privati, era un grande rigoglio d'arte: ove i precetti dell'arte bisantina, innestantesi e fondentesi nei precetti dell'arte lombarda, avevano dato sviluppo a nuove e più ed ardite formule artistiche, subì al contatto di questi precedenti una genialissima influenza ed assunse forme e si esplicò in caratteri specialissimi, d'una caratteristica affatto locale, che trovò i suoi prototipi nelle loggie e nei prospetti del palazzo Ducale ed in quel meraviglioso gioiello architettonico conosciuto col nome di Cà d'Oro: monumenti che formano l'alfa e l'omega, o, se si vuole altrimenti, compiono il ciclo delle manifestazioni dell'arte archiacuta o gotica in Venezia.