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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincia di Venezia
Gustavo Strafforello
Unione Tipografico-Editrice Torino, 1902, pagine 383

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Venezia
   mi
   Fig. GG. — Venezia : Facciala dell'Esposizione internazionale ili arie moderna (da fotografia).
   accolse dapprima, nel 1134, i canonici regolari ili Santa Maria in Porto di Ravenna, detti anche Por-tueusi, e più tardi gli Agostiniani. L'edifìzio fu più volte ricostrutto ed abbellito, in ispecie nel I 44G e nel 15(10. .Nel 1560 Andrea Palladio rifece il convento; cosi egli stesso, nella sua Architettura, narra « sul modello della casa degli antichi Romani », e fu cosa assai lodata dai contemporanei, che non giunse lino a noi. perocché un incendio scoppiato il 10 novembre 1630 lo distrusse in gran parte, assieme al teatro — pure architettato dal Palladio — che vi era annesso. Contiguo a questo edifizio era quello della Scuola o Confraternita della carità, esistente fin dal 13-14-; una delle sei scuole grandi di Venezia, alla quale erano inscritti personaggi cospicui e patrizi in gran numero.
   Soppresso l'Ordine degli Agostiniani e la Scuola della Carità sulla (ine del secolo scorso, il (inverno Italico deliberò ili trasferire in questi grandiosi locali l'Accademia di Pittura e l'elle Arti, che si trovava a disagio nell'antico e ristretto locale, il quale venne adibito agli uffici della Sanità marittima.
   bell'antica chiesa della Carità, per i rimaneggiamenti che, per essere adattato al nuovo uso, l'edifìzio dovette subire, rimase l'ahside esterno, che mostra ancora ottimo stile archiacuto; parte del cortile palladiano, ristornato con diligenza nel I    venne riformata colla soppressione del frontone barocco, sostituito da nn attico sul quale poggia la figura di Pallade seduta sul leone, in atto di distribuire civiche corone, opera del Giacorelli.
   Il primo ordinamento dato a questa copiosa e preziosa raccolta d'opere d'arte fu assai irrazionale e cer-vellottiro. dappoiché si vedevano lavori antichissimi, dei primordi della scuola veneta, accanto ad opere ilei secolo scorso e confusi i pittori veneziani con quelli d'altre scuole.
   In questi ultimi anni venne dato alla Pinacoteca un ordinamento più consono al suo scopo, che è quello non solamente ili mostrare purchessia i quadri dei maestri, ma di spiegare davanti all'osservatore tutta l'evoluzione di un'era artistica gloriosissima, dai suoi primordi al suo apogeo, alla sua decadenza. Con questo metodo la visita all'Accademia, oltreché dilettevole, è anche istruttiva e dà agio, coi raffronti, all'osservatore intelligente di compcnctrarsi meglio della bellezza, del merito delle opere d'arte.
   Le sale, ili cui consta questa raccolta, sono ventidue ed una rapida corsa attraverso ad esse darà al lettore, se non altro, l'idea dei tesori d'arte che vi sono racchiusi.
   I. Sala dei Maestiu primitivi. — Magnifico soffitto del Rinascimento, scolpito in legno con fregi dorali; nel centro San Nicolò, del Veronese; ai comparti laterali gli Evangelisti, di Domenico Campagnoli. In questa sala sono raccolti quadri di pittori trecentisti e quattrocentisti, nel maggior numero di scuola veneta, quali: Jacobello dal Fiore, Mastro Paolo di Venezia, Lorenzo Veneziano, Simone ila Caseghe,